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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No.1, 2018

industry report _ Cad Cam controllato e raffreddandosi blocca l’utensile in posizione; in entrambi i casi viene lasciata la li- bertà all’operatore di poter adottare qualunque modello di qualunque produttore di utensili sen- za vincoli di sorta, con una forza di serraggio che può superare anche il valore di diverse tonnellate, cosa che dà garanzia di affidabilità nelle lavora- zioni più gravose, ma allo stesso tempo assicura una percentuale minima di eccentricità dell’uten- sile durante la rotazione. Il secondo aspetto analizzato è relativo al sistema di bloccaggio del pezzo. La situazione nel campo dentale è molto differente da quel- la dell’industria, in cui gli staffaggi sono di tipo innumerevole perché ogni pezzo grezzo è dif- ferente e talvolta il bloccaggio viene realizza- to su misura; in campo dentale invece si lavo- ra esclusivamente con grezzi pre-lavorati che vengono prodotti e distribuiti secondo standard conosciuti e rispettati, che permettono un mon- taggio in macchina semplice e veloce. Cionono- stante, soprattutto quando si lavorano materiali delicati e fragili, sarebbe preferibile poter utiliz- zare un sistema di fissaggio stabile ed esteso, in modo da evitare di avere parti del grezzo sospese che potrebbero risentire delle vibrazio- ni dovute alla lavorazione generando dannose crepe. Su alcune macchine è anche possibile ri- scontrare la presenza di un sistema automatico di sostituzione del materiale da lavorare, con il vantaggio quindi di poter aggiungere in coda di- verse lavorazioni che vengono successivamen- te eseguite con la possibilità di ridurre i tempi morti e poter sfruttare anche le ore notturne per massimizzare la produttività della macchi- na. Possono essere realizzati tramite comples- si bracci antropomorfi o anche con sistemi più semplici, ma sono generalmente riservati a real- tà medio-grandi con alti volumi di produzione e cicli ininterrotti diurni e notturni. L’argomento che riguarda la movimentazione e gli organi meccanici che la rendono possibile è sicuramente il più interessante, ma anche il più complesso e richiederebbe uno spazio decisa- mente superiore rispetto a quello che potremo dedicare: cercheremo di essere sintetici, ma allo stesso tempo di fornire informazioni chiare che potranno in seguito essere approfondite da chi vorrà dedicarsi all’argomento; ci scusiamo in an- ticipo se non potremo analizzare in dettaglio tut- te le possibili varianti costruttive che i progettisti hanno adottato, ma vedremo esclusivamente le più diffuse con i loro pro e contro. Il concetto alla base è che per realizzare un pezzo ci deve essere un movimento di avvicinamento tra il grezzo e l’utensile affinché quest’ultimo possa rimuovere il materiale in eccesso, ma si tratta di un movi- mento relativo: non è tanto importante che sia il grezzo a spostarsi, oppure l’utensile, quanto il fatto che il movimento sia affidabile e ripetibile. Requisito fondamentale, alla base sia della produzione dentale che di quella industriale in generale, è che il pezzo prodotto sia il più vicino possibile al progetto iniziale in termini di forma e di dimensioni nelle tre direzioni dello spazio. Una differenza importante è che mentre nell’industria esiste sempre una scheda di approvazione in cui sono specificate chiaramente dal progettista le variazioni di tolleranza entro cui il pezzo deve rientrare per essere giudicato accettabile, pena il fatto di scartare l’intero lotto di produzione, troppo spesso nel campo dentale la validazione del lavoro è fatta con parametri poco oggettivi e quantificabili, lasciando la valutazione a im- pressioni soggettive che poco hanno a che fare con il concetto di precisione. Un ulteriore fatto che rende difficile il lavoro dell’operatore CAM in campo dentale è che la stragrande maggio- ranza delle lavorazioni, se non tutte, viene ese- guita un’unica volta e deve produrre un risultato accettabile senza alcuna prova di produzione, delegando questo aspetto esclusivamente all’e- sperienza dell’operatore CAM. In industria in- vece viene obbligatoriamente realizzata una pre-serie, misurata accuratamente, confrontata con il progetto originale in modo da correggere la lavorazione e ottimizzare il risultato in termi- ni di qualità realizzativa e richiesta temporale per l’esecuzione. Il concetto di precisione risulta quindi essere l’idea trainante che guida il produt- tore durante la progettazione della macchina e la prima richiesta dell’acquirente quando si accosta al prodotto, ma è un concetto fuorviante, deve essere correttamente compreso. Definiamo precisione la distanza che esiste tra la misura del pezzo che viene realizzato e quella che dovrebbe invece essere la dimensio- ne reale e quindi tanto più preciso quanto que- sta differenza è minima. Se però consideriamo un oggetto che avesse una discrepanza rispetto al progetto del 3% in eccesso su un lato e del 3% in difetto su un altro lato, questo compor- terebbe una grossa differenza di forma nono- stante la ridotta discrepanza dimensionale, ma soprattutto avrebbe come conseguenza che i pezzi prodotti sarebbero impossibili da miglio- rare. Se invece si riuscisse a ottenere la stessa identica discrepanza su entrambi i lati, fosse anche questa di entità decisamente maggiore, per ipotesi il 30% (10 volte di più), saremmo in una condizione decisamente migliore perché potremmo facilmente agire sul sistema di tara- tura e regolazione del movimento per portare la discrepanza prossima allo zero. Ecco che quindi 1_2018 29

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