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Dental Tribune Italian Edition

33SpecialeHygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2015 La salute orale dei bambini Rom, un diritto dimenticato: indagine sul campo Clelia Mazza*, Diana Coppola**, Carlo Coppola** *Igienista dentale, Direttore didattico del Corso di Laurea in Igiene dentale, Seconda Università degli Studi di Napoli **Igienista dentale, libero professionista Fig. 2 - La prima visita di un piccolo paziente. Fig. 3 - Visita di igiene dentale all’aperto. bambini, di cui 55 femmine e 65 ma- schi, di età compresa tra i 3 e i 16 anni, chevivononeicampiromdellaperife- ria di Napoli. Il team di lavoro è stato composto da un’igienista dentale e due studenti del corso di laurea di igiene dentale della Seconda Università degli Studi di Na- poli. I bambini sono stati visitati dopo aver acquisito il consenso dei genitori. Lo studio è stato articolato in più in- contri, concordati con il responsabile della comunità di Sant’Egidio per i rom di Napoli, che ha accompagnato e presentatol’équipeallecomunitàrom di tutti i campi visitati. È stato necessario effettuare le visite prevalentemente nelle ore del tardo pomeriggio, perché molti bambini, duranteilgiorno,sonoimpegnatifuo- ri dal campo con i loro genitori. Inizialmente gli incontri sono stati effettuati presso la struttura della Scuola della Pace, sita nel quartiere Ponticelli di Napoli, dove due operato- ridellacomunitàdiSant’Egidiohanno condotto i bambini, prelevandoli dal campo limitrofo (Figg. 1 e 2). Dopo i primi incontri, durante i quali anche gli adulti hanno avuto la possi- bilità di conoscere il team dello studio, si è deciso di recarsi direttamente nei campi. I dati relativi allo stato di salute orale sonostatirilevaticonstrumentisterili imbustati quali: sonde parodontali, conformi alle indicazioni OMS, con estremità sferica di 0,5mm, specchiet- ti piani, pinzette odontoiatriche. Per le visite è stata utilizzata una luce artificiale a caschetto per avere mag- giore visibilità nelle ore serali. Inoltre sono stati adoperati: asciugamani di carta; un contenitore; garze; dispo- sitivi di protezione individuali quali mascherine; occhiali; cuffietta; guanti monouso. Lo strumentario, dopo l’uso, è stato immerso in un contenitore con so- luzione decontaminante contenente acido peracetico, per poi essere lavato, asciugato e quindi sterilizzato in altra sede. La maggior parte delle visite è stata effettuata su una sedia, posizio- nata all’aperto7 (Fig. 3). I dati raccolti sono stati registrati su una cartella appositamente realizzata, sulla base di modelli di schede rilevate in lettera- tura e adattate alle specifiche esigenze dello studio in oggetto, utilizzando una parte dedicata ai dati anagrafici, un questionario a risposta certa e il ri- levamento dei dati clinici8 . La durata media di ciascuna visita è stata di circa 10 minuti, tenendo conto delle situazioni individuali7 . Per valutare la prevalenza della pa- tologia cariosa, è stato usato l’indice DMFT, che indica nel target obiettivo la media dei denti cariati (Decayed), mancanti (Missing) e otturati (Filling) relativi alla dentatura permanente e a quella decidua, nel qual caso l’indice è indicatoconlelettereminuscoledmft. Con tale indice si è standardizzato a livello mondiale la modalità di rileva- mento della carie dentale, rendendo possibile il confronto dei dati ottenuti da studi fatti in diversi Paesi7 . Per la valutazione delle patologie pa- rodontali è stato utilizzato l’indice CPI (Comunity Periodontal Index), che è quello prescelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per gli studi epidemiologici9 , in cui sono stati utilizzati i valori 0, 1, 2 in considerazio- ne dell’età campione. L’indagineèstataarticolatasostanzial- mente in 3 fasi. Prima fase: rilievo dei dati anagrafici, breve questionario sulle abitudini di igiene orale e sulle abitudini alimen- tari; a tal proposito si sottolinea come, a causa delle difficoltà linguistiche in- contrateinalcunicasi,sisiarivelatoin- dispensabile l’aiuto di alcuni bambini nati in Italia e scolarizzati che hanno facilitato la comunicazione. Secondafase:visitaerilievodegliindi- ci di riferimento DMFT/dmft e CPI. Terza fase: istruzione e motivazione all’igiene orale, in cui è stata spiegata ai bambini e ai genitori l’importanza delle corrette abitudini di igiene orale domiciliare per prevenire la carie, l’in- fiammazione gengivale e il dolore. A ogni bambino è stato dato un kit di igiene orale domiciliare acquistato dal gruppo di ricerca, con il quale si è po- tuto verificare l’apprendimento indi- viduale delle tecniche spiegate (Fig. 4). Risultati Dopo la raccolta dei dati, si è passati allo studio analitico mediante l’uti- lizzo di un foglio di lavoro di calcolo, avvalendosi