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Dental Tribune Italian Edition No. 7, 2016

12 Dental Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2016 Strutture Odontoiatriche Regolamentazione dell’esercizio professionale odontoiatrico nell’ambito delle società di capitali Catene dentali: un comparto variegato e dinamico nell’offerta odontoiatrica Il gruppo di lavoro di FNOMCeO ritiene che nell’ambito dello svolgimento dell’attività professionale odontoiatrica in forma societaria (riunendo i punti due e tre) bisogna fare una distin- zione in base al tipo di figura societaria che si sta analizzando. Per le tipologia societarie – prevalentemente Srl ordinarie o semplici strutturate come società di servizi, tipologia utilizza- ta dai cosiddetti centri low cost –, il gruppo ritiene che tale or- ganizzazione sia incompatibile con lo svolgimento dell’attività professionale da parte delle stesse e, pertanto, sia legalmente proibito l’acquisto di materiali, farmaci e attrezzature (elemen- ti indispensabili per lo svolgimento dell’attività professionale) ai sensi della legge 175/1992 e del D.lgs. 187/2000. Inoltre, non essendo le stesse nella condizione legale di po- ter erogare prestazioni sanitarie direttamente ai pazienti (quanto che viene contrabbandato come autorizzazione da parte delle ASL, in realtà è un parere igienico-sanitario e non una autorizzazione alla realizzazione e apertura di un esercizio, come nel caso delle vere cliniche, case di cura o ospedali privati, situazione quest’ultima soggetta alla pre- ventiva valutazione di pianificazione territoriale da parte della Regione), le stesse non potrebbero emettere fatture sanitarie cioè in esenzione IVA. Investendo tali violazioni di norme di carattere anche penale, il gruppo ritiene utile il supporto di un pool di legali per la valutazione dei passi successivi volti al ristabilimento delle regole a tutela della sicurezza delle cure. Per quanto riguarda, invece, società con struttura e tipolo- gia tali da configurarsi come stp (società tra professionisti) e, quindi, iscritte all’albo, il gruppo ritiene che questa tipo- logia sia la sola che consenta al soggetto giuridico di poter svolgere direttamente l’attività professionale, compreso l’acquisto di materiali, farmaci e attrezzature e il rilascio di fatture in esenzione IVA. Gruppo di lavoro FNOMCeO Conferenza di Rimini Con la diffusione di strutture orga- nizzate in forma imprenditoriale e una forte capacità di comunicazio- ne, il panorama dell’offerta odon- toiatrica è radicalmente mutato: dall’offerta alla domanda stessa da parte dei pazienti. Realtà in crescita con le quali ogni libero professioni- sta si ritrova a fare i conti e attorno alle quali aleggiano confusione e dubbi tra gli operatori stessi. Cer- chiamo di fare un po’ di ordine. Degli oltre 2000 studi organizzati in società di capitale attualmente presenti sul mercato non esiste una definizione o una normativa che definisca le nuove forme di offerta organizzata, comunemen- te chiamate “catene”. Da anni Key- Stone realizza la ricerca “Target Emergenti”, una sorta di osser- vatorio permanente sul mondo dell’odontoiatria commerciale, per monitorare un fenomeno ca- ratterizzato da eterogeneità di strutture e organizzazioni e da grande dinamismo. Il panorama è talmente variegato che nemmeno fattori quali il mo- dello imprenditoriale, la dimen- sione o le variabili strutturali, la forma distributiva o d’aggrega- zione, il modello comunicativo e il posizionamento, la copertura geografica e la capillarità, riesco- no a determinare una segmenta- zione efficace del comparto. Acco- munarli sotto lo stesso capello (il più diffuso quello di “essere clini- che low cost”) sarebbe un errore. Senza scendere in una segmenta- zione micro-particolareggiata im- possibile e poco utile, in generale, con il termine “catene” possiamo identificare gli studi che erogano prestazioni sotto la stessa insegna o nome commerciale. Tali struttu- re possono essere proprietarie (si parla di studi diretti) del marchio o affiliate, con sistemi assimilabi- li al franchising. Più di 600 gli studi dentistici ap- partenenti alle 41 “insegne” delle catene censite nella nostra ricerca “Target Emergenti”. Valori rad- doppiati dal 2012 a oggi, periodo in cui