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Lab Tribune Italian Edition, No. 2, 2015

5Lab Tribune Italian Edition - Maggio 2015 L’Intervista < pagina 1 John Battersby – Avete osservato alcune differenze tra gli odontotecnici asiatici ed europei per quanto concerne la familiarità e l’adozione della recente tecnologia digitale odontoiatrica? Dr. Andrea Mastrorosa Agnini – Non abbiamo avuto l’opportunità di lavo- rare a stretto contatto con odontotec- niciasiaticiperora,quindinonsappia- mo quali tecnologie siano già in uso in Asia e quale il livello di pratica. Abbia- mo osservato che vi è un massiccio e crescente interesse in tutti gli aspetti dell’odontoiatria digitale, non solo tra itecnici,maanchetratuttiimembriil team odontoiatrico moderno. Dr. Alessandro Agnini – Sì, questo è il motivo per cui ci sono eventi come il Forum Odontotecnico a IDEM Sin- gapore e altri eventi simili in tutta l’Asia, proprio come avviene in Euro- pa e negli Stati Uniti. Eravamo qui a Singapore già nel novembre 2013 per la conferenza di CAD/CAM e ci torne- remo quest’anno. Che impressioni avete avuto dei partecipanti all’IDEM di Singapore? Noi asiatici abbiamo la reputazione di esser molto timidi quando si tratta di fare domande. Ne avete ricevute molte? Dr. A. Agnini – In realtà, abbiamo ri- cevuto alcune domande dalla platea e attraverso il sistema di SMS che è sta- to utilizzato per il Forum Odontotec- nico. Il pubblico può scrivere il testo della propria domanda e noi possia- mo rispondere dopo la presentazione durante la sessione Q&A. Dr. A. M. Agnini – Il sistema di SMS ha funzionato davvero bene perché la gente ci poteva chiedere qualsiasi cosa e spesso ci hanno fatto domande su argomenti che non abbiamo potu- to approfondire nella presentazione o non erano inclusi, perché non erava- mo sicuri ci sarebbe stato interesse da parte dei congressisti. Si è ipotizzato che in Asia non si adottino ancora le tecnologie digitali, come avviene già in Europa e Stati Uniti, perché il costo del lavoro qualiicato qui è ancora relativamente basso, quindi non si percepisce lo stesso risparmio nel sostituire i posti di lavoro degli odontotecnici con macchine digitali. Pensate sia vero? Dr. A. M. Agnini – Non si può sem- plicemente sostituire un odontotec- nico con una macchina. In Europa, e ovunque, abbiamo bisogno ancora di un odontotecnico che sia ben forma- to sull’utilizzo di tutte queste nuove tecnologie digitali. Il loro utilizzo all’inizio non è facile per nessuno. È necessaria un’importante quanti- tà di formazione per fabbricare una protesi deinitiva precisa, predicibile e della stessa qualità di quella ottenu- ta tramite protocolli e odontotecnici artigiani tradizionali. Il software può aiutare il clinico, l’odontotecnico e il paziente, ma da solo non può risolve- re i problemi. È necessaria ancora una persona esperta dietro le macchine, per dire loro cosa fare. Dr. A. Agnini – La macchina non sa cosa fare: non può vedere un restauro e capire dove abbiamo bisogno di più sostegno, o se un molare deve fare in questo modo o in un altro. Abbiamo bisognodiunapersonaconlecompe- tenze, le conoscenze e la formazione, che sappia decidere come modellare l’area interessata, se vogliamo rag- giungere il risultato di restauri preve- dibili a lungo termine. Dunque un odontotecnico ben addestrato e competente in CAD/CAM è in grado di migliorare notevolmente la sua produttività. Dr. A. Agnini – Questo è vero, uno dei vantaggi del CAD/CAM è che può accelerare la produzione. L’al- tro vantaggio per l’odontotecnico è che si possono ridurre le variabi- li senza ridurre la qualità. Il terzo vantaggio è standardizzare le pro- cedure tra gli odontotecnici e dare risultati omogenei. Prima, in par- ticolare per i grandi restauri, tutto dipendeva dalle manualità dell’o- dontotecnico, fondamentale nella produzione di restauri di alta qua- lità, ma con le nuove tecnologie, forse anche odontotecnici meno abili nella produzione tradizionale manuale possono produrre restau- ri di alta qualità. Sono d’accordo