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Dental Tribune Italian Edition

10 Dental Tribune Italian Edition - Dicembre 2015Gestione dello Studio << pagina 9 5. Verifica e debriefing: è la fase in cui si raccoglie il feedback, si ana- lizza e ci si confronta sulle criticità emerse per modificare l’attività in modo da seguire costantemente il cambiamento delle richieste del mercato. La flessibilità caratteristica di questo tipo di associazione parte proprio dalla capacità di adeguarsi attraverso l’anali- sidellavorosvoltoinprecedenza. Finalità Attraverso la collaborazione tra pro- fessionisti, tra imprese odontotecni- che, tra aziende di servizi e aziende merceologiche è possibile moderniz- zare i servizi, aumentare la produttivi- tà, ampliare l’accesso al mercato e alle competenze, condividere know-how e razionalizzareicostidegliinvestimen- ti. Questo permette da un lato di ope- rare con economie di scala e investire in conoscenza, e dall’altro di conserva- re un’elevata personalizzazione e fidu- cia nella erogazione della prestazione al singolo utente finale, come le azien- de di servizi e delle professioni fanno tradizionalmente per vocazione. La collaborazione oggi è assolutamente necessaria per i servizi di qualità, che richiedono un forte investimento tec- nologico e un’elevata specializzazione delle conoscenze. Inoltre la collabora- zione è competitiva se, grazie alle sue economie di scala e di specializzazio- ne, consente di ottimizzare il sevizio offerto all’utente finale abbattendo i costiaparitàdiqualità,oaumentando la qualità a parità di costi. Le imprese di servizi e i professionisti non hanno la possibilità di gestire un prodotto stoccabile e trasferibile e per questomotivohannotradizionalmen- te dovuto localizzarsi nei luoghi vicini aiclientieadattarsiailorotempi.Negli ultimianni,però,losviluppodelletec- nologie digitali della comunicazione e della produzione ha reso stoccabili e soprattutto trasferibili molte delle prestazioni immateriali, al pari e forse anche in modo più marcato dei pro- dotti materiali. Questa possibilità di trasferire beni immateriali ha permesso: – alle imprese produttrici ed eroga- trici di servizi di ottenere notevoli vantaggi in particolar modo eco- nomici; • vantaggi in termini di au- mento dei clienti potenziali contattabili. È evidente come nell’ambito di una rete di con- tatti sia favorita la possibilità di incrementare il numero delle persone o delle imprese che vengono a conoscenza della specifica attività di un’a- zienda o della specifica prepa- razione di uno specialista in un determinato campo. Uno speciale riferimento poi deve essere fatto verso lo svi- luppo del cosiddetto business to business, grazie al quale le aziende che partecipano alla rete possono ricavare utili (materiali e immateriali) ben prima che il prodotto o il ser- vizio vengano venduti al con- sumatore finale; • vantaggi in termini di possi- bile specializzazione, scala e meccanizzazione. Non solo nel mondo digitale ma anche in quello della produzione di tipo tradizionale, le imprese a ogni livello, dalle piccolissi- me imprese artigiane alle più grandi multinazionali, han- no riscoperto la possibilità e i vantaggi derivanti dall’ope- rare in sinergia con tutte le fasi della produzione e della distribuzione di un prodotto/ servizio. L’outsourcing dell’apparato pro- duttivo e delle conoscenze per- mette alle piccole realtà di affron- tare e sopravvivere in economie di scala nettamente superiori e nello stesso tempo permette a realtà multinazionali di trovare sbocchi produttivi e tecnologici a costo ri- dottissimo, migliorando l’efficien- za della produzione e della distri- buzione; – al cliente utilizzatore, questo mec- canismo consente di rivolgersi a unospecialistaoauntecnicocom- petente nello specifico problema che interessa, anche se questo ha il suo studio, il suo laboratorio o il centrodiproduzioneamoltichilo- metri di distanza. Immaginare forme di tipo collabora- tivo tra imprese, studi professionali, laboratorieaziendemerceologicheap- pare oggi di fondamentale importan- za se si vogliono mantenere standard tecnologiciproduttivielevatisenzaec- cessivi costi e rischi per la prestazione. Lacollaborazionetraaziendediservizi e tra professionisti consente: 1. di mantenere un ottimo e conti- nuativo