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Implant Tribune Italian Edition No.4, 2016

21 Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2016 Industry Report Valutazione a 12 mesi degli impianti Easyfor cilindrici secondo i criteri di successo/insuccesso descritti in letteratura, studio prospettico multicentrico. Analisi su 50 casi B. Fornengo Introduzione Negli ultimi 25 anni l’uso di impianti dentali è diventato un metodo di trat- tamento affidabile per pazienti eden- tuli o parzialmente edentuli, con alti tassi di successo in entrambe le spe- rimentazioni precliniche e cliniche1 . Il miglioramento del tasso di succes- so cumulativo va di pari passo con il miglioramento dello stato di avanza- mento di osteointegrazione2 . L’osteointegrazione degli impianti dentali rappresenta una complessa serie di fasi distinte e sovrapposte3 . Inizialmente le fasi dell’osteointegra- zione sono simili a quelle della ripara- zione di fratture ossee abbinate a una stabilità primaria. In questo modo il passaggio dalla stabilità meccanica primaria, fornita dal design dell’im- pianto,allastabilitàbiologica,èfornito da osso neoformato4 . L’avvenuta osteointegrazione è corre- lata a diversi fattori, i quali dipendono inpartedalpaziente(fattoribiologici)5 , in parte dal clinico (modus operandi nella preparazione del letto implan- tare)6 , in parte dai materiali utilizzati (titanio ecc). Per quanto riguarda i ma- teriali per impianti dentali utilizzati nellacostruzionedell’impiantostesso, gli studi dimostrano che un aumento dei tassi di osteointegrazione possono essere raggiunti con configurazione della superficie macro- e microtratta- ta7 . Per questo motivo la ricerca sugli impianti dentali per migliorare le pre- stazioni cliniche si è concentrata sullo sviluppodinuovimateriali,variazioni di forma e modifiche di trattamento di superficie implantare. Ifattorichecontribuisconoalraggiun- gimento dell’osteointegrazione, dun- que, sono le caratteristiche specifiche delmaterialetitanio–lamacrogeome- tria (forma e disegno dell’impianto), la microgeometria (caratteristiche della superficie) (Figg. 1a, 1b). A partire dai primi sistemi implantari, sono state sviluppate svariate forme di impianti, quali ad esempio impian- ti a lama, conici, cilindrici, a vite, cavi, pieni, con vari tipi di filettature e sca- nalature per migliorare l’efficienza di taglio e la ritenzione nell’osso ecc.; diversimateriali,qualititaniopuro,le- ghe di titanio, alluminio, zirconio ecc.; numerose configurazioni di superfi- cie, quali impianti a superficie liscia (machined), macro, micro e nano-ru- gosa, porosi, ricoperti di idrossiapatite (HA), TPS (Titanium Plasma-Sprayed), mordenzati con acidi (acid-etched), sabbiati e mordenzati (SLA) ecc. Sono stati anche sviluppati diversi tipi di connessioni con I’abutment, nel tenta- tivo di migliorare la stabilità e l’accop- piamento tra fixture e abutment (ad esempio,connessioneinterna),diverse formedellaporzionecoronaledell’im- pianto per ridurre la perdita ossea (platform switching, wide platform), o migliorare il fattore estetico (ad esem- pio, scalloped implants) ecc. Ciascuna di queste caratteristiche pre- senta proprietà differenti, e si è visto che la risposta del tessuto osseo può variare grandemente in funzione del- le caratteristiche dell’impianto8 . Si è osservato che le superfici sabbia- te, mordenzate con un trattamento a base di acido cloridrico e acido solfo- rico possiedono un’elevata capacità di ritenzione nei confronti della trama di fibrina,chesiformanelprocessodico- agulazione attorno all’impianto. I filamenti di fibrina faciliterebbero inoltre la migrazione guidata degli elementi cellulari osteogenici fino a livello della superficie impiantare, sti- molando una crescita ossea per con- tatto,apartireappuntodallasuperficie dell’impianto.Talisuperficisembrereb- bero particolarmente adatte ad essere utilizzate nel carico anticipato, grazie alla loro capacità di indurre la crescita ossea in tempi brevi, e quindi di acce- lerareilprocessodiosteointegrazione9 . > > pagina 22

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