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Dental Tribune Italian Edition

17SpecialeHygiene Tribune Italian Edition - Luglio+Agosto 2015 Mantenimento implantare: sondare o no? Alessia Iommiello, Consuelo Sanavia I pazienti che si sono sottoposti a un intervento di implantologia necessi- tano di ricevere un follow-up conti- nuo, sistematico e individualizzato. L’American Accademy of Periodon- tology raccomanda ai pazienti por- tatori di impianti dentali controlli periodici regolari, al fine di moni- torare lo stato dei tessuti perim- plantari, la condizione della protesi supportata e il controllo della plac- ca batterica1 . L’impianto dovrebbe essere monitorato strettamente nel primo anno dall’inserzione2 e, trascorso questo periodo, una vol- ta stabilizzati i tessuti, si possono stabilire diverse frequenze di ri- chiami. Il punto focale del mantenimento riguarda la chiara intercettazione dei fattori di rischio e dei primi segni di malattia in modo da poter limitare ogni perdita di tessuto e preservare la vita dell’impianto2 . Ogni procedura atta a ottenere o mantenere la salute implantare deve tenere conto delle caratteristi- che dell’impianto e dei tessuti che lo circondano in modo da minimiz- zare la ritenzione di placca batteri- ca e garantire la facile rimozione del biofilm3 . Il follow-up inizia con la revisione delle condizioni di salute sistemica del paziente e la rivalutazione del- le condizioni orali generali al fine di individuare eventuali pazienti che rientrano in alcune categorie a rischio: malattia parodontale pre- gressa4 , diabetici5-6 , fumatori7 e pa- zienti con alti indici di placca8 . Ad ogni richiamo di mantenimen- to va valutata la presenza di placca batterica, ed eventualmente quan- tificata mediante l’utilizzo di appo- siti indici (Humphrey10 , O’Leary11 , Mombelli ecc.) ed esaminati i segni clinici dei tessuti perimplantari, considerando in primo luogo l’e- ventuale presenza di infiammazio- ne (rossore, alterazione di forma e consistenza, sanguinamento, sup- purazione)9 . Il processo che stabilisce se i tessu- ti perimplantari si trovino in stato di salute o di malattia inizia con l’osservazione e l’ispezione visiva dell’impianto e dei tessuti che lo circondano, sia clinicamente che radiologicamente. Sia impianti sia denti naturali sono circondati da mucosa masticatoria cheratinizzata (gengiva). Come documentato12 , l’as- senza di tessuto cheratinizzato si è dimostrata essere una condizione di maggiore suscettibilità ai batteri patogeni, in quanto in tali condizio- ni l’impianto risulta più vulnerabile alla malattia perimplantare. La gengiva che circonda l’impianto differisce da quella che circonda il dente in maniera profonda. In salute, nella dentizione naturale abbiamo un sigillo mucoso costi- tuito da fibre che stabiliscono un attacco epiteliale e connettivale e formano una barriera che proteg- ge l’osso dalle infezioni. Il tessuto perimplantare possiede un sigil- lo perimucoso più vulnerabile se comparato al sigillo nella dentizio- ne naturale, perché è dotato di una minore forza d’attacco13 . A differenza dei denti naturali, gli impianti dentali infatti sono com- posti in titanio al quale non pos- sono ancorarsi le fibre gengivali, per cui vi è assenza di fibre gen- givodentali e transettali attorno all’impianto. Anche se esiste un attacco emidesmosomico (epitelio giunzionale di attacco) alla base del solco perimplantare, la prima linea di difesa contro la placca batterica è costituita dalle fibre circolari for- nite della gengiva cheratinizzata che circonda l’impianto (sigillo pe- rimucoso). Date tali caratteristiche anatomi- che, il sondaggio dei siti implanta- ri è un argomento di dibattito in letteratura: questa procedura può compromettere l’integrità del sigil- lo perimucoso? Gli impianti vanno sottoposti a sondaggio o no? Alcuni clinici raccomandano di non sondare l’impianto, o di aspet- tare da 3 a 6 mesi dopo l’inserzione dell’abutment, in modo da evitare di danneggiare il sigillo perimu- coso in fase di formazione16 . Tale sigillo è fragile, e una penetrazione durante il sondaggio può causare l’introduzione di patogeni e mette- re a repentaglio il successo dell’im- pianto. Recenti studi mostrano che una forza di 0,15 N rappresenta la soglia di pressione che può essere applicata in modo da evitare BOP falsi positivi attorno agli impian- ti17 . Attualmente, i clinici utilizzano mediamente 0,15 N - 0,20 N di pres- sione, ma la maggior parte di loro è d’accordo sul fatto che sondare intorno impianti dentali è una pro- cedura che richiede più delicatezza del sondaggio parodontale dei den- ti naturali; pertanto deve essere ef- fettuata prestando cautela. 