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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2016

6 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2016 Ricerca & Clinica Università degli Studi “G. Marconi” di Roma, Istituto Stomatologico Toscano, master Universitario di I livello in Igiene implantare, direttore prof. Annamaria Genovesi Introduzione La riabilitazione orale median- te l’utilizzo di impianti osteoin- tegrati in pazienti totalmente o parzialmente edentuli presenta un follow-up soddisfacente nell’o- dontoiatria grazie all’evoluzione dei materiali e alla corrette tecni- che chirurgiche, anche se si han- no delle importanti differenze istologiche e strutturali tra dente e impianto, come l’assenza del legamento parodontale a livello implantare, la cui assenza porta a una riduzione delle difese contro i microrganismi1 . La malattia parodontale e perim- plantare presentano gli stessi fat- tori di rischio, come: l’età; l’uti- lizzo di tabacco; e la scarsa igiene orale. Quindi, i fattori di rischio della parodontite potrebbero au- mentare il rischio di sviluppo della perimplantite, poiché le ma- lattie presentano aspetti eziopato- genetici simili2 . È stato dimostrato da diversi au- tori che le tasche parodontali at- torno agli impianti favoriscono la colonizzazione batterica nei denti adiacenti e che lo sviluppo della placca sottogengivale presente a livello degli impianti è influenza- ta dall’ambiente sopragengivale3 . Ciò che sembra porti al fallimento implantare è l’accumulo di placca a livello del solco perimplanta- re, la quale, induce i tessuti molli circostanti all’insorgenza di una risposta infiammatoria, che se viene trascurata, può portare alla formazione della malattia perim- plantare. Molti Autori si trovano in accordo sul fatto che, se le procedure chi- rurgiche e protesiche sono state eseguite correttamente, il succes- so a lungo termine della terapia implantare risulta legato a un controllo ottimale della placca, mediante procedure domiciliari e professionali4 . Risulta quindi fondamentale che l’igienista dentale intervenga du- rante la riabilitazione del paziente, dalla fase preoperatoria a quella di mantenimento nel tempo median- te una corretta igiene implantare. Quello che si vuole indagare in questo studio sperimentale è l’i- potesi che mediante la terapia di igiene orale professionale si realiz- zi una riduzione della carica batte- rica fin dall’inizio della terapia e che tale riduzione si mantenga an- che a seguito dell’esecuzione della riabilitazione implanto-protesica così che la riabilitazione finisca con il sostenere un netto migliora- mento della salute orale. La terapia iniziale è consistita nel susseguirsi di motivazione e istru- zione a una corretta igiene orale domiciliare, seduta di igiene orale professionale con levigature radi- colari, riempimento di scheda pa- rodontale iniziale e finale. Lo studio della composizione mi- crobica delle tasche parodontali prima e dopo il trattamento po- trebbe permettere di intercettare precocemente quei pazienti che, in ragione della presenza di una eventuale parodontite, potrebbero aumentare il rischio di un falli- mento implantare dovuto alla pre- senza di batteri correlati a questa patologia. Materiali e metodi Lo scopo di questo studio è stato quello di analizzare le variazioni microbiologiche, sia a livello pa- rodontale che perimplatare, in pa- zienti che dovevano sottoporsi a te- rapia implantare, e valutare lo stato dei tessuti parodontali e implanta- ri a seguito della terapia causale. I parametri microbiologici e paro- dontali sono stati valutati prima del posizionamento degli impianti e successivamente al loro inseri- mento e protesizzazione nella ca- vità orale. Sono stati intercettati e inclusi nello studio i pazienti che presen- tavano PSR 3 e PSR 4 durante la pri- ma visita implantologica. Il campione è stato sottoposto al seguente protocollo: raccolta dei parametri clinici; terapia parodon- tale e test PCR, eseguito mediante un cono di carta sterile, succes- sivamente posto in una provetta identificata con un numero (nome paziente), momento del prelievo (tempo T) e sito specifico (sede dente e/o impianto), nelle tasche parodontali più profonde e sul sito implantare. I campioni raccolti sono stati stoccati a – 20 °C e poi inviati per l’analisi microbiologica alla Car- pegen (Monaco), azienda specia- lizzata nello sviluppo di metodi diagnostici molecolari sulla PCR real time. Il metodo PCR real time è altamente sensibile, specifico e permette la quantificazione accu- rata dei parametri studiati, come i batteri in un campione clinico. La PCR real time consente, utiliz- zando misure di fluorescenza per quantificare il DNA, un’analisi completamente automatizzata che esclude errori5 . Carpegen Perio Diagnostics quan- tifica, inoltre, il numero totale di