Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition No. 12, 2017

16 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Dicembre 2017 < pagina 15 Diciamo che per semplificare le cose, l’ele- mento che possiamo tenere come riferimento è l’indice di abrasività indicato dal produttore nelle proprie paste che a oggi viene indicato con i valori numerici dell’RDA (Relative Dentin Abrasivity); indicativi come basso, medio, alto o in relazione alla granu-lometria dell’abrasivo contenuto con i termini di grossa, media, fine e extrafine21. Meglio la coppetta o lo spazzolino? Solitamente il mezzo per veicolare la pasta sono spazzolini in nylon monouso o coppette in gomma montati su contrangolo ad anello blu. Gli spazzolini sono più indicati per la de- tersione dei solchi occlusali, mentre i gommini si adattano maggiormente alla lucidatura di tutte le altre superfici. Per quanto riguarda le coppette nel mercato ne abbiamo una grande varietà, quelle più morbide si adattano meglio alla superficie e sono meno abrasive delle rigi- de, alcune coppette sono dotate di una lavora- zione superficiale che riduce l’effetto splatter e ne migliora le performance di cleaning (Fig. 3). Dal punto di vista ergonomico, l’ideale è utiliz- zare i gommini con la testina integrata, questi aumentano il comfort del paziente in quanto sono fatti di un materiale plastico e le dimen- sioni sono molto ridotte rispetto alle testine dei contrangoli classici; si riducono i tempi di manutenzione e sterilizzazione e soprattutto si preservano le delicate testine dei contrango- li classici dalle problematiche che insorgono quando i residui di pasta si depositano negli in- granaggi19,20 (Fig. 4). Concetto di Multi-step o One-step Per non arrecare danno al substrato che deve essere lucidato e pulito come smalto, dentina, e materiali compositi, l’agente abrasivo utilizzato per queste procedure deve avere una durezza uguale o minore alla superficie da trattare. La scelta della pasta per il polishing dev’essere Consegue che l’impiego di una pasta molto abrasiva, richiede il passaggio successivo di una pasta a bassa abrasività per favorire la lucidatu- ra di superficie. Questo passaggio viene definito “polishing multi-step” e può essere dispendioso in termini di tempo, ma il risultato finale sarà migliorativo per la superficie trattata e la con- servazione della pulizia nel tempo. Considerando le variabilità intrinseche delle paste da profilassi e la mancanza di omogeneità in termini di indice di abrasività, il passaggio da pulitura a lucidatura è preferibile farlo con del- le paste dello stesso produttore, questo garan- tirà un effettivo passaggio da una media/alta abrasività a una bassa con effetto lucidante22. In commercio esistono delle paste che grazie alla loro formulazione, passano da una granu- lometria grossa a una fine evitando il doppio passaggio e consentendo un “polishing one step”, l’utilizzo di queste paste ne richiede un uso abbondante sulla superficie e un tempo di applicazione dai 10-15 secondi per arrivare all’effetto lucidante dell’area trattata23. Quale effetto sui restauri estetici? L’igienista dentale gioca un ruolo importante nel mantenimento dei restauri dentali. Molti pazienti ricevono procedure igieniche preventi- ve due-quattro volte l’anno e la strumentazione e la tecnica scelta dal clinico può essere benefica o dannosa per denti e ricostruzioni. La sfida per l’operatore è quella di mantenere aspetto e fun- zionalità dei restauri senza danneggiarli. A tal proposito diventa fondamentale per il pro- fessionista distinguere i materiali da restauro presenti nel cavo orale del paziente prima di poter intervenire, al fine di garantirne la cor- retta manutenzione professionale. Alcuni ma- teriali, come il disilicato di litio e le ceramiche hanno una buona resistenza all’abrasione, ma alcune paste da profilassi ne possono ridurre la traslucenza24. Al fine di mantenere l’aspetto dei restauri come nuovo e il più naturale pos- sibile è importante seguire le indicazioni del fabbricante riguardo l’appropriato manteni- )al polishing cosmetico al polishing terapeutico Fare polishing significa non solo rimozione del- le macchie estrinseche, ma anche gratificazio- ne del paziente. Le nuove tecnologie utilizzate per la produzione delle paste per la profilassi sono volte a sviluppare dei prodotti altamente pulenti e poco aggressivi, proprio per evitare danni ai tessuti orali come lo smalto e la den- tina e ai restauri, sempre più presenti nel cavo orale28. Già da tempo alcune paste contenevano dei fluoruri con la funzione di rimineralizzare le superfici trattate e negli ultimi anni sono stati aggiunti altri principi attivi con nota efficacia desensibilizzante quali: sali di potassio, idros- siapatite micronizzata, arginina e calcio-fosfato con azioni note sia rimi-neralizzanti che desen- sibilizzanti29. Caratteristiche di una pasta per la procedura one-step e desensibilizzante Si è scelto di descrivere una pasta per la profilas- si che racchiude delle tecnologie innovative e che trasformano il polishing in un trattamento smalto/dentinale adatto ad ogni età e in svaria- te situazioni cliniche. ProphyCare ProphyPaste PRO (Directa) è una pasta da profilassi dotata di bassa abrasività, con una granulometria che decresce durante il suo utilizzo. Questa tecnologia permette di sfruttare un basso RDA 20 iniziale che toglie efficacemente macchie di media entità dalle superfici trattate, fino ad arrivare ad un valore