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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No.3, 2016

15 3_2016 1. Zogheib LV, Bona AD, Kimpara ET, McCabe JF. Effect of hydrofluoric acid etching duration on the roughness and flexural strength of a lithium disilicate-based glass ceramic. Braz Dent J. 2011; 22(1):45-50. _bibliografia I visita II visita III visita IV visita V visita VI visita VII visita VIII visita Impronta in alginato Prova della dima radiografica Valutazione TAC Chirurgia implantare guidata Impronta impianti Consegna pilastri definitivi Prova Consegna corone definitive Laboratorio odontotecnico TAC o CBCT Pianificazione implantare Prova struttura Scelta colore Guida chirurgica Consegna provvisorio I visita II visita III visita IV visita Impronta ottica dell’area edentula Chirurgia guidata con Optiguide Impronta a livello dell’impianto Consegna pilastri definitivi Esame CBCT a bassa dose Impronta digitale pilastri Progetto implanto- protesico Consegna corone definitive Tab. 2, Graf. 2_Il flusso di lavoro analogico. Tab. 1, Graf. 1_Il flusso di lavoro digitale. Fig. 23_OPT finale. _Cementazione delle corone in disilicato definitive Dopo essere stati avvitati sugli impianti con vite d’oro e torque a 20 Ncm (Figg. 14, 15), è stata rilevata un’impronta digitale dei pilastri (Figg. 16, 17) per la realizzazione di 5 corone definitive in disilicato di litio (IPS e.max CAD, Ivoclar Vivadent), progettate e fre- sate in studio (CEREC MCXL, Sirona Dental Systems GmbH) secondo il protocollo chairside (Fig. 18). Dopo aver controllato l’occlusione, e ottenuta l’approva- zione estetica da parte del paziente, le corone sono state glasate, mordenzate per 40 secondi con acido fluoridrico al 5%1 (Fig. 19) e cementate definitiva- mente con un cemento resinoso duale (Max-Cem, Kerr) (Figg. 20-23). _Conclusioni L’implantologia protesicamente guidata che se- gue un percorso tradizionale richiede diversi appun- tamenti per essere messa in pratica. Si devono rile- vare impronte preliminari e basarsi su una ceratura realizzata dall’odontotecnico, che comunque diventa molto difficile combinare con l’esame radiografico 3D delle basi ossee (Tab.1, Graf. 1). Oggi, invece, il mondo digitale mette a disposizione strumenti nuovi che permettono di raggiungere gli stessi risultati, in termini di accuratezza, precisione e predicibilità, con- traendo in modo significativo il numero di sedute per il paziente utilizzando un’impronta ottica e una CBCT a basso dosaggio (Tab. 2, Graf. 2). La combinazione della radiologia 3D con la pianificazione protesica 3D semplifica la riabilitazione implantare complessa. Le tecniche digitali permettono ai clinici di simulare la riabilitazione implantoprotesica a un livello quanto più dettagliato e avanzato possibile, minimizzando il numero di procedure e aumentando l’efficacia del flusso di lavoro. Non va dimenticato, infatti, che ogni passaggio in più aumenta la possibilità che si inseriscano errori nelle procedure. Attraverso il pro- tocollo VRC, il clinico può pianificare virtualmente il caso, individuando tutti i requisiti protesici necessari che guideranno l’inserimento dell’impianto e la sua posizione. La fase protesica sarà quindi poi solo la conseguenza e la messa in pratica di un piano di trattamento già precedentemente verificato. L’articolo è stato pubblicato su Implants Italian Edition, gennaio 2016. Fig. 23 Graf. 1 Graf. 2 digital dentistry _ implantoprotesi

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