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Lab Tribune Italian Edition No.1, 2017

Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2017 Case Report 3 Rifacimento di una protesi rimovibile. Case report Dr. Carlo Ercolani*, dr. Roberto Ercolani*, odt Emanuele Giunchi**, odt Luca Cattin** * Medico chirurgo odontoiatra, titolare studio a Ravenna ** Socio del laboratorio odontotecnico Unilab di Foschi, Giunchi e Cattin a Ravenna < pagina 1 Vale a dire realizzare una protesi adeguata all’età, che soddisfi l’idea di bellezza del cliente e abbia un aspet- to vitale. Osserviamo il caso di una paziente, una signora di 75 anni in pensione (Fig. 1), si presenta con un vecchia protesi ancorata a due OT Cap nella quale sono state effettuate numero- se aggiunte denti. La protesi nel cor- so degli anni ha riportato differenti anomalie quali: una fortissima usu- ra a livello occlusale dei denti; una considerevole instabilità dovuta al riassorbimento osseo fi siologico e a una ridotta lunghezza dei bordi e frequenti rotture nella zona sotto- stante gli OT Cap. Abbiamo subito eseguito sulla paziente una riba- satura con del Fitt Kerr (Fig. 2), per consentirle un’adeguata stabilità ed effi cienza masticatoria. In tal modo la protesi è stata resa maggiormente confortevole, considerando anche gli elementi di disagio riportati dalla paziente. In prima battuta è oppor- tuno rilevare le impronte delle vec- chie protesi, montarle in articolatore ed esaminare i modelli per eviden- ziare anomalie e modifi che da ap- portare. Solitamente, in questo tipo di rifacimenti gli elementi da valu- tare sono: la dimensione verticale (che nella stragrande maggioranza dei casi è ridotta); il tipo di dente in commercio da utilizzare; e la tipo- logia di cuspidazione (scelta in base alla quantità ossea sottostante). Un ulteriore aspetto da tenere in consi- derazione è il montaggio dei denti; quest’ultimo deve rispettare tutte le caratteristiche di montaggio della protesi mobile a seconda della scuola di pensiero sposata dal tecnico (Ger- ber, Pound o Slavicek). Viene stabilito un progetto tecnico in accordo con il medico e il paziente che esporrà le problematiche riscontrate nella vec- chia protesi e illustrerà le sue aspet- tative. Successivamente, si procede con l’impronta defi nitiva della parte inferiore tramite l’uso, se possibile, di un cucchiaio individuale e un ma- teriale da impronta rigido, in questo caso è stato utilizzato un polietere. Nella fase dell’impronta si posizio- nano dei transfert sopra le sfere degli OT Cap, una volta presa l’impronta si inseriscono gli analoghi nella stessa e si sviluppa il modello master. Fatto il modello di lavoro si costruisce un vallo con base in resina con il quale si prenderà la dimensione verticale (in questo caso si è deciso di rialzar- la di circa 2 mm per compensare la forte usura dei denti). Montati tutti i modelli sull’articolatore (Figg. 3a, 3b) si parte realizzando il montaggio dei denti su cera (Fig. 4) con base in resi- na, che conferisce una maggiore sta- bilità nella prova estetica. Successi- vamente, si fanno delle mascherine in silicone che servono per valutare gli spazi durante la costruzione del rinforzo metallico. > pagina 4 Fig. 2 - Protesi ribasata con Fitt Keer. be smart Il contenitore di cappette autoparallelizzante della linea Ot Equator fulcro di rotazione contenitore in titanio+TiN meccanismo basculante cappetta ritentiva Inserzione atraumatica Corregge disparallelismi fino a 50° 25° 50° 25° Via E.Zago 10/abc 40128 Bologna (Italy) Tel. +39 051244510 w w w . r h e i n 8 3 . c o m • i n f o @ r h e i n 8 3 . c o m

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