del software Microsoft Excel. Successivamente è stata effet- tuataun’analisidettagliatadellevaria- bili, attraverso la realizzazione di pro- spettigraficichehannoavutoloscopo di restituire un’osservazione comples- siva dell’indagine che ha poi determi- nato gli esiti riportati di seguito. Distribuzione del campione: il cam- pione esaminato è costituito da 120 bambini di cui 55 femmine e 65 ma- schi. L’età compresa tra i 3 e i 16 anni è cosi rappresentata: 3-5 anni = 20 sog- getti; 6-8 anni = 40 soggetti; 9-11 anni = 34 soggetti; 12-14 anni = 22 soggetti; 15-16 anni = 2 soggetti; non sa = 2 sog- getti (si veda Grafico 1). L’età media risulta essere pertanto di 8,5 anni. Alla domanda «Vai a scuola/ asilo?» hanno risposto affermativa- mente 59 bambini, pari al 49,17% del totale. Di questi, 19 sono femmine e 40 maschi; mentre 61 bambini, pari al 50,83%, hanno risposto negativamen- te. Tra questi, 17 bambini hanno lascia- to la scuola (7 femmine e 10 maschi) e 44 non l’hanno mai frequentata (15 maschi e 29 femmine) (Grafico 2). Da questi dati si comprende che una parte del campione di riferimento non ha possibilità di ricevere nean- che le nozioni di base di igiene perso- nale e di educazione sanitaria, come lavare le mani, i capelli, mangiare alimenti sani. >> pagina 34 << pagina 25 Le loro condizioni di vita sono estre- mamenteprecarie.Siaicampiregolari sia quelli irregolari hanno condizioni igieniche molto critiche. L’acqua pota- bile, bene primario per la vita e la salu- te,mancainmolticampi.Questaetnia presenta una condizione igienico-sa- nitaria significativamente peggiore se confrontata con la maggior parte degli altri gruppi di popolazione, e an- che per questo motivo è discriminata in tutta Europa. Il pregiudizio delle comunità ospitanti, insieme alla chiu- sura socio-relazionale che caratterizza queste popolazioni, rendono spesso difficile per loro l’accesso e l’uso dei servizi sanitari, evidenziando da parte delle istituzioni una scarsa considera- zione delle necessità specifiche di que- stiutenti.Nonacaso,glistudidisponi- bili suggeriscono che i rom utilizzino eccessivamente i servizi di emergenza e non quelli di prevenzione3 . Questa condizione di vita comporta, inevitabilmente, difficoltà oggettive nell’effettuare studi epidemiologici di questi gruppi. Ma l’efficacia di una politicasanitariaèstrettamentelegata alla capacità di rilevare i bisogni sani- tari della popolazione di riferimento4 . In particolare, per quanto riguarda lo studio che abbiamo condotto, e che qui esponiamo, l’alto rischio di malattie del cavo orale si lega a quei determinanti socio-culturali quali cattive condizioni di vita, basso livello di istruzione, tradizioni e credenze er- rate, oltre a una mancanza di cultura a sostegno della salute orale. È innegabi- le l’esistenza di un diffuso pregiudizio sui bambini rom, oggetto dello studio. È opinione comune che gli zingari si trovino in condizione di estrema po- vertà, irredimibile precarietà nel de- grado più assoluto per una loro libera scelta, cocciuta e incomprensibile ai più. Per essere integrati questi bam- bini hanno bisogno d’insegnamenti e supporto, anche in campo dentale, nella convinzione che le patologie del cavo orale possano influire negativa- mente sulla vita di questi bambini, tanto da poter comportare in futuro rilevanti conseguenze psicofisiche e finanche economiche per ognuno di loro5 . Il fattore protettivo, se presente, po- tenzia la salute, motivo per il quale bi- sogna fin dalla tenera età promuovere i determinanti di salute attraverso un adeguato processo educativo che ten- daaresponsabilizzareeprevenirel’in- sorgenza della patologia6 . Compito della ricerca è stato princi- palmente quello di monitorare le con- dizioni generali di salute dei bambini stanziati nelle comunità rom della provincia di Napoli, stante il fatto che lascarsitàdidatiepidemiologicidispo- nibili sul territorio nazionale misuri un drammatico ritardo rispetto agli obiettivipiùgeneralidiaccessoallasa- lute definiti dall’OMS per il 2020. Sul piano operativo, la ricerca ha per- seguito il raggiungimento sul campo dei seguenti obiettivi: – valutare lo stato di salute orale del target obiettivo come pre- messa per monitorare il suo sta- to di salute generale, motivando i piccoli pazienti alla cura di se stessi per migliorare i rapporti relazionali e sociali; – educare alla salute con metodi non convenzionali, portando nei campi in cui risiedono l’educa- zione sanitaria, affinché anche i bambini che non frequentano la scuola, e ai quali è negata ogni possibilità di miglioramento, possano avere l’opportunità di curare se stessi. Materiali e metodi Il lavoro di ricerca è stato condotto nel 2014, da marzo a settembre, su 120

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