Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

today Expodental Meeting Rimini 2017

2 Expodental Meeting • Rimini La presidente UNIDI: «A Expodental Meeting la miglior selezione, in qualità, di quanto propone il mercato globale» « pagina 1 Quali sono le novità assolute di questo Expodental Meeting? La grande novità è EXPO3D, un intero padiglione dedicato al digi- tale: si tratta di un format completamente nuovo, pensato per aiuta- re il professionista a farsi una visione completa e attuale sul digital workflow, affiancando merceologia e cultura: l’obiettivo è favorire la crescita professionale promuovendo una maggiore digitalizzazione dello studio e del laboratorio, attraverso la formazione offerta dai mas- simi esperti accademici, professionali e aziendali del settore. In apertura dei lavori avremmo la presentazione di un’analisi detta- gliata dello stato del mercato digitale offerta dalla Key-Stone; succes- sivamente, nelle sale congressuali si svolgerà un intenso programma scientifico per fare formazione sul tema, in collaborazione con i princi- pali esperti accademici e con le associazioni del settore: Digital Den- tistry Society, Rochester University, il Digital Group del San Raffaele, AIOP, ANDI, AIO, ANTLO, a cui si affiancheranno moltissimi workshop. Il format decisamente diverso sarà costituito dalla vetrina in cui le aziende metteranno a disposizione di EXPO3D le proprie tecnologie digitali, suddivise in tre macro-aree: dai macchinari per l’acquisizione dell’immagine ai software di modellazione CAD, fino ai dispositivi per la realizzazione dei manufatti con tecnologia additiva, passando per i materiali. Tutto questo consentirà ai visitatori di ottenere, nell’arco delle tre giornate, una solida e valida informazione su come migliorare ed attualizzare i propri processi. Ovviamente, non abbiamo tralasciato neanche la formazione classi- ca, a cui saranno dedicati moltissimi incontri all’interno degli altri padi- glioni, mentre un’altra novità è l’introduzione di un progetto specifico dedicato al sociale. Partendo da questa edizione, ogni anno UNIDI farà un focus su un’associazione specifica, coinvolgendo gli espositori, che avranno la possibilità di donare uno o più prodotti/articoli al termine della manifestazione. Quest’anno ospiteremo ANDI Onlus, Emergency, Smi- le Mission, Overland, la Fondazione Francesca Rava, SIOH, e il focus 2017 sarà dedicato a San Patrignano. Cosa si aspetta lei da questa edizione? Il settore si sta evolvendo, e anche la nostra Associa- zione: ci aspettiamo che Expodental Meeting continui ad essere lo specchio di questo cambiamento. L’anno scorso è stato un successo. Abbiamo avuto modo di vedere l’interesse dei visitatori per la manifestazione e per gli eventi scientifici e culturali, oltre alla soddi- sfazione delle aziende. Da lì in poi abbiamo lavorato nell’ottica di migliorare e far crescere la manifestazio- ne, puntando sull’innovazione. Per il lungo termine, l’obiettivo è di far sì che Rimini, a maggio, diventi il polo del dentale: è in questo senso che si stanno rivolgendo i nostri sforzi per coinvolgere le associazioni scientifiche e sociali del settore. Non si tratta solo di allargare la forbi- ce di eventi che si svolgeranno a Rimini nella settimana di Expodental o di riunire i principali stakeholders del settore in modo da creare un polo decisionale, ma di fare sistema e creare un momento di incontro e aggregazione per tutti. Ritiene che Expodental Meeting possa a buon titolo considerarsi l’erede italiana di IDS? Considerando l’alto grado di eccellenza di tutto il comparto dentale italiano, che lo pone tra i primi al mondo, non è nostra aspirazione diventare un contenitore massivo come IDS, bensì offrire la giusta vetrina dei prodotti e delle soluzioni adatti al nostro mercato. A tal proposito, abbiamo pensato e realizzato un evento di grande interes- se per il giovedì, “Colonia parla italiano”, in cui Maurizio Quaranta e Renzo Revello illustreranno agli operatori le principali novità del settore presentate a Colonia nonché i trend che si prevedono per un immediato futuro. Ma il tutto focalizzato sulle reali esigenze del nostro operatore italiano. Di