Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

today Expodental Meeting Rimini 2017

4 Expodental Meeting • Rimini Quale odontoiatria, quale futuro col digitale? Risponde Giuseppe Luongo, presidente DDS (Digital Dentistry Society) meeting, discutevamo con altri amici su qua- le sarebbe stato, dopo l’implantologia, l’argo- mento che avrebbe tenuto banco nel prossimo decennio. Tutti concordavamo che le tecnologie digitali avrebbero costituito la migliore attratti- va, ma eravamo anche d’accordo che esistesse solo una modesta evidenza scientifica rispetto al fatto che il digitale fosse più affidabile del- le procedure convenzionali. Da questa con- siderazione nacque l’idea di fondare la DDS. Pochi mesi dopo eravamo dal notaio e da quel momento c’è stata una continua adesione al progetto. A tre anni di distanza la DDS è pre- sente in tutti i continenti, annovera tra i suoi soci attivi i migliori ricercatori e clinici interna- zionali della materia ed è diventata il punto di riferimento sull’argomento. Naturalmente siamo molto orgogliosi di questo risultato. All’Expodental Meeting di Rimini sembra che il digitale la faccia proprio da padrone, dato il fitto e dedicato spazio che è riservato al tema. Una buona occasione, quindi, per fare il punto sul digitale, applicato ovviamente all’odontoiatria… Va dato atto al Consiglio direttivo di Expoden- tal Meeting di avere compreso con chiarezza quale sarà il trend del prossimo decennio in odontoiatria e di aver invitato la Digital Denti- stry Society a curare la parte scientifica della manifestazione. Abbiamo costruito uno specifi- co format per l’evento, in cui le relazioni, tenute dai maggiori esperti del settore, saranno brevi e concise e si svolgeranno all’interno di un’area espositiva interamente dedicata al dentale. A ciascun gruppo di relazioni seguiranno sessio- ni di hands on presso gli stand delle aziende. Questo consentirà ai partecipanti di ricevere le necessarie informazioni teoriche e, al tempo stesso, vedere in funzione i moderni dispositivi digitali, valutandone personalmente gli aspetti più strettamente tecnici. La DDS sta elaborando un documento che si soffermerà sullo stato dell’arte dell’odontoiatria digitale, valutato dal punto di vista strettamente scientifico. Ci può già accennare qualcosa? Viste le premesse per cui è stata costituita, la Società ha prontamente messo in opera la realizzazione di un “consensus” per analizzare la letteratura scientifica esistente in termini di validazione dell’applicazione delle tecnologie digitali all’odontoiatria. All’evento – svoltosi a Milano lo scorso autunno e al quale è stato dato il nome di “D20” – sono stati invitati venti esperti internazionali, ripartiti in quattro sessio- ni. Ciascun gruppo ha approfondito un partico- lare settore del digitale: la radiologia digitale, l’impronta ottica, le applicazioni protesiche e quelle chirurgiche. Dove e in quale significativa circostanza “digitale” questo documento vedrà finalmente la luce? Può anticiparne i contenuti? Le analisi sono ormai ultimate e le prime bozze stanno vedendo alla luce in questi giorni. Contiamo di pubblicare i dati nei prossimi mesi e di presentare il risultati dell’intero progetto nel corso del prossimo Meeting internazionale DDS, in programma a Lione la prima settimana di ottobre di quest’anno. Le chiedo se sia d’accordo anche su un’altra osservazione fatta da Bergman: «La sfida principale è aiutare i clienti a gestire il passaggio verso un’odontoiatria digitale». Perché i clienti di una multinazionale del dentale (quindi soprattutto gli odontoiatri) debbono essere aiutati? La tecnologia va forse troppo veloce per loro? È indubbio che stiamo assistendo a una radi- cale trasformazione del nostro settore. Muta- mento epocale che coinvolge il modo in cui facciamo le diagnosi e i piani di trattamento, in cui eseguiamo le terapie e comunichiamo con i diversi operatori e i pazienti stessi. Il processo interessa fondamentalmente due aspetti prati- ci, che richiedono un’attenta analisi e capacità di discernimento: la corretta formazione che richiede un approccio completamente nuovo e la valutazione di quale investimento economico sia opportuno fare per portare il proprio studio al passo con i tempi. In entrambi questi aspetti l’odontoiatra va aiutato, e il compito deve esse- re naturalmente avviato dalle università e dalle scuole di formazione per odontotecnici. Un ruolo importante spetta anche alle società scientifi- che, ciascuna per la propria parte di coinvol- gimento nel flusso di lavoro digitale. Tuttavia, credo che in questo settore, più che in altri, una parte non meno rilevante debba competere alle industrie, che posseggono al proprio interno professionalità straordinarie che possono con- tribuire alla corretta divulgazione delle tecnolo- gie digitali nella pratica