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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No.3, 2016

45 3_2016 formazione _ l’intervista senza dover sollevare un lembo chirurgico (la cosiddetta “chirurgia flapless”) e con sensibile riduzione del disagio post-operatorio. La dia- gnosi ottenuta con immagini CBCT e la pianifi- cazione 3D guidata da software CAD e relativa mascherina chirurgica aiutano molto nell’ese- cuzione dell’intervento: si hanno informazioni esatte su come e dove collocare gli impianti. Terapia personalizzata, ma non è la sola. Oggi è infatti possibile fabbricare “impianti per- sonalizzati” (custom-made) di varie forme (root analogue implants, blade implants e impianti maxillo-facciali) attraverso le tecniche di ad- ditive manufacturing tramite laser (direct laser metal forming, ossia la fabbricazione diretta tramite laser). Il nostro gruppo ha recentemen- te pubblicato diversi lavori scientifici relativi a questa tematica, impiegando impianti custom- made in titanio: i risultati clinici a 5 anni sem- brano estremamente promettenti. Oltre al tema degli impianti personaliz- zati, lei e il suo gruppo avete affrontato l’ar- gomento degli innesti ossei “custom-made” pubblicando alcuni lavori. Quali vantaggi per il paziente? Gli innesti ossei custom-made rappresen- tano un’ulteriore applicazione di terapie per- sonalizzate nell’ambito della chirurgia rigene- rativa ossea. Possiamo definirli come tecniche digitali innovative con l’utilizzo di biomateriali di sintesi 3D. Abbiamo iniziato questo percorso circa dieci anni fa con il prof. Aldo Macchi e con una prima pubblicazione nel 2006. Anche in questo caso, si utilizzano le immagini del paziente fornite dalla CBCT e rielaborate con opportuni software fino a una ricostruzione in 3D dei mascellari sulla quale viene eseguita un’accurata diagnosi, con una precisa quan- tificazione dell’osso mancante e la forma del sostituto osseo da inserire. In questo modo si progetta un innesto di biomateriale che, una volta inserito, combacia esattamente con la cresta ossea residua. Il pia- no terapeutico viene così stabilito in base alle necessità terapeutiche del paziente. Realizzato al computer, il progetto viene quindi inviato per la produzione attraverso fresatura ad aziende certificate: il blocco di biomateriale viene otte- nuto nella forma e dimensioni definite dal pro- getto, ricavando così in maniera esatta un inne- sto che coincide con la parte di osso mancante. L’intervento di posizionamento dell’innesto sul paziente verrà quindi eseguito in maniera più sicura, senza, a volte, lunghi adattamenti in- traoperatori. L’innesto personalizzato può oggi essere realizzato anche con tecniche innovative alternative alla fresatura, come il 3D printing. Nel prossimo futuro potrà essere caricato con cellule staminali e fattori di crescita. In conclusione, quali sono, ad oggi, i li- velli di evidenza scientifica delle tecnologie digitali? Ve ne sono diversi. Per esempio, in protesi, l’impiego di restauri in zirconia e disilicato di li- tio comincia ad essere ben documentato, con notevole quantità di lavori presenti in letteratu- ra. Lo stesso si può dire per le metodiche di chi- rurgia guidata, mentre in altri ambiti l’evidenza scientifica è scarsa. Una maggior conoscenza di queste metodiche aiuterà il professionista a orientarsi fra le tante offerte del mercato. Que- sto rientra negli obiettivi del corso. La Digital Dentistry Society (DDS), società internazionale che abbiamo fondato nel 2014 insieme a Giuseppe Luongo, può contare oggi oltre 130 clinici e ricercatori attivi nel digital e provenienti da 35 diversi Paesi. Aiuterà a dif- fondere la conoscenza di tali tecnologie pro- muovendo ricerca e studi scientifici. Sulla DDS, tutte le informazioni sul sito: www.digital-dentistry.org.

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