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today Expodental Meeting Rimini 2017

20 Expodental Meeting • Rimini La ricerca per Barone: «Fare con la testa quel che le mani possono affi dare alla praticità quotidiana» In odontoiatria sono tanti i ricercatori distintisi nel mondo aprendo la disciplina a nuove frontiere. Tra questi Antonio Barone, docente all’Università di Ginevra, uomo attento alle novità della ricerca, pioniere di intuizioni scientifi che con varie applicazioni cliniche e risultati incoraggianti. Vediamo. Può dirci il come e il perché del nuovo incarico ginevrino? Sono a Ginevra per una serie di accadimenti, coincidenze ed eventi positivi, e ho scelto quest’esperien- za, facendo anche qualche sacrificio, volendo essere un ponte tra qui e l’I- talia, la ricerca e l’Università italiana. Odio infatti l’atteggiamento pole- mico e qualunquista degli esterofili, non amando parlar male dell’Italia né ritenendomi un “cervello in fuga”. Perché dalla, e con, la ricerca non si fugge da niente, essendo la cosa più globale che ci sia. La ricerca studia la natura, dove non esistono inuti- li sovrastrutture in cui rinchiudersi. Studiare, fare esperienza e ricercare sono fatti globali. Ecco perché mi sento ricercatore del mondo, anzi ricercatore italiano nel mondo. In questa nuova esperienza mi porto l’Italia dentro, ricco dei valori della nostra amata terra: quell’in- tuito, freschezza, velocità di pen- siero e creatività che ci rende unici. Mi sento italiano pur rispettando e amando i valori di una nuova terra che mi accoglie, con le sue regole, i pregi, le piccole difficoltà, come in ogni luogo del mondo. Ciò che conta non è solo dove, ma il perché. Chi fa ricerca non ha tempo per sterili forme di appiattimento del pensiero, ama solo il progresso, dedica il tempo alla riflessione quando è costruttiva. Partiamo dal suo background “storico”… Iniziai ad appassionarmi alla ricer- ca scientifica e alle sue applicazioni cliniche già dalle prime fasi post- laurea all’Università di Napoli, città alla quale sono stato sempre legato per origine e per adozione affettiva. Sin dai primi anni, ho sempre visto l’Odontoiatria come scienza appli- cata, meravigliosa nel suo dualismo costante di pensiero e fatti. Ogni volta che si esegue un atto odontoiatrico si potrebbe giudicarlo un atto semplice, ripetitivo, spesso anche meccanico. Ma non è così. In quel preciso istan- te stiamo in realtà attivando eventi biologici di assoluta complessità, di conoscenza profonda e dedicata. Nell’atteggiamento di chi fa ricerca si migliora la professione, chiedendosi il ricercatore il perché di ciò che fa e che avviene, controllando nel tempo differenze, annotando eventi diversi, positivi o avversi. Ricerca è fare con la testa quello che le mani possono anche affidare alla praticità quoti- diana, ma con l’azione costante del dubbio. Con questo spirito di abnega- zione, sacrificio, curiosità e coraggio, ho affrontato la mia carriera. Ci dica anche del dopo… Già nell’anno 1990, da Napoli andai negli Stati Uniti dove, presso il Cen- tro di Bethesda “National Institute of Health”, trascorsi il mio primo perio- do americano (Summer Student), cui seguirono periodi presso l’Università di Buffalo e di Stony Brook (State University of New York): esperienze che aprono la mente, consentono di vedere oltre l’orizzonte, senza mai fermarsi. Tornato dagli Stati Uniti ho iniziato una collaborazione con il prof. Ugo Covani (conosciuto negli USA nel 1992), con il quale abbiamo prodotto anni intensissimi di clinica e di pubblicazioni, fondando una Scuo- la di formazione e aggiornamento e avviando alla ricerca e alla professio- ne moltissimi giovani. Parliamo anche di insegnamento? È l’altra mia grande passione: pri- ma all’Università di Genova, e poi nella sede definitiva di Pisa. Ricer- ca e attività clinica, formazione ed educazione: per vent’anni ho svolto queste attività in una squadra mera- vigliosa. Sull’onda della passione ho diretto società scientifiche, scritto testi, collaborato con aziende, cre- ando con il nostro gruppo di lavoro una squadra attiva e sensibile, che mi auguro veda in me non solo un docente ma un