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Implant Tribune Italian Edition

4 Implant Tribune Italian Edition - Settembre 2015l’intervista < pagina 1 A proposito di complicanze, la più temibile è certamente la perimplantite. Che cos’è? Può illustrarne le caratteristiche? Premetto subito che il termine eti- mologicamente non è corretto: la perimplantite è infatti un insieme di complicanze biologiche causa di infiammazione diffusa e perdita di osso attorno agli impianti. Si di- stingue dalla mucosite, che è altresì un’infiammazione dei tessuti mol- li attorno agli impianti, ma senza compromissione ossea. Chi ne ha più paura: il paziente o il dentista? Finché non ha disturbi il paziente ignora semplicemente il problema, mentre il dentista in genere non va alla ricerca dei sintomi. Diciamo che entrambi mettono la testa sot- to il tappeto. Con quale frequenza il dentista s’imbatte nella perimplantite nella pratica quotidiana? Come parodontologo il mio ap- proccio con la perimplantite è ov- viamente quotidiano. Ma mentre una volta ricevevo più raramente richieste di consulenze da parte di colleghi, oggi è divenuta anch’essa una prassi quasi quotidiana per le complicanze: quindi per tratta- menti chirurgici o addirittura per la rimozione degli impianti, perché spesso la complicanza viene inter- cettata tardi, quando purtroppo ormai l’unica possibilità è l’espian- to. Se invece l’intercettazione av- viene prima, la perimplantite può essere trattata con successo. In ogni caso se anche il pericolo viene intercettato in tempo, non è detto che il paziente si lasci facilmente convincere a sottoporsi a cure pre- ventive, come capita del resto an- Mario Roccuzzo: quando e come trattare le complicanze perimplantari PROFESSIONAL DENTAL MEETINGS & EXPO TURKISH DENTAL BUSINESSMEN ASSOCIATION che in altri ambiti della medicina. Qual è un follow-up “tranquillizzante” per il paziente, ma anche per l’operatore? Le probabilità di successo sono ele- vatissime. Una statistica dice che in 10 anni dall’inserimento dell’im- pianto le probabilità di complican- ze sono del 2-3%. Ma se il soggetto è fumatore, è affetto da malattia parodontale, se non si sottopone a controlli, se non cura l’igiene orale, le probabilità aumentano. Molto dipende quindi dalla compliance del paziente. Può accennare ai suoi contributi nella ricerca? Il mio contributo sul Journal of Clinical Peirodontology, nostra ri- vista di riferimento, prende in esa- me due passaggi fondamentali: la decontaminazione delle superfici implantari, effettuabile con tecni- che varie e più o meno sofisticate e l’approccio rigenerativo/ricostrut- tivo mediante osso deproteinizzato bovino, fonte di risultati eccellenti e stabili nel tempo. Quando adottare o no la chirurgia rigenerativa? È indicata quando la perimplantite ha compromesso l’osso di supporto, creando un difetto intraosseo verti- cale, cercando quindi di ridurre il ri- assorbimento osseo. Non lo è invece quando abbiamo un riassorbimen- to orizzontale, quando, insomma non ci sono crateri da colmare. Lei ha descritto la sua visione su come trattare la perimplantite. Ma quale è quella della comunità scientifica internazionale? Pur nella varietà di correnti di pen- siero, la decontaminazione appare uno dei due punti su cui c’è una condivisione dichiarata. L’altro è in- vece la necessità di una igiene orale rigorosa, severa, per ostacolare l’in- gresso microbico a livello orale. Una domanda ancora aperta, ancora senza risposta, è se sia meglio un approccio rigenerativo piuttosto che resettivo. Così come non esiste una chiara definizione quando un impianto debba essere trattato o rimosso: in realtà, se è mobile, se presenta difetti in prossimità dell’a- pice e circostanze che non possono essere trattate, allora l’espianto ap- pare necessario. Parlando più in ge- nerale quanto più precocemente la perimplantite verrà diagnosticata, tanto più probabile sarà il successo del trattamento. La perimplantite costituisce un freno alle sorti magnifiche e progressive dell’implantologia? No, perché non sufficientemente conosciuta. Solo una fetta dei pa- zienti odontoiatrici ha un’infor- mazione adeguata: in realtà l’ap- proccio all’implantologia di molti pazienti appare ispirato dal mar- keting o da promozioni finanzia- rie. Secondo me la corretta infor- mazione al paziente, nella maggior parte dei casi, è del tutto carente. A Osteology lei coordinerà l’Experts forum. Può dirci in che cosa consiste? Delle complicanze di perimplantite si parla a sproposito, con toni apo- calittici oppure minimizzandone la gravità. Abbiamo quindi volu- to mettere insieme vari esperti di complicanze per fare il punto. Una cosa mi sento di assicurare: il pro- gramma sarà al servizio dei parte- cipanti, non dei relatori. Grazie per l’intervista. m.boc Decontaminazione superficie implantare. Approccio rigenerativo/ricostruttivo mediante osso depro- teinizzato bovino. Applicazione clorexidina in gel. Risultato finale.

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