si registra un incremento del numero di cliniche censite del +186%. Se osserviamo l’andamen- to di questo segmento, si nota uno sviluppo più marcato tra il 2012 e il 2013, recuperato nuovamente nel 2015, nonostante diverse chiu- sure registrate. Particolare atten- zione va data al proliferare di pic- cole start up con poche aperture ciascuna, sovente si tratta di studi pilota. Considerando le “prossime aperture” dichiarate dalle varie insegne, sarà interessante moni- torare il trend evolutivo nel 2016, che per ora vede un rallentamen- to della crescita. Parzialmente condizionata dalla discussione in corso sul DDL Concorrenza che ne limiterebbe lo sviluppo. Per quanto riguarda la distribu- zione geografica delle varie sedi, l’area Nord-Ovest registra la per- centuale più alta (39%), dovuta a un’elevata concentrazione di cen- tri nelle province di Milano e Ber- gamo. Seguono il Nord-Est (26%), il Centro (23%) e il Sud (12%). An- che per quanto riguarda la coper- tura geografica stessa e il numero di sedi per insegne le strategie sono varie e non riconducibili a un modello unico. Si va dai “big player” nazionali (e internaziona- li) con un numero elevato di unità operative, a quelle caratterizzate da bassa capillarità (tante regioni coperte, ma pochi centri in cia- scuna) o viceversa alta capillarità (presidio territoriale), passando per quelle catene con un numero ridotto di punti e presenza solo in alcune regioni. Oltre alle “strutture con marchio”, nella nostra ricerca abbiamo iden- tificato altri modelli di offerta odontoiatrica. > pagina 13 < pagina 11 Lo spirito propositivo e il pregio dell’iniziativa del progetto Italia Dentale Partner, sono confermate dal vice direttore generale di Cai- ro Communication, Matteo Ferrari, partner editoriale di ODT, se- condo il quale «il progetto avrà un impatto importante perché, oltre all’innegabile aspetto commerciale, Ventimiglia ha saputo cogliere l’importanza di creare cultura su tematiche molto importanti. La collaborazione a quattro mani tra ODT e Cairo Communication por- terà, senza dubbio, alla realizzazione di uno strumento che permet- terà ai nostri lettori di conoscere e comprendere argomenti seri, ma con un linguaggio godibile e immediato». Non ci resta che attendere settembre e il lancio di questa ambiziosa “campagna autunnale”. Dental Tribune Italia Attenti al cane! Non lo dice un cartello ma l’odontostomatologo animale È stato aperto in via Valperga Caluso, a Torino, il primo studio dedicato ai pro- blemi orali degli animali da compa- gnia avviato dall’“odontostomatologa animale” Dea Bonello (in foto), uno dei tre veterinari italiani riconosciuti dall’autorevole European Board of Ve- terinary Specialists. Perfezionatasi in “pets” (animali da compagnia), Bonel- lo sin dalla laurea, conseguita a Torino nel 1989 con una tesi odontoiatrica, si dedica solo alla salute orale degli animali. All’inizio curava i denti dei cavalli, poi è passata definitivamente alla cura dei cani e gatti, ossia alla fau- na domestica (anche se tale termine ha diverse acce- zioni a seconda dei Paesi). Cofondatrice e consulente di un’importante clinica a Moncalieri e della rivista veterinaria Quaderni di Odontostomatologia, Dea Bonello è stata anche tra i fondatori e presidente della Società italiana dei vete- rinari di animali da compagnia, con un’attività pro- fessionale in crescendo con il dilagare delle “solitudini”. Con la crisi della famiglia e il deteriorarsi dei rapporti personali, infatti, non solo cani e gat- ti sono sempre più presenti nella vita di oggi, ma sta cambiando il rapporto con loro. Se era disdicevole ammettere il compagno (pet) sul letto o a tavola, adesso non lo è più, con un inevitabile, maggiore, rischio igienico. Non è un caso che umani e “pets” siano insidiati dalla parodontontite, curabile comun- que se la si affronta nel giusto modo: «Basta un’attenta pulizia a tener a bada la placca». Quindi si devono spaz- zolare ogni giorno i denti nel cane come nell’uomo? «Si – dice Bonello –. Mi rendo conto dell’impegno. Ma la morte di un pet nella vita di un anziano o di una persona sola è fonte talvolta di dolore e choc. Perché quindi non cercare di allungargli la vita?». Dental Tribune Italia

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