1. Cohen RE; Research, Science and Therapy Committee, American Academy of Periodontology. Position paper: Periodontal Mainte- nance. 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DentistryIQ, July 13, 201. bibliografia Nel valutare l’even- tuale presenza di malattia perimplan- tare, il sanguina- mento al sondaggio (BOP) è un parame- tro clinico impor- tante nel processo diagnostico delle mucositi perimplan- tari, e la profondità di sondaggio è utile per valutare la perdi- ta di supporto osseo intorno agli impian- ti osteointegrati14,15 . Ricerche emergenti sostengono che il sondaggio non è dannoso, ma in re- altà essenziale per la salute genera- le dell’impianto. È stata studiata la rigenerazione completa dell’epitelio giunzionale e la creazione di nuovo attacco epiteliale, rivelando che il sondaggio intorno a impianti oste- ointegrati non sembra avere effetti negativi sul sigillo perimucoso18 le infezioni perimplantari si manife- stano in percentuali che vanno dal 28 al 56% dopo i primi 5 anni19 . Un aumento di casi riportati di malattia perimplantare (termine collettivo per lesioni infiammato- rie, mucositi e perimplantiti) è una ragione significativa per monitora- re e sondare gli impianti dentali. L’igienista dovrebbe conoscere le misurazioni a tempo basale20 per determinare durante le visite di ri- chiamo se ci son stati cambiamen- ti e per stabilire se la condizione dell’impianto è in salute o mostra segni di malattia. Esiste un protocollo raccomandato per sondare gli impianti: prima di tutto la complessità degli impianti richiede essenzialmente l’utilizzo di una sonda flessibile. Con sempre più impianti di piccolo diametro e con protesi fisse dal design va- riabile, la punta della sonda deve essere flessibile per seguire l’ana- tomia dell’impianto, consentendo di ottenere una lettura accurata e di ridurre il potenziale trauma al sigillo perimucoso, evitando anche il rischio di graffiare la superficie dell’impianto stesso. La sonda va posizionata paralle- lamente all’asse lungo del dente sulle superfici buccali e linguali dell’impianto, e vengono prese 6 misurazioni per impianto. Il son- daggio va effettuato gentilmente con una bassa pressione, solo 0,15 N, per controllare i parametri clini- ci e per non danneggiare le delica- te fibre perimplantari e il delicato sigillo perimucoso. Se il tessuto è in salute, la sonda si ferma a livello coronale, mentre in caso di infiam- mazione, la punta della sonda pe- netra nell’epitelio avvicinandosi al connettivo e all’osso. Idealmente, la misura di sondaggio dovrebbe essere compresa tra i 2,5 e i 5 mm, a seconda della profondità del tes- suto molle e delle caratteristiche anatomiche dell’abutment, con as- senza di segni di infiammazione21 . Un sondaggio superiore a 4-5 mm non rappresenta da solo la presen- za di patologia perimplantare. Se- condo il consensus redatto al Sixth European Workshop on Periodon- tology22 , per la determinazione di uno stato patologico vanno consi- derati anche: il sanguinamento al sondaggio (BOP), la suppurazione, la profondità di sondaggio, la perdi- ta radiografica di osso e la mobilità implantare. Conclusioni Il sondaggio degli impianti, se ef- fettuato con le giuste accortezze, non rappresenta un pericolo per l’integrità dei tessuti perimplanta- ri ed è una procedura indispensabi- le per il monitoraggio dell’impian- to nel tempo e per l’intercettazione precoce dei segni di malattia.

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