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Dental Tribune Italian Edition No. 12, 2017

10 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Dicembre 2017 I “dental therapists” chi sono costoro? Risponde Maria Perno Goldie, Past President mondiale degli igienisti < pagina 9 La terapia dentale nacque in Nuova Zelanda ne- gli anni Venti in risposta alle carenze del paese originate nella prima guerra mondiale e al con- seguente dilagare delle malattia orale. Dal 1921 la Nuova Zelanda impiega i terapisti dentali in un utilizzo di più antica data che in qualsiasi altro Paese. Originariamente defi niti come “infer- mieri dentali” lavorando principalmente nelle scuole elementari, favoriscono il primo accesso alle cure dei bambini1. In Nuova Zelanda la for- mazione dei terapeuti dentali consiste in un pro- gramma triennale che unisce igiene e terapia. I laureati possono iscriversi al Dental Council neozelandese come terapeuti o igienisti o en- trambi i modi. Facendo parte di un team odontoiatrico e for- nendo al paziente informazione ed assistenza clinico terapeutica, i terapeuti dentali vengono etichettati come professionisti della sanità orale collocandosi ad un livello intermedio, come gli infermieri professionisti in un team medico. Lavorano sulla prevenzione e riabilitazione di bambini e adulti e sotto la supervisione di un dentista possono anche estrarre denti primari. Svolgono il loro lavoro principalmente in am- bienti a basso reddito, dove le tutele socio-assicu- rative scarseggiano o sono del tutto insuffi cienti. Formati per prestare cure odontoiatriche pri- marie, di emergenza, convenienti e di buona qualità, i terapisti dentali utilizzano tecniche e strumenti collaudati per l’esecuzione di specifi - che procedure. Sono anche in grado di fare radiografi e, detar- trasi, somministrare anestetici locali, preparare e chiudere cavità, posare corone in acciaio inox e estrarre denti2. Trascorrono almeno il 20-25% del tempo in at- tività formative, rivolte alla comunità per pre- venire la malattia dentale. Di solito il terapeuta nel prestare i suoi servizi lavora in sintonia con il dentista professionista. Nel caso debba far fronte a servizi che oltrepas- sano la propria competenza, dirottano i pazienti a determinati specialisti2. Gran Bretagna e Nuo- va Zelanda sono i Paesi all’origine della terapia dentale sin dai primi anni del ‘900. In Tasmania e in Australia del Sud le Scuole di terapia dentale vennero avviate rispettivamente nel 1966 e 1973. Storia e sviluppo in ambito australiano sono sta- te illustrate in un articolo a fi rma di Julie Satur3. La professione esisteva in 50 paesi del mondo, ma non negli Stati Uniti fi nché non venne intro- dotta nel 2003 in Alaska, dove i terapisti dentali vengono chiamati “ausiliari di salute dentale” e servono solo pazienti di origine americana. Ne- gli Usa coloro che non hanno accesso ai dentisti o non possono permetterselo oggi hanno più possibilità, perché linee guida nazionali hanno introdotto il dentista terapeuta, nuovo tipo di professionista della salute orale. Il 7 agosto 2015, la Commissione sull’accredita- mento dentale (CODA) ha autorizzato una pro- cedura di formazione4. La fi gura del terapista è attualmente attiva in Alaska, Minnesota e Maine oltreché in paesi come l’Australia, la Nuo- va Zelanda. Terapisti dentali lavorano anche in Canada dove la domanda è cresciuta e dove l’ac- cesso alle cure in molte aree del Paese è un pro- blema. In Canada venne anche fondata la prima Scuola del Nord America (settembre 1972). Un esempio di questo nuovo (per gli Stati Uniti) Oral Health Workforce Models è in Minnesota e viene chiamato Advanced Therapist denta- le (ADT). Introdotto con una legge nel 2009, vi sono due modelli, uno con igiene e l’altro senza. Il livello richiesto è il Master. I servizi ADT pos- sono essere forniti sotto supervisione generale. Un ADT può eseguire tutte le operazioni di un terapeuta dentale e relative procedure, in base a un programma di collaborazione fi rmato dal dentista, ossia diagnosi orale, pianifi cazione del trattamento; lavori di routine, estrazioni non chirurgiche di denti malati. Sono frequenti le contestazioni da parte di colo- ro che accusano i terapisti dentali di non esse- re all’altezza di certe cure di appannaggio del dentista. Sulla competenza tecnica dei terapeuti dentali nelle procedure di restauro e di piccole chirurgia sono stati intrapresi studi approfon- diti. Nel 1973 Roder compì un’indagine confrontan- do i restauri compiuti dagli infermieri con quel- li dei dentisti della Scuola dell’Australia meridio- nale. Solo l’1,8% dei restauri compiuti dai primi era carente, contro il 2,6% dei dentisti5. Nel 1983, David Barnes, Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità in ambito odontoiatrico, ha condotto una indagi- ne sul Servizio dentale scolastico in Australia meridionale da cui è emerso