clinica quotidiana. In una recente intervista lei ha definito “strabilianti” i progressi apportati dal digitale in odontoiatria. Può spiegare il perché di tale etichetta, illustrando magari qualche caso concreto? I progressi straordinari compiuti nel nostro settore dal momento dell’introduzione delle tecnologie digitali sono evidenti. Abbiamo oggi strumenti che ci permettono di ottenere con semplicità tutte le informazioni necessarie per diagnosticare, progettare ed eseguire terapie anche complesse in maniera più semplice, più riproducibile e, in molti casi, più economica. L’aspetto più concretamente percepibile è pro- prio quello della predicibilità dei trattamenti, il cui risultato finale può essere previsualizzato in maniera sempre più precisa. Oltre a consentire un’attenta analisi di ciascun percorso terapeu- tico, questo permette un più corretto rapporto con il paziente, al quale può essere illustrato con chiarezza il piano di trattamento e i risultati raggiungibili attraverso le diverse opzioni. Grazie per l’intervista. Dental Tribune Italia Stanley M. Bergman, CEO di Henry Schein, in una recente intervista a Dental Tribune International, ha detto che «il futuro è digitale» e che tutto ciò che può passare al digitale lo farà, sottolineando che «non si tratta di comprendere se, ma quando». Al dottor Giuseppe Luongo, presidente della Digital Dentistry Society (DDS), Dental Tribune ha chiesto se sia innanzitutto d’accordo con tali affermazioni. Sono assolutamente d’accordo. In molte del- le attività quotidiane direi che già il presente è “digitale”. Noi della DDS ne siamo stati talmen- te convinti da aver sentito la necessità di fon- dare, qualche anno fa, una società scientifica che avesse come parte primaria della propria mission la corretta diffusione delle tecnologie digitali in odontoiatria. A quando si può far risalire esattamente questa idea di avere una nuova società dedicata all’odontoiatria digitale? Era il 2014, Zurigo. Al termine di uno dei tanti « pagina 3 La seconda cosa è che dovremmo saper copiare dai tedeschi. Ma non lo deve fare Expodental Meeting, bensì lo stesso comparto dentale: basta disperdere energie, soldi e tempo con una miriade di fiere e fierucole che non producono alcun ritorno. Germania (ma anche Francia) docet. La ricchezza di prodotti tradizionali e di tecnologia deve essere sola- mente all’Expodental Meeting, se, e in quanto, tale manifestazione sod- disfa i trend di mercato. Perché solo in questi giorni di manifestazione si deve trovare il meglio della produzione italiana ed estera. Tutti dovreb- bero impegnarsi nel portare prodotti innovativi, competenze, servizi customizzati, con vere offerte in grado di soddisfare ogni cliente in ogni segmento. A sostenere le aspettative non solo degli espositori ma di tutti, il resto verrebbe da sé, non solo dai numeri delle presenze. Per sintetizzare, cosa intende sottolineare nel suo intervento? Vorrei sottolineare proprio quest’ultimo passaggio, perché solo allora chiunque avrebbe il piacere di mettere in mostra qui, e non altrove, tutta l’innovazione, i nuovi materiali e tecnologie, ivi inclusi i software, perché nessuno potrà più evitare di percorrere a Expodental Meeting quei fatidi- ci diecimila passi per volersi aggiornare sulla creatività e sulla capacità della produzione. Voglio concludere con una previsione nei confronti di quei venditori che da tempo non pubblicizzano la fiera ai propri clienti per paura di perdere una vendita. Saranno loro stessi che vorranno aggiornarsi prima e meglio nella giornata dedicata all’operatore, proponendo visite guidate ai loro clienti, felici di poter esser a loro volta guidati in questi diecimila passi dalla creatività e capacità produttive. Grazie per l’intervista. Dental Tribune Italia Unità per chirurgia piezoelettrica MiniUniko.PZ L’équipe di progettazione Mariotti, in collaborazione con esperti del settore, presenta le unità per chirurgia piezoe- lettrica MiniUniko.PZ. Erogazione della potenza ultrasonica in maniera ottimale grazie all’innovati- vo controllo dinamico della frequenza per garantire una corretta erogazione di energia in ogni situazione. Frequen- za di funzionamento 27 kHz ÷ 37 kHz a scansione automatica. Prestazioni ottimali e sicurezza operativa con rego- lazioni precise di potenza e vibrazione. Sistema di controllo dell’irrigazione tramite la rinnovata pratica pompa peristaltica. Utilizzo immediato e intu- itivo tramite tastiera “touch” e ampio display. Manipolo piezoelettrico ergo- nomico e potente, privo di surriscal- damenti. Lunga durata delle parti da sterilizzare. Autoclavabili: manipolo con cavo e connettore. Per informazioni: Mariotti&C Srl micromotors manufacturer since 1973 Via Seganti 73 47121 - Forlì Tel.: +39.0543.474105 Fax: +39.0543.781811 info@mariotti-italy.com www.mariotti-italy.com

Sito