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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No.2, 2016

2_2016 44 l’intervista _ Ulf Glendor _La sua risposta suggerisce che ci sono lacune anche tra i professionisti? Sfortunatamente i corsi di molte scuole den- tali non coprono adeguatamente questo tema, spesso lo sforzo dipende dall’interesse degli inse- gnanti verso l’argomento. Per esempio, all’Univer- sità del Kuwait il tema è trattato a fondo poiché i docenti lo tengono in grande considerazione. _Per migliorare la conoscenza e le com- petenze in quest’area ha sviluppato la Dental Trauma app nel 2012, come funziona? L’app Dental Trauma First Aid può essere sca- ricata sullo smartphone, iOS o Android. Può essere utilizzata dovunque e in qualunque momento, per esempio sulla scena di un incidente. I dati ci dicono che due individui su tre, tra i 16 ei 30 anni, van- no incontro a incidenti tra le sei di sera e le sei del mattino, sia durante la settimana che nei week-end, quando la maggior parte delle cliniche sono chiuse; questosignificachesonolepersonepresentiduran- te l’incidente che devono agire. Dal momento che ci sono solo quattro tipi di traumi dentali è piuttosto semplice, anche per chi non è esperto, identificare grazie alle immagini fornite dall’app di quale lesio- ne si tratti. Il dente è caduto, fratturato, dislocato o leggermente mobile? Una volta stabilito questo, l’app spiega passo per passo che cosa fare, consi- gliando anche se è il caso di recarsi dal dentista con urgenza. Inoltre, l’app suggerisce cosa fare una volta a casa dando istruzioni di cura, igiene orale e consigli su come tenere sotto controllo il dente. Questo anche perché l’esperienza ci dice che le istruzioni del dentista vengono spesso dimenticate una volta lasciato lo studio. _L’app è disponibile in 18 lingue e in 67 Paesi, com’è stata accolta dalla comunità dentale? Dovunque vado e chiunque in- contro, per esempio durante le con- ferenze, le persone esprimono il loro apprezzamento. Quando i membri della IADT – International Association of Dental Traumatology, presentano la loro ricerca, solitamente raccomanda- no l’app. Un recente articolo scientifi- co uscito sul Dental Traumatology – la rivista ufficiale della IADT, ha eviden- ziato come la Dental Trauma app sia l’unica sostenuta dall’associazione e la sola che può vantare una così lar- ga diffusione. Il sostegno della IADT è decisamente un segno della validità scientifica dell’app. La mia speranza è che un giorno ogni inse- gnante, allenatore, ufficiale di polizia o unità di soccorso sia in grado di usare l’app. È economica e gli aggiornamenti sono gratuiti. _Oltre all’app di cosa c’è bisogno per au- mentare la consapevolezza sui trauma dentali? Se solo sapessi darle una risposta! Come al solito non tutti i temi sono affrontati allo stesso modo e in maniera adeguata dalle scuole dentali. Molto dipende dal docente e dal modo in cui svi- luppa il tema. Si tratta di un processo in corso e la cosa migliore che possiamo augurarci è avere studenti interessati e motivati che possano porta- re avanti il lavoro. Fino ad allora la consapevolezza sui traumi dentali dovrebbe essere veicolata nello stesso modo, con lezioni, manuali e tutti gli stru- menti comunicativi adatti. Nonostante molte persone utilizzino Internet per cercare informazioni, è nostra responsabilità in quanto professionisti e dentisti presentare stru- menti adeguati attraverso i quali ottenere infor- mazioni corrette. L’idea per l’app Dental Trauma mi è venuta in sogno. Ho sostenuto io tutti i costi per il suo sviluppo perché avevo il desiderio di aiutare il prossimo. Grazie molte per l’intervista. _A cura di Dental Tribune International L’app Dental Trauma First Aid indica cosa fare passo dopo passo in caso di traumi dentali (Foto: screenshot di Dental Trauma First Aid app).

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