sul fatto che l’odontoiatria digitale sia la via del futuro, non sembra ci siano obiezioni al riguardo. Tutti sono d’accordo che i primi due passi del processo, l’acquisizione di dati attraverso qualche forma di scansione e il CAD, sono essenziali. Ma quando si tratta del componente CAM, sembra ci sia una divergenza di opinioni. Uno dei relatori di IDEM Singapore, il dott. Rik Jacobs, sembra pensare che le stampanti 3D possono già far fronte al processo produttivo del laboratorio e, una volta che gli ultimi materiali biologicamente compatibili attualmente in fase di sviluppo siano stati testati e approvati, la stampa 3D sarà in grado di fare tutto, compresi gli impianti. Ritenete che la fresatura di precisione esisterà ancora per gli anni a venire? Dr. A. Agnini – Non abbiamo molta esperienza con macchine da stampa 3D. Di sicuro, saranno una rivoluzio- ne per la futura odontoiatria, per ora non credo che possano raggiungere Non si può semplicemente sostituire un odontotecnico con una macchina Intervista ai fratelli Agnini, dentisti e specialisti di spicco in protesi isse, parodontologia, implantologia Fig. 4 - Le tecnologie Cad/Cam e gli strumenti di ultima generazione hanno migliorato l’eficenza del lusso di lavoro odontotec- nico, limitando le maggiori variabili di lavorazione. Figg. 2, 3 - Il lusso di lavoro digitale dei dottori Agnini. la precisione ottenibile dalle fresatri- ci. Per il momento, penso che le fresa- trici siano il gold standard dificile da superare. Quando la scansione e le tecnologie CAD/CAM saranno migliorate e implementate, pensate che più dentisti, o almeno gli studi dentistici più grandi, cominceranno a fare più produzione in-house piuttosto che utilizzare laboratori esterni? E, se sarà così, che cosa possono fare i laboratori e gli odontotecnici per mantenere i propri clienti? Dr. A. M. Agnini – Il processo di fre- satura in-house è un tema caldo oggi in odontoiatria. Tutto deve iniziare e inire tenendo a mente la qualità del restauro inale, che deve sempre esse- re il fattore decisivo. Oggi il clinico ha la possibilità di organizzare il proprio lavoro come preferisce, ma fare tutto da soli è, a nostro avviso, qualcosa non del tutto conveniente o pratico. Diver- so è se l’odontoiatra ha nella studio un team odontoiatrico ben addestrato che può gestire il lusso di lavoro digi- tale dall’inizio alla ine. Tale gruppo dovrebbe includere un esperto odontotecnico, che si è de- dicato allo studio e alla formazione relativa a tutte le ultime soluzioni digitali. Solo in questo modo il clini- co sarà soddisfatto dal punto di vista della qualità raggiunta e, per quanto concerneilbusiness,dalpuntodivista economico. Un’altra soluzione è quel- la di collaborare con un laboratorio esterno esperto in grado di progettare, personalizzareeprodurreglielementi protesici. In questo modo, non si deve investire in costi relativi alla creazio- ne di un laboratorio odontotecnico. In sintesi, da un lato, l’arte dell’odon- totecnico non può essere sostitui- tadall’odontoiatriadigitale:saràanco- ra necessario lavorare con un odonto- tecnico, in-house o all’esterno, capace e in continuo aggiornamento sulla tecnologia. Dall’altra parte, se i labo- ratori odontotecnici vogliono mante- nersi nel business, devono incorpora- re al loro interno le ultime soluzioni digitali, capire e investire in queste, e sapere come sfruttarle al massimo. Questo sarà l’unico modo per i labo- ratori odontotecnici per sopravvivere all’era dell’odontoiatria digitale. All’IDEM a Singapore le parole d’ordine erano sicuramente “CAD/CAM” e “stampa 3D”, ma quali prevedete saranno le nuove parole d’ordine per il 2018? Dr. A. Agnini – Penso che nel 2018 le parole d’ordine potranno essere “lusso di lavoro digitale completo”, cioè un processo digitale completa- mente predicibile; e “riabilitazione full-arch”. Oggi, è ancora troppo pre- sto per gestire i casi complessi con lo scanner intraorale, l’errore in genere è ancora troppo grande. John Battersby

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