rapporto interattivo con il cliente. Si è visto che il cliente, in unaretediquestotipo,puòfarpar- te del circuito collaborativo come produttore o generatore di valore oppure può parlare con un interlo- cutorechenefapartecomeprofes- sionista o erogatore del servizio; 2. di industrializzare e standardizza- re il servizio, con tutti i vantaggi che se ne possono ottenere come la determinazione di economie di scala, l’aumento del grado di com- petenza e di specializzazione; 3. di evitare la dispersione di capitale con investimenti che non possono per definizione restituire un ritor- no economico; 4. disfruttareivantaggidelladivisio- nedellavoroadistanzacomefonte di valore e di crescita della qualità professionale dei servizi da impie- gare. L’unico vero problema oppure ostaco- lo alla realizzazione di una rete consi- ste nel fatto che occorre costruire una collaborazione sulla specializzazione reciproca tra professionisti o tecnici o aziende produttrici che spesso, in par- tenza, si considerano potenziali con- correnti. Bisogna vincere la diffidenza iniziale e stabilire regole condivise per la gestione dei compiti e per la distri- buzione dei vantaggi. Questo non è sempre facile, ma è fondamentale. La collaborazione tra professionisti o tra aziende di servizi è lo strumento at- traverso cui è possibile modernizzare i servizi, aumentare la loro produttivi- tà, ampliare l’accesso al mercato e alle competenze. Per realizzarla servono regole certe e precise che disegnino una definizione accettata dei confini di luogo e di competenza per ciascun aderente. È necessario condividere la qualità delle prestazioni fornite e avere rego- le non conflittuali di erogazione del servizio verso un cliente che si rivolge a uno degli operatori per avere presta- zioni che richiedono l’intervento di altri operatori. Da ultimo è necessario distribuire gli investimenti da fare, i costi correnti da sostenere e i ricavi da conferire a chi ha contributo alla pre- stazione, in modo certo e regolato da norme sempre condivise. I vantaggi nell’aggregazione di questo tipo sono inognicasosubordinatiallacollabora- zione affidabile tra i diversi specialisti coinvolti, collaborazione che renda ac- cessibile, senza eccessivi costi e rischi, la prestazione. Anche se, dal punto di vista giuridico, non è possibile realizzare contratti di rete tra i professionisti, non si può non immaginare come forme collaborati- ve tra tali soggetti, siano fondamenta- li. In conclusione, la collaborazione tra aziende di servizi e tra professionisti consente di mantenere un buon rap- porto interattivo con il paziente e, al tempo stesso, consente di industrializ- zare il servizio determinando econo- mie di scala e aumentando il grado di competenza e di specializzazione. L’u- tilizzatore può entrare lui stesso nella collaborazione, se ne ha il tempo e le competenze minime necessarie, op- pureunacollaborazionepuòprendere forma tra i professionisti di un certo campo, ciascuno dei quali presidia – anche per conto di tutti gli altri – pro- blemi e/o luoghi differenti. L’esistenza di collaborazioni del genere consente di sfruttare i vantaggi della divisione del lavoro a distanza come fonte di valoreedicrescitadellaqualitàprofes- sionale dei servizi da impiegare. Valutare oggi la possibilità di crea- re una rete tra i soggetti coinvolti in campo odontoiatrico rappresenta la chiave per riuscire a offrire un pro- dotto di qualità, affidabile e al tempo stesso unico. Un prodotto su misura per il paziente che possa soddisfare le sue esigenze senza obbligare la singola impresa a investimenti che potrebbe- ro nel tempo minare le fondamenta più o meno solide sulle quali l’azienda odontoiatrica in generale è stata co- struita. La rete Internet e tutte le sue caratteristiche e applicazioni, soprat- tutto nel campo del social network, possono fornire un valido supporto di base su cui costruire tutto l’ambito delle interazioni. Lo scambio di dati, oggi così semplice ed efficace, offre la vera opportunità di travalicare i con- fini del materiale, conferendo possi- bilità fino a oggi solo immaginate. La struttura, il supporto logistico, cosi come le motivazioni positive e i van- taggi sono ormai una realtà conso- lidata, quello che occorre adesso è il cambio di mentalità, necessario per affrontare