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Implant Tribune Italian Edition No.2, 2016

17 Implant Tribune Italian Edition - Maggio 2016 L’Opinione L’impianto versatile Presto ti sveleremo di più. Seguici. < < pagina 16 Oggipossosicuramenteaffermareche la qualità media dell’odontoiatria ita- lianaèaumentata,macontestualmen- te le pretese del paziente sono di gran lunga maggiori, tanto da rendere la percezionedelrisultatofinaleinferiore alpassato.Questoaspettoèfondamen- tale per comprendere meglio quello che è oggi il rapporto medico-paziente e come probabilmente potrà essere domani. Dobbiamo avere la forza di azzerare gran parte di quello che era il nostro bagaglio di esperienza e orien- tarci a comprendere quali sono le vere esigenze dei nostri pazienti, spesso solo in parte correlate alla salute della lorobocca.Nondobbiamopiùdareper scontato che un paziente a cui abbia- moprogettato,realizzatoeconsegnato un buon lavoro protesico continui ad essereunnostropazienteavita. Dobbiamo cominciare a vedere i no- stri studi e i servizi che dispensiamo con gli occhi dei nostri pazienti. Solo in questo modo potremo soddisfare le loro esigenze. È importante quindi iniziare a pensare che quello che con- ta è la qualità globale percepita e non solo il risultato finale delle cure odon- toiatriche. Se continuiamo a gestire e osservare i nostri studi solo secondo il nostro punto di vista, è altamente pro- babile che ci troveremo a commettere degli errori a causa di una sottostima di fattori per noi irrilevanti, ma fonda- mentaliperilpaziente. Questo perché fino a ieri il medico si collocava al centro della struttura e tutto doveva girava intorno a lui. Egli era il sole del proprio universo, e i vari pianeti – tra cui, fuor di metafora, i pazienti – dovevano ruotare intorno alla velocità da lui stabilita, senza mai cambiare marcia. Anzi, se qualcosa si ponevainmododiversoononseguiva le regole, veniva senza problemi allon- tanato o, ancora peggio, si rivolgeva altrove. Gli studi odontoiatrici erano tantipiccolisistemicostruitiintornoal proprioprofessionista. L’errore più grosso che si poteva com- piere era pensare che anche i pazienti dovessero girare intorno al sole (il pro- fessionista) e, se questo non accadeva, tanto peggio per loro. Questo sistema ha funzionato alla perfezione per tan- tissimi anni, risultando vincente tanto da diventare l’obiettivo primario per un dentista, intento sempre più ad au- mentare il proprio regno, rendendolo sempre più grande. Ma il paziente in tuttoquestocomesicollocava? Inizialmente al paziente piaceva mol- tissimo questo sistema; infatti, essere curati da un dentista noto ai più, con uno studio grande, era il modo miglio- re per essere sicuri di ricevere cure di massimolivello.L’unicodifettoeracor- relato ai costi, che molto spesso viag- giavano di pari passo alla notorietà e alledimensionidellastruttura.Pertan- to, se te lo potevi permettere cercavi il massimo che il mercato offriva e indi- rettamente eri anche contento di quel- lochericeveviperchéerail“top”. Miei cari colleghi state attenti perché oggi tutto ciò è finito. L’informazione, la crescita culturale del paziente, la ri- duzionedelpoteredellafiguramedica, il confronto tra professionisti e soprat- tutto le esigenze sempre crescenti dei pazienti hanno modificato il sistema. Questo non significa che il paziente non ricerchi più l’immagine, la qualità del professionista o la sede prestigiosa, malecosevannovisteevalutatediver- samente. Qualitàpercepita Avete mai sentito parlare di qualità percepitadalpaziente? Bene. Sappiate che per un paziente la qualità percepita non ha niente a che vedere con la prestazione odon- toiatrica poiché, quando si sceglie un professionista, si dà per scontato che il lavoroprofessionalecheverràeseguito sia sempre corretto, duraturo e soprat- tutto dovuto, in quanto pagato profu- matamente. Quello che molte volte in- fluenzaladecisionefinaledelpaziente, seedoveandareafarsicurarelabocca, è proprio il contesto ambientale che incontra: come viene ricevuto, quanto tempo dovrà perdere, l’aspetto della struttura, il prezzo e le varie soluzioni prospettategliperpagare. E il medico che peso ha? Sicuramente, in questa fase iniziale, inferiore rispet- to al passato. La cosa che dobbiamo comprendere è che se una volta diffi- cilmente il potenziale cliente doveva essere motivato a diventare paziente, oggièlaverasvoltadelcontratto. Se una volta l’aspetto economico era visto in secondo piano rispetto alle potenzialità professionali del medico, oggi potrebbe non essere più così: io, cliente, acquisto delle prestazioni sani- tarie che, a questo punto, devono esse- re per forza di qualità, proprio perché le pago; più spendo e maggiori sono le mieesigenze. Il paziente cerca la situazione econo- mica migliore, che più si adatti alle sue esigenze, e nella scelta viene molto spesso condizionato da situazioni di benessere percepito, quali la cordialità con cui viene accolto, l’essere ascolta- to nelle sue esigenze, quanto tempo si impiega per la realizzazione del tutto e per le modalità finanziarie con le quali gli viene concesso di pagare. Il medico intuttoquestodovesicolloca? Che piaccia o no, la figura del medico in questa prima fase molto spesso pas- sa in secondo piano, soprattutto per quanto riguarda le cure (prestazioni) che, viste con gli occhi del paziente, non rivestono un grande peso per la propriavita. > > pagina 18

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