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CAD/CAM - international magazine of digital dentistry, Italian Edition, No.1, 2016

1_201618 case report _ implantoprotesi Veniva anche presa un’impronta dell’arcata ma- scellare con i provvisori in situ, in maniera da con- sentire la duplicazione più fedele possibile della mor- fologia esterna degli stessi attraverso mascherine in silicone. In laboratorio si eseguivano le tradizionali procedure di sviluppo delle impronte e montaggio dei modelli in articolatore con arco facciale anatomico e montaggiocrociato(Fig.14).Venivanocreatiprototipi delle strutture con punti di contatto interprossimali in resina auto polimerizzante, ossia cappette per gli elementi dentari singoli e strutture avvitate diret- tamente sugli impianti. Per realizzare queste ultime furono usati pilastri provvisori (Temporary Abutment, ASTRA TECH Implant System, DENTSPLY Implants) rimuovendo la parte esagonale antirotazionale pre- sente apicalmente alla connessione conica interna (Figg. 15a, 15b). I prototipi venivano provati in bocca per valutare in ordine: passivazione delle strutture avvitate (pro- va di Sheffield), punti di contatto (filo interdentale e cartine occlusali), fitting delle cappette sui pilastri dentali, con pasta al silicone (Fit Checker, GC) (Figg. 16a-16e). Laddove i punti di contatto risultavano eccessi- vamente marcati alla prova del filo si procedeva a re- countouring e lucidatura con dischi a granulometria Figg. 21a, 21b_Consegna delle protesi definitive: radiografie. Figg. 22a-22c_Consegna delle protesi definitive: foto intraorali. decrescente montati su micromotore a bassa velocità (Fig. 17). Una volta appurata la correttezza della re- ciproca posizione dei vari elementi di prova, veniva eseguito un ulteriore controllo clinico della relazione intermascellare dei modelli mediante applicazione di cera morbida (Aluwax Dental Products) sui prototipi e registrazione della posizione di verticentrica. Tale registrazione veniva ribasata ulteriormente con pasta ZnO2 eugenolo (Temp Bond - Kerr) per una verifica affidabile in laboratorio (Figg. 18a, 18b). In una prima fase, i prototipi venivano quindi concepiti prevedendo su entrambi i lati la rimozio- ne degli spessori destinati al rivestimento estetico. In corso d’opera, nasceva invece l’idea di testare le diversità di strutture ottenute con tecnologia CAD/ CAM ATLANTIS™ inviando al milling center esterno due tipologie diverse di prototipo: uno “ridotto” dal laboratorio (Guida al design) e un altro “pieno”, a grandezza naturale (Design CAD ATLANTIS™ ISUS), delegando il cut-back all’algoritmo decisionale del software. Veniva pertanto provato clinicamente il prototipo pieno su un lato, lasciando i provvisori sul lato contro laterale (Fig. 19) e verificando in bocca i contatti oc- clusali in occlusione abituale e nei movimenti eccen- trici (Figg. 20a-20c). I prototipi venivano inviati con il modello master a un centro di produzione esterno per realizzare due strutture in titanio avvitate (AT- LANTIS ISUS Bride™), finalizzate successivamente in laboratorio (Figg. 21a, 21b; 22a-22c). _Conclusioni Il presente lavoro illustra il flow-chart per la re- alizzazione computer-assistita di protesi parziali fisse avvitate su impianti con il coinvolgimento, per quan- to riguarda la parte odontotecnica, sia del laboratorio sia di una struttura produttiva specializzata. Figg. 20a-20c_Controllo occlusale: fase operativa. Fig. 20a Fig. 21a Fig. 22a Fig. 22b Fig. 22c Fig. 21b Fig. 20b Fig. 20c

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