12 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Settembre 2018 Laserterapia per afte: realtà o finzione? Dott. Paolo Bevilacqua < pagina 9 Tra i fattori predisponenti, l’aspetto genetico suscita in- teresse scientifico nelle più recenti pubblicazioni. Tale teo- ria, inizialmente formulata dal dr. Bagán, imputerebbe alla trasmissione genica, la predisposizione alla formazione di afte con incremento del rischio oltre il 40%. Chiaramente non si può imputare tutto alla genetica, poiché è stata di- mostrata l’esistenza di correlazione anche con determinate intolleranze alimentari, per esempio con noci, frutta secca e pomodori. Nonostante ciò, il fattore considerato più “comu- ne” nello sviluppo delle afte è sicuramente lo stress, l’ansia, il nervosismo o la depressione che ha la capacità di provo- care l’insorgenza delle stesse. Un altro fattore da prendere in considerazione, come sottolineato dal prof. Barrons, è la presenza di deficit ematologici, come la carenza di ferro, o i deficit vitaminici, in concreto il gruppo vitaminico B. k c o t s r e t t u h S © Tra le patologie associate alle afte è indispensabile con- siderare correlazioni con varie sindromi: come la sindrome di Behcet, la celiachia, il morbo di Crohn, la sindrome di Reiter e/o di Magic. La classificazione clinica più utilizzata è quella che divide le afte per dimensione, distinguendo le forme in “minori”, “maggiori” ed “erpetiformi”. Le afte minori, conosciute anche come afte di “Mikulicz”, si presentano nel 75-80% dei casi, non superano il centi- metro e guariscono tra i 10 e 14 giorni senza lasciare con- seguenze. Le afta maggiori, invece, rappresentano il 10-15% delle lesioni ulcerose orali. Avendo diametro maggiore di un centimetro, la lesione può durare fino al mese, con possi- bilità di esiti cicatriziali. Si presentano maggiormente nella mucosa orale cheratinizzata. Da ricordare che esistono due forme cliniche particolari delle afte maggiori: l’aftosi bipo- lare di Newman e ed il morbo di Sutton. Per quanto riguarda le afta erpetiformi, sono lesioni di piccole dimensioni, però numerose, la cui particolarità è quella di “unirsi” formando afte di dimensioni più grandi e con bordi irregolari. Come si organizza il trattamento delle afte? Il tratta- mento delle afte presuppone una sintomatologia dolorosa. Il primo passo per il trattamento è una buona diagnosi, come suggerito da Barrons, che schematizza il tutto secon- do un preciso modello basato su: - - trattamento fattori predisponenti; trattamento iniziale sempre con farmaci topici, come corticoidi, tetracicline o clorexidina; qualora non ci fos- se risposta al trattamento topico, passare a quello siste- mico con corticoidi. Ovviamente questo iter terapeutico può essere visto come piuttosto “obsoleto” ai giorni nostri, visto la possi- bilità di poter usufruire delle “nuove” tecnologie come la terapia fotodinamica, capace di procurare sollievo imme- diato, senza dover far uso di alcun tipo di farmaco. In ef- fetti anche se l’utilizzo della “low level laser therapy” stia diventando sempre più presente in ogni studio dentistico, molte volte ci si domanda se davvero possa essere efficace; se possa avere dei reali riscontri nella pratica odontoiatrica; se possa davvero arrecare dei benefici ai pazienti. È bene considerare un ampio spettro di soluzioni nell’ap- proccio delle afta. L’obiettivo principale del trattamento, è quello di ridurre il dolore e, nello stesso tempo, ridurre il tempo di cura, il numero e la dimensione delle afte presenti. Si è ben visto e documentato che la LLLT nella maggior par- te dei casi, riuscirebbe ad arrecare una soluzione semplice, rapida e poco fastidiosa per il paziente. Grazie al laser, fin dalla prima terapia, si può ottenere la “modulazione” della percezione dolorosa, dovuta principalmente all’azione fo- todinamica in grado di determinare il rilascio di endorfine lungo le terminazioni sensoriali