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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2016

9 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2016 Pratica & Clinica La tecnica di preservazione crestale associata alla chirurgia guidata per la sostituzione di un dente gravemente compromesso Roberto Rossi*, Guido Picciocchi** * Odontoiatra, specialista in Parodontologia ** Odontoiatra, socio attivo Digital Dentistry Society La paziente in questione si presen- ta alla nostra attenzione nell’estate 2014: donna di 47 anni con anam- nesi negativa. La bocca era in buo- ne condizioni di salute, il livello di igiene orale e gli indici parodontali (placca e sanguinamento) erano inferiori al 20%. Il chief complaint della paziente riguardava il secon- do premolare superiore destro e clinicamente mostrava una vecchia corona in ceramica con una reces- sione gengivale di 2 mm (Fig. 1). La RX periapicale metteva in eviden- za un’ampia lesione cistica che si estendeva nella parte mesiale, in prossimità del primo premolare e in quella distale vicino al molare; nella porzione mesio-palatale il sondag- gio parodontale era di 13 mm (Fig. 2). Per questa ragione il dente veni- va considerato irrecuperabile. La paziente veniva premedicata con amoxicillina 2 gr/die a partire dal giorno antecedente all’intervento. Il giorno dell’intervento, dopo aneste- sia locale con articaina 1:200.000, il dente veniva delicatamente rimos- so, e così tutto il sacco cistico ad esso associato (Fig. 3), residuando una ca- vità profonda oltre 15 mm e larga 11 mm nella porzione più apicale (Fig. 4). La lesione cistica veniva rimossa, fotografata, misurata e inviata in formalina al dipartimento di pa- tologia orale per una valutazione istologica (Fig. 5). La diagnosi di cisti odontogena di natura epiteliale fu poi confermata dall’esame esegui- to. L’alveolo fu lavato con soluzione fisiologica, irrigato con clorexidina 0,12% e innestato con un biomate- riale di origine xenologica collage- nato (MP3 Osteobiol, Coazze, TO) (Fig. 6). Un innesto epitelio-connet- tivale prelevato dal tuber serviva come sigillo per la zona innestata. L’alveolo, poi, mostrava un’immagi- ne ove si notavano i confini della le- sione e il riempimento ottenuto con l’innesto (Fig. 7). A distanza di 2 set- timane, i tessuti molli si mostrava- no disinfiammati e si notava un cer- to mantenimento della festonatura gengivale (Fig. 8). A distanza di 10 mesi i margini della lesione cistica non erano più visibili ed era altresì interessante notare come l’innesto mostrasse un buon livello di mine- ralizzazione, indicando che buona parte di esso era stato sostituito da osso rigenerato (Fig. 9). I tessuti molli mostravano perfetta stabilità e integrità (Fig. 10). A que- sto punto si procedeva alla presa di un’impronta digitale (Figg. 11, 12) e a una ceratura virtuale. > > pagina 10 Fig. 1 Fig. 2 Fig. 4 Fig. 5 Fig. 7 Fig. 6 Fig. 8 Fig. 3

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