RDA 5 che consente di effettuare la lucidatura del substrato in un unico trattamento, cosid- detto One-step. Durante la fase lucidante dei granuli di colore blu andranno via via disgre- gandosi indicando le tempistiche necessarie per ottenere la brillantatura delle superfici (Fig. 5). Le proprietà lucidanti di ProphyCare ProphyPaste PRO e il pH controllato la rendono particolarmente adatta al trattamento smac- chiante e alla lucidatura delle strutture implan- to-protesiche consentendo al clinico di utilizza- Fig.3 Fig.5 Fig.7 noto agente desensibilizzante, che agisce a livel- lo dei tubuli dentali alleviando la sintomatolo- gia dell’ipersensibilità che può sussistere dopo un trattamento di polishing a livello delle aree radicolari. Utilizzo di una pasta per il polishing con caratteristiche pulenti/lucidanti e desensibilizzanti: protocolli clinici Caso 1 Durante seduta di igiene orale in un bambino di 12 anni, si descrive il caso e la scelta della pa- sta per la profilassi adatta al quadro clinico. La scelta della pasta sui piccoli pazienti dev’essere orientata sulla bassa abrasività al fine di non intaccare il tessuto smalto ancora in continua maturazione e cristallizzazione. La pressione esercitata sulla superficie durante il polishing dev’essere minima per evitare eccessivi surri- scaldamenti e il gommino dev’essere morbido con testina in plastica integrata e monouso. La testina in plastica ProphyAngle ha dimensioni più contenute, rispetto al gommino inserito nel contrangolo, favorendo il raggiungimento del- le aree posteriori e aumentando il comfort del piccolo paziente. Le testine integrate monouso non provocano surriscaldamento della superfi- cie e sono igienicamente sicure. Protocollo clinico: Fase educazionale con colorazione del biofilm dentale tramite fluorescina Plac-o-Tect Directa e visualizzazione con lampada fotopolimeriz- zatrice Valo Ultradent dotata di una lente ag- giuntiva a calamita Black Light che rende visibi- le la fluorescina. L’uso di questa lente aggiuntiva permette all’operatore e al paziente di guardare la luce de-potenziata dalla lente in tutta sicurez- za e comfort (Figg. 6, 7). Eliminazione del tar- taro presente nel V° sestante con ultrasuoni a bassa potenza Acteon Satelec Pure, il manipolo dotato di luce BluLed permette di intercettare tartaro e placca durante il trattamento ultraso- nico preservando i tessuti che non necessitano di trattamento (Fig. 8). Deplaquing delle superfici dentali con una pa- sta Prophy Paste Pro Directa con fluoruro 0,1% per reintegrare la perdita di fluoro degli strati superficiali dello smalto che avviene durante il polisching (Fig. 9). Trattamento con vernice MI Varnish ad alto contenuto di fluoruro (22.600 ppm) e caseina e 2% di Recaldent OE™ (CPP-ACP) utilizzando le cialde DryDent Directa sottolinguali e paroti- dee per l’isolamento dai fluidi orali. Fig.4 Fig.6 Fig.8 Fig.9 basata sul tipo di pigmento da rimuovere e le specificità delle superfici da trattare. Paste trop- po abrasive o con grana troppo grossolana sono molto efficaci nella rimozione dei pigmenti ma possono danneggiare lo smalto e manufatti estetici creando delle rigature che possono fa- vorire il deposito di pigmenti e biofilm batteri- co21. In contrasto, paste con grana troppo fine e poco abrasive riescono a lucidare molto bene la superficie del dente, ma risultano poco effi- caci nella rimozione dei pigmenti costringendo il clinico a dover applicare una maggiore pres- sione allo strumento, aumentare il tempo della procedura e il rischio di surriscaldamento del dente al fine di ottenere risultati apprezzabili. mento25. Alcuni studi evidenziano che le paste da profilassi hanno il potenziale di aumentare la ruvidità di superficie in resine composite, ionomeri ibridi e compomeri da restauro e che ogni area irruvidita aumenta l’adesione batterica, le ricerche mostrano una correla- zione positiva tra la ruvidità di superficie e la presenza di S.mutans26. Secondo Warren e Coll, il polishing come pra- tica di routine dovrebbe essere proibito sui manufatti estetici27. Noi pensiamo che il clinico oggi dovrebbe distinguere i diversi materiali che si trova a trattare e scegliere la pasta adeguata al tipo di superficie. re un’unica pasta che si adatta al trattamento dei diversi materiali come il titanio, la zirconia, le resine composite e delle protesi favorendone una perfetta pulizia e lucidatura. La fase di lucidatura è particolarmente indicata sulle strutture protesiche e sui restauri, l’elimi- nazione delle microruvidità superficiali riduce la formazione dei pigmenti esogeni, mantenen- do l’estetica e la brillantezza del manufatto. Il basso RDA offerto da questa nuova tecnologia e il contenuto di fluoruro allo 0,1%, consente al clinico di utilizzarla anche sullo smalto dei bambini senza comprometterne la mineraliz- zazione. Nel caso di dentina esposta Prophycare Paste Pro contiene anche del citrato di potassio, Caso 2 Durante una seduta per il mantenimento paro- dontale in una paziente di 70 anni, si descrive il caso e la scelta della pasta adatta al quadro clinico. La paziente è stata trattata per una parodon- topatia generalizzata con terapia causale non chirurgica e ora viene al mantenimento pe- riodico ogni 6 mesi. La paziente presenta delle lesioni cervicali generalizzate identificate come abfraction. Alla perdita di tessuto cervicale si associa un fattore corrosivo dato da GERD (Ga- stro-Esophageal Reflux Disease) diagnosticata 5 > pagina 17

Sito