certo possiamo dire che, anche se non raggiungeremo mai le dimensioni e il numero di visitatori di IDS, siamo e saremo sempre più in grado di offrire – e non solo ai visitatori italiani – la migliore selezio- ne, in termini qualitativi, di quanto viene proposto nel mercato globale. Dental Tribune Italia Roberto Rosso (Key-Stone) sul digitale nel dentale e sul… cambio di paradigma Mi riferisco a un “modello di riferimen- to”, inteso soprattutto come un ruolo ben delimitato e preciso degli attori della filiera. Ebbene, non è già più così. L’odontotecni- co si trasforma da ottimo “artigiano della biomeccanica” – competenza che non può assolutamente tralasciare – a tecni- co evoluto e in costante aggiornamento dell’ambito digitale, spesso con il mouse al posto della spatola, rischiando di dover mettere in archivio anni e anni di expertise con quei materiali e quelle metodiche che presto potrebbero essere in disuso. Con un profilo formativo, a iniziare dal percorso scolastico, assolutamente non più adatto al ruolo attuale e alla necessità di interloquire a pari livello con clienti e fornitori, con un grave rischio di delegittimazione del proprio riconoscimento sociale. Altri soggetti della filiera odontotecnica, a monte e a valle, come i fabbricanti e i suoi stessi clienti dentisti, entrano direttamen- te nel processo produttivo, con non pochi rischi di conflittualità e confusione di ruolo, nonché con l’assoluta necessità strategica di effettuare investimenti che non sono alla portata del modello di business tipi- co del piccolo laboratorio artigianale che caratterizza il nostro settore odontotecnico. D’altro canto, i fabbricanti, che per decenni si sono occupati di produrre e distribuire materiali, entrano in modo dirompente nel mondo dei servizi, producendo manufatti protesici e ortodontici in luogo del labo- ratorio. E quello che all’inizio sembrava un allargamento della propria proposta di valore, ora sta diventando “core business”, anzi lo è già diventato per primari operatori internazionali attraverso mirate acquisizioni nell’ambito tecnologico. Forse solo per lo studio dentistico, il modello di riferimento cambia più lentamente, ma le nostre ricer- che dimostrano che è proprio il comparto in cui una parte degli operatori sono più a disagio, per l’indubbia difficoltà nell’affron- tare una curva di apprendimento che non si presenta priva di ostacoli e incognite. Limitandosi al rapporto domanda/offerta, si può affermare che è più vivace in ambito odontostomatologico rispetto ad altri della medicina, date le caratteristiche proprie della professione odontoiatrica? Non conosco in modo così approfondito altri ambiti della medicina, che senza dub- bio è in costante evoluzione secondo una traiettoria di crescita e rinnovamento conti- nuo. I grandi investimenti, inoltre, spettano agli enti e non a micro imprese come quel- le di dentisti e odontotecnici, per questo motivo quanto sta avvenendo nel dentale è originale e dirompente. Nell’ipotesi, nemmeno troppo ottimi- stica, di circa 10.000 operatori (dentisti e odontotecnici) che investono mediamente tra i 20 mila e gli 80 mila euro in pochis- simi anni, ci troviamo di fronte a valori impressionanti, di almeno mezzo miliardo di euro, che vanno a cambiare in modo sostanziale l’asset patrimoniale del settore. L’aggregato di tutti questi investimenti ori- gina una “macchina produttiva” che deve funzionare, impieghi che devono assoluta- mente poter contare su un ritorno dell’inve- stimento. In parte si genererà dall’indubbio vantaggio competitivo dei più virtuosi ma, dall’altro, deve poter contare sull’evoluzione della domanda, in un settore in cui i prezzi medi delle prestazioni non stanno certa- mente aumentando. Tale situazione non rischia di creare una certa inquietudine tra i dentisti e gli odontotecnici? Certamente sì. Il disagio è spesso laten- te, ma la nostra ultima ricerca, presentata in Expo3D, evidenzia una grande necessità da parte degli operatori di essere suppor- tati, e non solo in ambito tecnico. Il primo risultato sorprendente di questo importante studio di mercato – effettuato su un cam- pione rappresentativo di oltre 500 dentisti – dice che