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Dental Tribune Italian Edition No. 12, 2017

6 Rubrica Medicina Orale Dental Tribune Italian Edition - Dicembre 2017 Il potenziale dell’uso dei biomarkers salivari nella prevenzione e diagnosi di Alzheimer il futuro diagnostico dei test salivari < pagina 1 • l’MRI (risonanza magnetica); • la riduzione nel tempo del metabolismo cerebrale del glucosio; Ad oggi, il gold standard terapeutico è quello di rallentare la progressione della patologia in quanto la conoscenza delle cause scatenanti è ancora limitata ed insuffi ciente. Di conseguenza la diagnosi è tardiva. Attualmente, il fatto certo è che nei cervelli di pazienti affetti da Alzheimer e analizzati post- mortem sono state rinvenute placche di proteina tau e beta-amiloide. Non è chiaro ancora chi causi la formazione di queste placche. Per questo sono stati assunti come elementi di monitoraggio e di pro- gressione della patologia biomarkers presenti nel sangue e nel fl uido cerebrospinale. Di fatto in chiave diagnostica gli elementi ad oggi emersi in modo chiaro dall’analisi della letteratura, che testimoniano un progredire della patologia, sono: • la riduzione dei livelli di Amiloide beta 42 nel fl uido cerebrospinale; • l’aumento dei livelli di proteina t-tau e p-tau nel fl uido cerebrospinale; • la valutazione PET che permette di individuare il rischio di progressione totale per la massa cerebrale; Le review del 2014 di McGhee, del 2016 di Olsson e del 2017 di Lawrence, si focalizzano sull’utilità in chiave di diagnosi precoce e di diagnosi differenziale dei biomarkers sanguigni e dell’analisi del CSF tra pazienti con Alzheimer. Il controllo degli attuali sistemi di screening ha sottolineato le seguenti criticità: • l’insuffi ciente mole di dati presenti in letteratura ad oggi sull’uso di biomarkers diagnostici e pro- gnostici per fare diagnosi di Alzheimer a partire dall’analisi sanguigna e del fl uido cerebrospinale; • il costo notevole delle attuali tecniche d’imaging diagnostico come la PET e l’MRI; • il metodo di reclutamento di questi studi avviene solo sulla base della diagnosi di Alzheimer che in genere avviene in media dopo i 60 anni di età; • la necessità di studiare l’innesco della malattia sulla base dell’età. Tre studi, legati all’utilizzo dei biomarkers sono degni di nota per l’apertura di nuove prospettive di diagnosi precoce e l’effi cacia di trattamenti preventivi per l’Alzheimer in una popolazione clinicamente sana prima dell’innesco della pa- tologia (Patenico 2012, Bloomberg 2012, Khan 2013). I test cognitivi hanno dimostrato un’utilità clinica molto limitata dato che ce ne sono tanti (oltre 90 citati), inoltre la maggior parte di questi studi che ripor- tano uso di test non ripetibili e per questo non standardizzabili. Non hanno sensibilità e specifi cità adeguate. Non sono di utilità alcuna ai fi ni di diagnosi precoce e prevenzione. A tal proposito lo studio del ricercatore Stewart Gra- ham del Beaumont Research Institute in Michigan pubblicato nel Maggio 2017 sul Journal of Alzheimer’s Disease sembra aver individuato un metabolita sali- vare che potrebbe essere associato a diagnosi precoce di Alzheimer in soggetti giovani negli stadi precoci dell’insorgenza della patologia. La “metabolomica” è infatti una delle tecnologie sviluppate, riunite sotto il termine di “salivomica”, con cui viene valutato l’aspetto biochimico, il ruolo e le relazioni reciproche tra le varie molecole. L’impronta che tali molecole lasciano nei campioni di fl uidi biologici come sangue e saliva possono essere usati per comprendere la fi sio- logia dell’organismo. Il dottor Graham, infatti, nel suo studio, afferma proprio come «data la facilità e la convenienza di raccogliere la saliva, sarebbe proprio ideale sviluppare biomarkers precisi e predittivi di sviluppo di Alzheimer in chiave prognostica». Lo studio del Dottor Graham è uno studio pilota che ha incluso 29 soggetti adulti divisi in tre gruppi: • soggetti con lieve declino cognitivo; • soggetti con Alzheimer diagnosticato; • soggetti di un gruppo controllo sano. Una volta raccolti i campioni di saliva, sono stati identifi cati 57 tipi di metaboli- ti, alcuni dei quali tra qui l’H1 NMR variavano in modo clinicamente signifi ca- tivo come presenza tra soggetti sani e malati. In programma c’è uno studio ese- guito su un campione più ampio, della durata di almeno tre anni, per validare i risultati dello studio pilota. Quello di Graham è solo uno degli studi sempre più frequenti che stanno caratterizzando il trend di questi ultimi tempi. Ecco i punti da implementare per le future ricerche che le review da me revisio- nate hanno messo in evidenza: 1. Necessità di più studi longitudinali prospettici eseguiti su un numero più elevato di soggetti; 2. Aumento delle conoscenze sulla modalità d’azione dei biomarkers salivari, dati i vantaggi che presentano; 3. Aumento delle conoscenze sui cambiamenti temporali dei biomarkers legati all’età la cui analisi ci potrà aiutare per una migliore comprensione della vera causa dell’Alzheimer e quindi lavorare sullo sviluppo di terapie future. Lo scopo di questo articolo è ricordare l’importanza della saliva come mezzo diagnostico per molte patologie metaboliche e che tutti gli specialisti del cavo orale devono seguire con grande attenzione gli sviluppi e coglierne le opportu- nità per non essere semplici spettatori dello sviluppo della medicina ma farne parte. “Connetting medicin and dentistry to save live”. A. Bevilacqua www.ricercaorale.it LEARN THE LATEST FROM THE GREATEST at the World’s Leading Congress in Periodontology. › more than 100 top international speakers › latest fi ndings and treatment methods from the fi elds of periodontology and implant dentistry › for the fi rst time with live-surgery and many other innovative session formats Have a look at the exciting programme online at www.efp.org/europerio9 Save a lot and register early until MARCH 14, 2018 Diamond Sponsors: Platinum Sponsors: Gold Sponsors: The Oral Health Experts SPONSORED BY THE MAKERS OF in alphabetical order as per October 2017.

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