che la qualità delle cure fornite dagli infermieri dentali scolastici era eccellente5. Un terapista dentale adeguatamente istruito è una parte vitale del team odontoiatrico. È una- nimemente riconosciuto che quelli operanti in programmi di assistenza pubblica e che si avval- gono di una buona formazione, sono in grado di dare prestazioni di qualità ai bambini, miglio- rando l’accesso alle cure con risultati effi caci e a livelli economicamente moderati5. Dental Tribune Italia bibliografi a 1. http://www.dentistryiq.com/content/dam/diq/onlinearticles/documents/2013/03/Pew_New_Zealand_dental_brief.pdf); 2. http://www.dental-therapists.com/whdt.htm; 3. https://adohta.net.au/content/history; 4. http://www.ada.org/en/coda; 5. Mathu-Muju KR, Friedman JW, and Nash DA. Oral Health Care for Children in Countries Using Den- tal Therapists the United States, Using Dentists in a Private Practice Model. Am J Public Health. 2013 September; 103(9): e7–e13. Published online 2013 September. doi: 10.2105/AJPH.2013.301251 PMCID: PMC3 in Public, School-Based Programs, Contrasted with That of Rifl essi del Jobs Act sulla situazione giuridica, fi scale e previdenziale degli Igienisti dentali Il 14 giugno 2017 è entrata in vigore la L. 22/05/2017 n. 81, meglio conosciuta come “Jobs Act del Lavoro Autonomo”, i cui rifl essi sulla situazione giuridica, fi scale e previdenziale degli Igienisti dentali sono molteplici e di grande rilievo. Primo elemento di novità (e di garanzia) è l’introdu- zione dell’obbligo di fatto della forma scritta nel contratto di committenza. Ora l’Igienista dentale potrà pretendere un contratto scritto (già da noi consigliato da quando è stata introdotta la Riforma Fornero e il contestuale tentativo di combattere il sistema delle partite IVA simulate) e potrà anche richiedere il risarcimento danni in caso di rifi uto da parte del committente studio odontoiatrico. Altro elemento di garanzia, nell’ambito del contratto di committenza, è rappresentato dal di- vieto di introdurre accordi contrattuali che prevedano un pagamento del corrispettivo profes- sionale oltre il 60° giorno dalla prestazione o dalla presentazione della fattura. Signifi cativa appare, poi, la delega al Governo per emanare, entro i successivi dodici mesi, atti legislativi sul rafforzamento delle prestazioni di sicurezza e di protezione sociale in favore dei professionisti, soprattutto di quelli iscritti privi di ordine professionale e di cassa previdenziale, ossia iscritti alla Gestione Separata Inps. Il Governo dovrebbe, quindi, emanare decreti che aumentino le prestazioni previdenziali per malattia e maternità, soprattutto prevedendo, per quanto riguar- da gli Igienisti, la possibilità di accedere all’istituto della maternità anticipata. Alle Igieniste sinora è riconosciuto solo un periodo indennizzabile di cinque mesi, ma negata la possibilità di anticipare il periodo indennizzabile in caso di maternità a rischio per la madre e nascituro. Sempre in tema di maternità (e la norma è già vigente anche se le Direzioni Pro- vinciali del Lavoro “uffi cialmente” non sanno nulla), per le lavoratrici autonome iscritte alla Gestione Separata Inps (quindi anche per le Igieniste) è stata eliminata la norma secondo cui la richiesta di indennità di maternità era incompatibile con la prosecuzione delle prestazioni professionali. Quindi, confermata l’inesistenza di un obbligo di sospensione della prestazione professionale nei primi due mesi dalla nascita e nei successivi tre, in questi cinque mesi le Igieniste dentali avranno diritto all’indennità di maternità pur continuando l’attività lavorativa. Continuando la riforma del sistema della “maternità”, la legge ha introdotto la possibilità di farsi sostituire da un/una collega di fi ducia per tutto il periodo di maternità, per non perdere il rapporto di committenza in tale periodo. Per quanto riguarda gli aspetti fi scali, il Jobs Act del Lavoro Autonomo ha introdotto ( o meglio “confermato”) la deduzione integrale delle spese per iscrizione e partecipazione a master, a corsi di formazione e aggiornamento professionale. Tale norma appariva assolutamente necessaria ove si consideri che l’Agenzia delle Entrate, sino all’introduzione della Riforma, le considerava deducibili solo per il 50%, dimenticando che, con l’introduzione del sistema della formazione continua, la partecipazione ai corsi di formazione ed aggiornamento è obbligatoria. In questa maniera si è fi nalmente chiarita la contraddizione di fondo: da un lato, infatti, si in- troduceva un obbligo di partecipazione ai corsi di formazione e aggiornamento; dall’altro, non si dava l’opportunità di dedurre integralmente le spese, secondo il principio giuridico: ove sus- siste un obbligo di spesa, deve parallelamente esservi la possibilità di dedurne integralmente i costi. Pietro Ruggi, Avvocato

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