tra coloro che hanno già acqui- stato uno scanner intraorale o un fresatore chairside, circa il 70% ha affrontato la spe- sa “di pancia”, ovvero ritenendo che fosse la cosa giusta da farsi, ma senza entrare in calcoli di possibile ritorno dell’investimen- to, di fatto senza un businessplan. Tutto ciò è abbastanza normale, poiché i primi a investire sono di fatto dei “pionieri” e, nor- malmente, possono anche permettersi un rischio economico comunque sostenibile. Ma man mano che il mercato vede affacciarsi operatori più cauti e riflessivi (ed è un percorso fisiologico), cresce una certa inquietudine sull’onere che può comporta- te l’entrata nel mondo del digitale, un peso che non riguarda solo il costo delle tecno- logie, ma anche la gestione della curva di apprendimento, il rischio di insuccessi dovuti alla scarsa dimestichezza con le tec- nologie, la preoccupazione per il possibile ridursi della predicibilità del proprio lavoro. Dalla ricerca, prima qualitativa attraverso un approfondito approccio psicologico, poi quantitativa con una valenza più statistica, emerge la necessità che il sistema nel suo complesso supporti il cambiamento attra- verso una maggior vicinanza dei fornitori, che non possono assentarsi dopo la ven- dita, degli odontotecnici, che devono poter supportare i propri clienti dentisti e dei con- sulenti che dovrebbero aiutare il professio- nista nel pianificare le corrette strategie conseguenti all’investimento, in una logica di maggior efficacia commerciale e miglior controllo della gestione. m. boc Editorial/ Administrative Office Phone Fax Internet Publisher Director of Finance and Controlling Managing Editor Product Manager Production Executive Advertising Disposition Dental Tribune International GmbH Holbeinstraße 29 04229 Leipzig Germany +49 341 48474-302 +49 341 48474-173 www.dental-tribune.com Torsten R. Oemus Dan Wunderlich Daniel Zimmermann Claudia Salwiczek-Majonek Gernot Meyer Marius Mezger Supplemento n. 2 di DENTAL TRIBUNE Italian Edition anno XIII n. 5 Anno XIII n. 1 - Maggio 2017 Direttore responsabile: Massimo Boccaletti Redazione italiana: Tueor Servizi Srl [redazione@tueorservizi.it] Ha collaborato: Rottermaier - Servizi Letterari (TO) Stampa: Del Gallo Editori DGE Green Printing srl Via Tornitori 7 - 06049 Spoleto (PG) - IT Pubblicità: Tueor Servizi Srl [segreteria@tueorservizi.it] Alessia Murari [alessia.murari@tueorservizi.it] Stefania Dibitonto [s.dibitonto@dental-tribune.com] Il magazine e tutti gli articoli e le illustrazioni sono protetti da copyright. Qualsiasi utilizzo senza previo consenso del curatore o del’editore è inammissibi- le e passibile di azione penale. Nessuna responsabilità deve essere assunta per le informazioni pubblicate su associazio- ni, aziende e mercati commerciali. Termini e condizioni generali si applicano, foro competente è Lipsia, Germania. « pagina 1 Si tratta forse di una ricostruzione storica dell’avvento digitale nell’o- dontoiatria? Parzialmente. Si tratta di una ricostru- zione storica, ma in chiave prospettica. Mi spiego: osservare l’evoluzione dell’avvento del digitale, comparandola soprattutto con quanto sta accadendo in altri Paesi “odon- toiatricamente” a noi vicini, ci consente di ipotizzare in modo piuttosto verosimile quanto potrà avvenire nel futuro prossi- mo, sempre più attuale, poiché il tasso di crescita del flusso digitale ha dimensioni incredibili, una progressione di tipo geome- trico. E la grandissima crescita di quest’ul- timo anno – favorita anche dagli incentivi fiscali in atto – non è che un preludio di un un mutamento radicale nel modo di fare protesi nel nostro Paese. Un cambiamento senza ritorno, che obbliga la professione odontoiatrica ad adattarsi a nuove meto- diche di lavoro, a nuovo modo di pensare l’odontoiatria e le relazioni con pazienti e fornitori. Non senza qualche frustrazione da parte di chi lo vive in modo passivo, sen- za passare attraverso l’accettazione delle nuove tecnologie per entrare in un percorso di sviluppo professionale e personale che mette in discussione antichi paradigmi. A proposito di paradigmi, cosa significa quel “cambio di paradigma” di cui si accenna nel titolo?

Sito