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Dental Tribune Italian Edition No. 12, 2017

20 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Dicembre 2017 La bocca dolce: nota tecnica sul mantenimento della riabilitazione implanto-protesica complessa nel paziente diabetico A.M. Genovesi*, E. Giammarinaro** * Igienista dentale, ** Odontoiatra La prevalenza del diabete mellito è in costante aumento. Circa il 13% della popolazione statunitense è affetta da diabete, numero che non include i pa- zienti con diagnosi di pre-diabete. Se volessimo fare una somma di tutti i casi di iperglicemia, circa il 50% della popolazione dovrebbe essere conside- rata a rischio di sviluppare complican- ze diabetiche1. L’iperglicemia, indipen- dentemente dalla causa scatenante, determina una condizione di stress ossidativo a carico dei tessuti orali2. La cronicizzazione di questo fenomeno si manifesta clinicamente come un’alte- rata guarigione tissutale con aumenta- ta incidenza e severità delle patologie parodontali o peri-implantari3. Per questo motivo, la diagnosi di dia- bete mellito è stata considerata una controindicazione alla terapia im- plantare per anni. Tuttavia, il miglio- ramento della terapia farmacologica dell’iperglicemia ha portato a un de- ciso aumento dell’aspettativa di vita media del paziente affetto da diabete. La parodontite è, ad oggi, riconosciuta come la sesta complicanza del diabete e contribuisce, a lungo termine, alla perdita degli elementi dentari4. L’eden- tulia parziale o totale ha un impatto signifi cativo sulla qualità della vita: vengono compromesse le funzioni ali- mentare, digestiva, fonatoria, sociale, psicologica5. Numerosi studi prodotti in ambito di diabetologia hanno mes- so in luce l’importanza per il paziente affetto da dismetabolismi di rispettare un corretto modello comportamenta- le (alimentazione, esercizio fi sico, stile di vita sano) in grado di ridurre il ri- schio di future complicanze maggiori6. In questo senso, riabilitare la funzione masticatoria nel diabetico può giocare un ruolo chiave nel permettere a que- sti pazienti di attenersi a un corretto regime alimentare e di conseguenza avere un maggiore controllo sui loro livelli glicemici. Diversi autori hanno valutato l’outcome implantare a lungo termine nel paziente con iperglicemia – più o meno controllata – e le conclu- sioni che possiamo trarre sono, più o meno, le seguenti: la sopravvivenza di un impianto nel paziente diabetico è comparabile a quella di un impian- to in un paziente metabolicamente sano; nel paziente con glicemia scar- samente controllata, l’utilizzo di pro- tocolli chirurgico-protesici e igienici su misura (diversi da quelli canonici/ di routine) garantisce un rischio di complicanze basso e comparabile a quello del paziente sano7-9. Con la pre- sente nota tecnica vogliamo presenta- re il protocollo perfezionato nel corso della prima edizione del master inter- nazionale dell’Istituto Stomatologico Toscano - International Post-Graduate Program, Theoretical and Practical Advanced Course On Patients: Oral Hygiene Preparation for Surgery and Implants Maintenance tenutosi a Li- sbona nell’anno corrente. La geometria del più semplice piano di cure convenzionale è stata mantenuta livelli di stress ossidativo plasmatico e salivare. Durante i 12 mesi di follow- up abbiamo monitorato con cadenza trimestrale i parametri infi ammatori peri-implantari (indice di placca, san- guinamento al sondaggio e profondità di tasca), parametri radiologici (perdita di osso crestale), glicemici (Emoglobi- na Glicata) e di stress ossidativo locale (analisi saliva) e sistemico (analisi san- gue digitale). Ad ogni momento del fol- low-up la normale seduta di igiene pro- fessionale è stata integrata da utilizzo di sistemi per erogazione di ozono pro- fessionale e istruzioni all’utilizzo di un dispositivo domiciliare (Aquolab). Al termine del periodo di investigazione è stato possibile riscontrare un mante- nimento ottimale dei parametri di sa- Fig. 1 Fig. 2 ma la sua sostanza non avrebbe avuto effetto né mordente sul paziente com- promesso. Pertanto, l’approccio è stato ripensato profondamente assecondan- do il razionale biologico del rapporto esistente tra diabete e salute orale. Se potessimo osservarla dall’alto, la map- pa delle relazioni esistenti tra micro- ambiente orale e metabolismo sistemi- co apparirebbe fi tta e punteggiata qua e là da epifenomeni macroscopici e quindi apprezzabili clinicamente. Con il nostro intervento possiamo modifi - care i percorsi tracciati in questo reti- colo sfruttando dei punti di repere pre- esistenti. Sappiamo per esempio che la difesa organica consta di un’armata notevole contro gli attacchi esterni e in questa compaiono anche gli enzimi anti-ossidanti, in genere defi citari nel paziente diabetico10. L’ozono medicale, a piccole dosi, ha un’azione induttiva sul sistema antiossidante endogeno, in altre parole, è immunostimolan- te. In un’unica molecola riusciamo a sintetizzare un’azione battericida, biostimolante e immunostimolante11. Di seguito viene presentato il caso di mantenimento di una riabilitazione implantare complessa di tipo Toronto- bridge superiore e inferiore in paziente donna di 53 anni con diabete mellito di tipo II diagnosticato 15 anni addietro. La paziente si presentava alla nostra osservazione con diagnosi di parodon- tite cronica severa e la presenza di due protesi rimovibili parziali con ganci che compromettevano la funzionalità masticatoria ed estetica. La paziente presentava un diabete moderatamen- te controllato con valori di Emoglobina Glicata compresi tra 7 e 8% ed elevati Fig. 3 lute peri-implantare e un signifi cativo miglioramento del controllo glicemico (6-7%) (Figg. 1-3). Per quanto riguarda gli indici di stress ossidativo abbiamo potuto apprezzare una riduzione del- la concentrazione di radicali liberi nel sangue e nella saliva. Il presente case report, con tutte le limitazioni insite nella natura dello studio, solleva tutta- via un interessante spunto per future considerazioni. Sappiamo infatti da tempo che l’emoglobina glicata non è un marker suffi cientemente speci- fi co in grado di spiegare ad esempio perché esistano pazienti diabetici con livelli glicemici superiori al 10% che in realtà non sviluppano alcuna compli- canza parodontale ed è altresì vero che esistono pazienti diabetici con livelli glicemici controllati (6-7%) che svi- luppano quadri di parodontite estre- mamente aggressiva. Può lo stress ossidativo giocare un ruolo in questo meccanismo eziopatogenico e se si in che modo? Queste sono solo alcune delle considerazioni che guidano l’at- tività di ricerca portata avanti in seno all’Istituto Stomatologico Toscano. La Bibliografi a è disponibile presso l’editore. /professionisti

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