collaborazioni e interazio- ni tra soggetti imprenditoriali fino a ora considerate non utili o addirittu- ra controproducenti per l’attività. Le realtà che oggi operano in questa di- rezione stanno già cogliendo i frutti comuni derivanti direttamente dalla capacità di condividere e includere tutti i soggetti in un’operazione in cui la vittoria e il guadagno sono la vitto- ria e il guadagno di tutti. L’articolo è stato pubblicato sulla Collana quaderni odontoiatrici, vol. 1, 2015. Fig. 5.3 - Soggetti di rete possibili. università odontoiatri associazioni odontotecnici cad odontotecnici caM centri fresaggio aziende produttrici materiali Produttori macchine fresaggio e stampa distributori Produttori/sviluppatori software sviluppatori software gestionali information communication technology stampa/media consulenti controllo di gestione consulenti area finanza consulenti marketing L’apprendistato nel nuovo contratto degli studi professionali Il CCNL degli studi professionali, stipulato il 29.11.2011 e rinnovato il 17 aprile scorso (l’Associazione Nazionale dei Consulenti del La- voro ha partecipato alle trattative), ha recepito le modifiche del TU sull’Apprendistato del 2011, che dal 25 giugno sono confluite nel d.lgs. n. 81/2015, uno degli 8 emanati in attuazione del Jobs Act. Le parti sociali hanno sfruttato le opportunità offerte dalla normati- va sull’apprendistato, che dal 2011 ha concesso ampia delega alla contrattazione collettiva, per adattare questa tipologia contrattua- le realtà settoriali. Il CCNL degli studi suddivide la disciplina del contrattualeinduesezioni:unacomuneatutteleforme,eunache regolamenta le varie tipologie. La prima ripercorre le linee guida della normativa di riferimento e propone un contratto standard. È fissato un periodo di prova di max 60 gg. di lavoro effettivo per gli apprendisti a livello 4 e 4S, e di 90, per livelli restanti. Il rinnovo conferma quanto già precedentemente regolamentato in materia di tutor, che può coincidere con il titolare dello studio professionale o altro professionista della struttura. Viene ripro- posta la stessa percentuale di conferma per l’assunzione di nuovi apprendisti:nei18mesiprecedentiildatoredilavorodeveavercon- fermato almeno il 50% degli apprendisti alle sue dipendenze. La 2a sezione disciplina i singoli tipi di apprendistato: per la qua- lifica professionale, professionalizzante o di mestiere, di alta for- mazione e ricerca e quello per la qualificazione o riqualificazione professionale rivolto ai soggetti in mobilità, nonché – grazie alle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 81/2015 – ai soggetti percettori di disoccupazione. In relazione a tali tipologie, le parti sociali indivi- duano il quantum retributivo, da calcolarsi in percentuale rispetto alla paga base prevista per i lavoratori qualificati e delle ore di for- mazionedaconseguireneltriennio,inlineageneraleparia120ore (formazione di base e trasversale) e a 160 (professionale). Ulteriore elemento comune è l’individuazione di un orario mini- mo per l’apprendistato part-time (60% dell’orario normale di lavo- ro,paria24oresettimanali,exart.27).IlCCNLquidimostradirece- pire l’orientamento del Ministero che, rispondendo agli interpelli del 13.12.2006 e del 18.01.2007, ritiene compatibile l’apprendistato conunregimed’orarioatempoparziale,purchélariduzioneoraria non ostacoli le finalità formative; il Ministero non si sbilancia nel de- finire l’orario minimo “passando la palla” alla contrattazione collettiva. Qui l’autonomia negoziale si incunea mettendo in mostra tutta la sua maturità nel regolamentare la disciplina, dando certezza ai datori di lavori e slancio a una tipologia contrattuale che da sempre rappresenta per i giovani porta di ingresso principale nel mondo del lavoro. In conclusione, il contratto richiama la possibilità di svolgere il pra- ticantato per l’accesso alle professioni ordinistiche anche con un rapporto di apprendistato (art. 31). A parere di chi scrive, tale eve- nienzacostituisceunasoluzioneottimaleanchesottoilprofilodel- la convenienza economica, per formare un futuro professionista nell’ambito della propria struttura e continuare a farlo crescere al suo interno al termine della pratica professionale. Massimiliano

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