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cosmetic dentistry Italian Edition Vol. 1, 2018

special _ polishing che risulta in una superficie liscia. Questo indice, potrebbe essere un ottimo indicatore sugli effetti delle paste, ma a oggi viene poco utilizzato dalle case produttrici. Diciamo che per semplificare le cose, l’ele- mento che possiamo tenere come riferimento è l’indice di abrasività indicato dal produttore nelle proprie paste che a oggi viene indicato con i valori numerici dell’RDA (Relative Dentin Abrasivity); indicativi come basso, medio, alto o in relazione alla granulometria dell’abrasivo contenuto con i termini di grossa, media, fine e extrafine21. _Meglio la coppetta o lo spazzolino? Solitamente il mezzo per veicolare la pasta sono spazzolini in nylon monouso o coppette in gom- ma montati su contrangolo ad anello blu. Gli spazzolini sono più indicati per la detersione dei solchi occlusali, mentre i gommini si adattano maggiormente alla lucidatura di tutte le altre su- perfici. Per quanto riguarda le coppette nel mer- cato ne abbiamo una grande varietà, quelle più morbide si adattano meglio alla superficie e sono meno abrasive delle rigide, alcune coppette sono dotate di una lavorazione superficiale che riduce l’effetto splatter e ne migliora le performance di cleaning (Fig. 3). Dal punto di vista ergonomico, l’ideale è utilizzare i gommini con la testina integrata, questi aumentano il comfort del paziente in quanto sono fatti di un materiale plastico e le dimensioni sono molto ridotte rispetto alle testine dei contrangoli classici; si riducono i tempi di manutenzione e sterilizzazione e so- prattutto si preservano le delicate testine dei contrangoli classici dalle problematiche che in- sorgono quando i residui di pasta si depositano negli ingranaggi19,20 (Fig. 4). _Concetto di Multi-step o One-step Per non arrecare danno al substrato che deve essere lucidato e pulito come smalto, dentina, e materiali compositi, l’agente abrasivo utilizzato per queste procedure deve avere una durezza uguale o minore alla superficie da trattare. La scelta della pasta per il polishing dev’es- sere basata sul tipo di pigmento da rimuovere e le specificità delle superfici da trattare. Paste troppo abrasive o con grana troppo grossolana sono molto efficaci nella rimozione dei pigmenti ma possono danneggiare lo smalto e manufatti estetici creando delle rigature che possono favo- rire il deposito di pigmenti e biofilm batterico21. In contrasto, paste con grana troppo fine e poco abrasive riescono a lucidare molto bene la super- ficie del dente, ma risultano poco efficaci nella rimozione dei pigmenti costringendo il clinico a dover applicare una maggiore pressione allo strumento, aumentare il tempo della procedura e il rischio di surriscaldamento del dente al fine di ottenere risultati apprezzabili. Consegue che l’impiego di una pasta molto abrasiva, richiede il passaggio successivo di una pasta a bassa abrasività per favorire la lucidatu- ra di superficie. Questo passaggio viene definito “polishing multi-step” e può essere dispendioso in termini di tempo, ma il risultato finale sarà mi- gliorativo per la superficie trattata e la conserva- zione della pulizia nel tempo. Considerando le variabilità intrinseche delle paste da profilassi e la mancanza di omogeneità in termini di indice di abrasività, il passaggio da pulitura a lucidatura è preferibile farlo con delle paste dello stesso produttore, questo garantirà un effettivo passaggio da una media/alta abrasi- vità a una bassa con effetto lucidante22. In commercio esistono delle paste che gra- zie alla loro formulazione, passano da una gra- Fig. 3 Fig. 4 cosmetic dentistry 1_2018 37

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