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Dental Tribune Italian Edition No. 7, 2016

26 Speciale Hygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2016 Il trattamento della carie può prevenire la polmonite nei pazienti affetti dal Parkinson Kaohsiung(Taiwan),KualaLumpur(Malaysia)–Lapolmoniteèuna condizionecomuneneipazientiaffettidalmorbodiParkinson.Un nuovo studio che ha esaminato i fattori di rischio nello sviluppo della polmonite, scoprendo che i pazienti trattati per carie dentali corrono meno rischi se paragonati a coloro che non hanno subito gli stessi trattamenti. Lo studio ha incluso 2.001 partecipanti ai quali era stato diagnosti- cato il Parkinson tra il 2000 e il 2009. Dopo un periodo medio di follow-up di circa 6 anni, il 19% dei pazienti è stato ricoverato per polmonite. Per quanto riguarda la salute dentale, i ricercatori han- no osservato che le malattie dentali rientravano tra le più comuni comorbilità. Circa il 48% dei pazienti che ha partecipato allo studio presentava carie dentali e oltre il 44% parodontite. L’analisi dei dati ha mostrato inoltre che l’incidenza della polmonite era più bassa nei pazienti trattati per carie dentali. Si è dunque concluso che il mantenimentodiunabuonaigieneoraleeilcontrollodellaforma- zione di biofilm orale riducono il numero di potenziali patolo- gierespiratorie,abbassandointalmodoilrischiodipolmonite, specialmente nei pazienti più anziani. I ricercatori hanno dimostrato che i pazienti più anziani – in particolare maschi, quelli che vivono al nord, al sud e nelle regioni orientali di Taiwan – e i pazienti con redditi più bassi hannounrischiomaggioredicontrarrelapolmonite.Adesem- pio, oltre il 60% dei partecipanti con malattia conclamata era composto da uomini. Dei pazienti ricoverati per polmonite, circa il 95% percepiva un reddito mensile inferiore ai 30.000 NT$ (928 Dollari US). Intitolato “Risk factors for pneumonia among patients with Parkinson’s disease: A Taiwan nationwide population-based study”, è stato pubblicato il 27 aprile sul Neu- ropsychiatric Disease and Treatment journal. DTI Le carie dentali sono un fattore di rischio significativo di polmonite tra i pazienti affetti da Parkinson (Foto: ©Dragon Images/Shutterstock). Un scarsa salute dentale può portare a una ridotta mobilità Sendai, Giappone – Ricercatori giappo- nesi hanno studiato l’associazione tra lascarsasaluteoraleelaridottamobili- tànegliindividuianziani,concludendo che se si hanno pochi denti e in cattivo stato si può correre il rischio di una li- mitazione nei movimenti, soprattutto nei soggetti tra i 65 e i 74 anni. Dall’in- dagine potrebbe conseguire la pro- mozione di una maggior salute orale, Uno studio ha messo in luce che una scarsa salute dentale può portare all’isola- mento (Foto: hxdbzxy/Shutterstock). evitando che gli anziani rimangano troppo tempo chiusi in casa. Il gruppo di studio ha utilizzato dati provenienti da un campione di 2035 uomini e 2355 donne dai 65 anni in su scelti in base all’abitudine di usci- re di casa almeno una volta alla set- timana. Dopo un’indagine durata 4 anni, 324 soggetti (ossia il 7,4%) era- no costretti in casa, incapaci di muo- versi oltre le quattro mura domesti- che. I soggetti erano quegli stessi che nel 2006 e nel 2010 avevano risposto a due indagini diverse effettuate per corrispondenza. Rispetto alla situazione in cui si tro- vano i loro denti si è scoperto che, in generale, i partecipanti con un minor numero di denti mostravano una probabilità doppia di restare confi- nati in casa rispetto a quelli che ne avevano di più. Quasi il 10% di tali in- dividui possedeva meno di 20 denti e nessuna protesi, mentre circa il 9% ne aveva meno di 20 e una protesi. Circa il 4% aveva 20 o più denti. Comunque nessuna associazione di questo tipo è stata notata nei partecipanti con più di 75 anni. Secondo i ricercatori molti fattori possono collegare la salute orale all’i- nattività. Per esempio la perdita di denti può influire sulla scelta del cibo, sull’apporto nutrizionale, la conver- sazione e il disagio sociale. Una scarsa salute orale può pertanto influenza- re l’attività sociale dell’individuo e portarlo a isolarsi. L’essere confinati a casa costituisce inoltre, di per sé, una barriera d’accesso alla cura della boc- ca. È stata sottolineata la necessità di condurre ulteriori verifiche sul tema ma anche la considerazione che un maggior utilizzo di protesi tra la po- polazione anziana potrebbe ridurre il rischio dei pazienti di restare confi- nanti nella propria casa. Intitolata “Does poor dental he- alth predict becoming homebound among older Japanese?”, la ricerca è stata pubblicata online il 30 aprile su BMC Oral Health journal. Dental Tribune International Fig. 1 - Le unghie lunghe ostacolano la corretta posizione durante la strumentazio- ne, aumentando il rischio della sindrome del tunnel carpale. Fig. 2 - Sindrome del tunnel carpale. (© shutterstock.com). Figg. 3, 4 - Dispositivo fototerapeutico Bioptron. < < pagina 25 Oggi sappiamo che il nostro sistema immunitario beneficia della luce po- larizzata in un processo detto foto- modulazione (stimolazione biologica del tessuto e delle cellule sanguigne). Poiché la luce del sole è così impor- tante per il corpo umano possiamo anche usarla per guarire. Un’estesa ricerca ha mostrato che la luce in questa forma produce uno stimolo intenso e diretto a favore dei pro- cessi rigenerativi. Per la prevenzione della sindrome del tunnel carpale, l’operatore deve scegliere tecnologie e strumenti manuali ergonomici, correggere corretti atteggiamenti di postura scorretta, calibrare la forza e i tempi della strumentazione, svolge- re attività fisica che scarichi lo stress, oggi potrà usufruire della fototerapia Bioptron, con l’uso del dispositivo do- miciliare, o nei casi di infiammazione in atto, dopo visita specialistica, ri- chiedere delle sedute con il dispositi- vo professionale. In Italia il primo stu- dioospedalierosullelesionicutaneee su meccanismi rigenerativi viene fat- to presso il centro di medicina rigene- rativa in Humanitas Mater Domini e che gli AMR (ambulatori di medicina rigenerativa) dislocati sul territorio italiano utilizzeranno la metodica. Sono previsti alcuni studi sui campi applicativi della fototerapia Bioptron nel cavo orale. Gianna Maria Nardi

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