batteri presenti, ciò consente l’in- dicazione decisiva delle proporzio- ni relative ai singoli organismi per la conta batterica totale. Poiché le specie indicatrici da determinare sono anaerobi obbligati o facolta- tivi, i campioni devono essere pre- levati nelle tasche più profonde. Grazie all’elevata sensibilità il san- guinamento o eventuale pus con- tenuto nelle tasche non vengono considerati controindicazioni al campionamento. I microrganismi analizzati sono: Aggregatibacter actinomycetmcomitans, Porphyro- monas gingivalis, Tannerella forsythia, Treponema denticola, Fusobacterium nucleatum, Prevo- tella intermedia6 . I parametri clinici parodontali e perimplantari rilevati, iniziali e fi- nali, per il nostro studio sono stati: – PSR (periodontal screening and recording), PSR 3 (indica la presenza di una tasca parodon- tale compresa tra 3,5 e 5,5 mm di profondità), PSR 4 (indica la presenza di una tasca parodon- tale > 5,5 mm di profondità); – indice di placca PI (Plaque In- dex Loe e Silness; 1964), 0 (nien- te placca); 1 (sottile pellicola di placca sul margine gengivale); 2 (moderata placca sul margine gengivale); 4 (molta placca lun- go il margine gengivale e negli spazi interdentali); – indice gengivale GI (Gingival Index, 1963), 0 (gengiva norma- le senza segni di infiammazio- ne, no sanguinamento); 1 (mi- nore infiammazione, leggero edema, no sanguinamento); 2 (moderata infiammazione, ar- rossamento e gonfiore, sangui- namento al sondaggio); 3 (forte infiammazione, forte arrossa- mento e gonfiore, spontaneo sanguinamento e ulcerazione), calcolati per singolo dente, dente sottoposto a prelievo, che per gruppo di denti (sei denti di Ramfjord); – mobilità (Muhlemann), 0 (mo- bilità assente o lieve, grado di allentamento 0); 1 (mobilità palpabile, spostamento oriz- zontale < 2 mm, grado di allen- tamento 1); 2 (mobilità visibile, spostamento orizzontale > 2 mm, grado di allentamento 2); 3 (forte mobilità, spostamento orizzontale e verticale, grado di allentamento 3); – indice di sanguinamento al sondaggio, BoP (Ainamo e Bay, 1975), valutando la presenza o assenza di sanguinamento al sondaggio; – profondità di tasca (PD), rivela- ta come massimo sondaggio. Per l’analisi statistica sono stati presi in considerazione i denti e gli impianti sui quali sono stati effettuati i test microbiologici, per caratterizzare la flora microbica presente nei tempi da T0 a T3. Per valutare l’efficacia della terapia parodontale eseguita sono stati analizzati i suddetti parametri cli- nici, stimando lo stato parodonta- le generale, nei 6 denti campione (denti di Ramfjord) e confrontan- do gli stessi fra dente e l’impianto dove è stato eseguito il prelievo microbiologico, in fase iniziale e finale. I pazienti, contemporaneamente al prelievo, sono stati sottoposti a varie sedute di igiene orale con specifico protocollo, eseguito nei seguenti tempi: – T0 = durante la prima seduta al paziente è stato fatto firmare il consenso informato e l’infor- mativa sulla privacy per ade- rire alla sperimentazione, ed è stato rilevato il Test PCR (T0) nella tasca con sondaggio mag- giore (Fig. 1); – T1 = nella seconda seduta è sta- to rilevato il Test PCR (T1) sullo stesso dente, sette giorni prima della chirurgia implantare; in questa seduta è stata effettua- ta l’igiene orale professionale mediante l’utilizzo di stru- mentazione meccanica, cioè un ablatore piezoelettrico in grado di disgregare e decontaminare le tasche mediante cavitazione e tramite strumenti manuali (Fig. 2); – T2 = nella terza seduta è stato rilevato il Test PCR (T2) sullo stesso dente e sul nuovo im- pianto un mese dopo il posi- zionamento degli impianti; in questa seduta sono state com- pilate: la scheda parodontale iniziale (una volta terminata la quale, sono stati valutati i siti che dovevano essere sottopo- sti a terapia causale e in base al numero di siti da trattare sono state fissate da 1 a 3 sedute di le- vigatura radicolare); scheda di raccolta dati (nella quale è stato valutato lo stato parodontale e perimplantare dei pazien- ti prendendo di riferimento i sei denti campione, denti di Ramfjord); – T3 = è stato rilevato il Test PCR (T3) sullo stesso dente e sul nuovo impianto, dopo circa tre mesi dall’inserimento della protesi su impianti; in questa seduta sono state effettuate: la scheda parodontale finale (eseguita per valutare l’even- tuale miglioramento o peggio- ramento delle tasche parodon- tali e perimplantari); la scheda di raccolta dati (eseguita sui denti di Ramfjord per valuta- re l’eventuale miglioramento Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 > > pagina 8 Modificazioni della flora microbica orale dopo attuazione di un piano di trattamento implanto-protesico Nosotti M.G., Giudice F., Baruffaldi A., Ricci M., Menchini Fabris G.B.

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