riferimento, un colla- boratore stimolante. A quali progetti sta lavorando? A moltissimi, in più branche della professione. Sicuramente, lo studio dei farmaci e dei nuovi farmaci e le loro interazioni con l’implantologia e il cavo orale, la loro conoscenza e gestione: tra questi, il grande e lungo capitolo dell’antibioticoterapia. In secondo luogo, i biomateriali, e soprattutto come veicolare sostanze, fattori di crescita con le nanotecno- logie, la proteomica di alcuni eventi biologici. E ancora: spunti di medici- na predittiva, neoangiogenesi, riva- scolarizzazione in chirurgia ossea ricostruttiva, bioassorbimento, bio- degradazione, tecniche di chirurgia mini-invasiva, con uno sguardo nel profondo dove la biologia è più det- tagliata, complessa, entusiasmante. Ai giovani cosa vorrebbe dire? Un primo messaggio lo rivolgo ai miei colleghi docenti nelle università italiane: crediamo in questa istitu- zione. “Università” significa cosmo della conoscenza, diversità, entropia della conoscenza, eccellenza. Cre- diamo nei giovani e nelle loro qualità. Auguro a tutti loro di fare un percorso simile al mio, che dal niente porta lontano. Lo dico sempre ai miei allie- vi: bisogna sacrificarsi per vedere nuovi paesaggi, sognare e studiare, praticare oltre che pensare, applicar- si. Auguro a tutti, però, anche una vita di creatività infinita, fatta della semplicità delle piccole cose e della grandezza dei progetti più ambiziosi. Equilibrio tra sogni e sconfitte, tra ambizione e sofferenza: solo in tale dualismo vi è la sintesi di una possi- bile felicità. Luigi Grivet Brancot A Torino primo corso universitario di Linguistica medica e clinica Ha preso il via lo scorso 24 aprile (fino al 7 giugno 2017), presso l’Università degli Studi di Torino, il primo corso di Linguistica medica e clinica, all’interno della Laurea magistrale in Scienze linguistiche (Dipartimento di Studi umanistici, Scuola di Scienze umanistiche). Si tratta del primo insegnamento in Italia dedicato a que- sta disciplina. Il corso è per ora rivolto a studenti di area umanistica, ma l’obiettivo è quello di poterlo estendere anche ai medici in formazione. La linguistica medica studia – con un metodo testua- le – l’ampio tema della comunicazione in ambito medi- co-sanitario. In particolare analizza i passaggi cruciali, come la relazione tra medico/operatore e paziente, il discorso possibile nella terapia, gli strumenti comuni- cativi dell’atto medico e la dinamica della trasmissione dell’informazione al cittadino/paziente. Il versante clinico è invece dedicato ai casi di “disfunzionamento” linguistico, soprattutto di ambito psicopatologico, attraverso la descrizione e l’analisi delle forme che la lingua può assumere in pazienti psi- cotici, autistici e con la sindrome di Alzheimer. Tenuto da Raffaella Scarpa, docente di Linguistica italiana all’Università di Torino, il corso è un punto di arrivo di un lungo periodo di ricerca e sperimentazione che negli anni ha visto anche esperienze di insegna- mento all’interno di strutture universitarie mediche. In questi anni è nato il Gruppo di ricerca “Remedia – lin- gua medicina malattia” costituito da studiosi che inda- gano le sinergie tra linguistica e scienza medica. Il corso universitario dà anche la possibilità di svolgere tirocini pre-laurea della durata di 150 ore presso le strut- ture sanitarie con cui Remedia, nel corso degli anni, ha attivato apposite convenzioni di collaborazione a fi ni di ricerca. I tirocinanti, che svolgono attività di osservazio- ne e supporto, imparano le tecniche di discorso e pro- pongono nuove modalità di interazione alla luce dei loro studi. Lavorano in collaborazione con gli operatori e con i pazienti per raccogliere testi e testimonianze da sottopor- re ad analisi, proponendo nuovi metodi di raccolta-dati. Il progetto ha quindi un obiettivo formativo: cerca- re di definire una nuova figura di professionista della parola, che possa offrire al contesto sanitario compe- tenze e strumenti innovativi a partire dalla linguistica medica e clinica. Per informazioni: Remedia – Tel.: 335.6410331 Ufficio Stampa FNOMCeO

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