nervose locali. Un altro meccanismo di sollievo del dolore procurato dalla LLLT, è dovuto all’aumento della sintesi di ATP nei neuroni da parte dei mitocondri. Infatti, quando si hanno diminuzioni di sintesi di ATP, conseguentemente si ha una leggera depolarizzazione, che diminuisce la soglia del dolo- re. In contrasto a ciò, un aumento della sintesi di ATP, au- menterebbe la soglia del potenziale di membrana e, di fatto, innalzerebbe la soglia del dolore. Inoltre, si è visto anche che tra gli effetti benefici del laser, sono annoverati effetti fo- tochimici, fotofisici e fotobiologici dell’area irradiata che si tradurrebbe in una attivazione delle cellule che garantireb- bero un’azione antinfiammatoria. Grazie a tutti questi fat- tori, si ridurrebbe il tempo della cura del tessuto danneggia- to. Dagli studi evidenziati, infatti, i tempi di cura sarebbero ridotti drasticamente, con tempi di guarigione nettamente inferiori, che vanno da un minimo di 3 giorni di irradiazio- ne, ad un massimo di 6, come annoverato nella letteratura. Concludendo, è possibile dire che la terapia fotodinamica di bassa frequenza non è da considerarsi fantascienza, ma un’arma di gran valore per la terapia e guarigione delle afte. bibliografia • Bagán SebastiánJV. Ed. Medicina Bucal. Valencia: Medicina Oral, S.L. 2008. P. 65-74 Barrons RW. Treatment strategies for recurrent oral aph- thous ulcers. Am J Health Syst Pharm. 2001;58:41-50. • Walsh LJ. The current status of low level laser therapy in dentistry. Part 1. Soft tissue applications. Australian Dental Journal. 1997;42(4):247-54. • Khademi H, Shirani Am, Nikegbal F. Evaluation of low level la- ser therapy in recurrent aphthous stomatitis. 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J Vasc Bras. 2007;6:258-66. www.ricercaorale.it Professione e laser nei programmi dell’AIOLA con un occhio rivolto all’università e alla ricerca Nasceva a Bergamo nel 2001 l’Acca- demia Internazionale di Odontoia- tria Laser Assistita (AIOLA) voluta dai primi diplomati in laser appli- cato all’odontoiatria dell’Università Sophia Antipolis di Nizza (Cremona, Curti, Maggioni e Scarpelli) sotto la direzione di Jean Rocca e coadiuvata da Samir Namour della WFLD. Pro- fessionisti d’avanguardia e pionieri della specialità, che entrarono subi- to in contatto con la Società Italia- na di Laser in Odontoiatria (SILO), Associazione che rappresentava le prime Università orientate all’ap- profondimento del laser in Italia, diretta allora da Franco Santoro e da Carlo Majorana. Iniziò allora una collaborazio- ne “a distanza”, che vide nel pri- mo decennio lo svolgersi di alcuni importanti congressi, realizzati in Incontro AIOLA e SILO durante il Simposio scientifico svoltosi a maggio alla Fiera di Rimini Expodental. comunione tra le due Associazioni, dimostrando al mondo odontoiatri- co come la professione quotidiana interagisse con l’università e la ri- cerca, ed istituendo corsi di perfe- zionamento in Laserterapia in Italia a Firenze, Genova, Siena, Roma, Bari e Milano (San Raffaele). Scuole d’eccellenza e profes- sionisti di valore che su iniziativa dei due presidenti Paolo Vescovi (SILO) e Valerio Partipilo (AIOLA) tracciano tutt’oggi un percorso comune nel tentativo di avvicina- re le due Associazioni fino a farne una di grande levatura ed interes- se internazionale. AIOLA membro effettivo di FDI da molti anni e SILO con i suoi presidenti, eletti alla guida del- la WFLD, sapranno dare il giusto impulso a questa avventura, con- tando sull’appoggio dell’industria che vede con occhio favorevole le novità associative realizzate in uno spirito unitario e non disper- sivo. Ultimo esempio della comu- nione di intenti si è concretizzato nel Simposio scientifico svoltosi a maggio alla Fiera di Rimini Expo- dental, ad ulteriore dimostrazione di come, secondo un detto africa- no, “da soli si corre più veloce, ma insieme si va più lontano”. Maurizio Maggioni