Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

29SpecialeHygiene Tribune Italian Edition - Aprile 2015 di depositi duri risulta essere un fat- tore favorente per la proliferazione batterica sottogengivale. Per eliminare l’alitosi è necessario che la terapia parodontale sia ade- guataallagravitàclinica.Unasingola sessione di profilassi orale compren- dente istruzioni di igiene orale do- miciliare, con particolare attenzione alla pulizia della lingua, è sufficiente nei pazienti senza malattia parodon- tale ma insufficiente nei pazienti con malattia parodontale che van- no trattai in base alle loro esigenze cliniche13-15 . Durante il trattamento parodontale occorre somministrare sciacqui con clorexidina al fine di completare la riduzione della carica microbica. La pulizia del dorso linguale assume importanza fondamentale nel con- trollo dei VSC. La loro diminuzione raggiunge il 33% con il solo spazzo- lamento degli elementi dentari e il 42% con la sola detersione della lingua15,16 . È stato dimostrato che la detersione della lingua, eseguita nell’ambito dell’igiene orale sera- le, riduce efficacemente l’alitosi del mattino7 . Lo strumento che risulta maggiormente adatto alla pulizia del dorso linguale è il raschietto lin- guale: più efficace dello spazzolino e meno traumatico7 . I filamenti dello spazzolino tendono a trattenere re- sidui batterici, mentre il raschietto linguale è stato realizzato con un materiale e un disegno dedicato ap- positamente per la rimozione del coating nel rispetto delle papille linguali (Figg. 7a, 7b). Come prece- dentemente descritto è soprattutto la porzione posteriore del dorso lin- guale a essere rivestito da patina, il raschietto può essere delicatamente adagiato sul terzo posteriore e por- tato verso l’apice della lingua alcune volte (Figg. 8a-8c). Nei pazienti affetti da alitosi grave la prescrizione della pulizia linguale è di cinque passaggi due volte al gior- no7 questa procedura andrà a rimuo- vere il substrato di putrefazione. Unitamente alla rimozione meccani- ca della patina linguale, l’utilizzo di un collutorio contenente clorexidina + cetilpiridino cloruro (CHX 0,05 % + CPC 0,05 %) fornisce buoni risultati nella riduzione dei VSC7,17-19 . Il cetilpiridinio cloruro rappresenta un agente efficace per la riduzione << pagina 28 Tuttavia questo metodo presenta alcune lacune, risulta infatti diffi- coltoso standardizzare il giudizio dell’operatore in modo ripetibile e sovrapponibile nel tempo. Prima di sottoporsi alle valutazioni organolettiche o ai test strumentali, il paziente non deve: – assumere antibiotici nelle 8 setti- mane prima della valutazione; – assumere alcool o fumare nelle 12 ore precedenti; – assumere cibi con cipolla e aglio nelle 48 ore precedenti al test; – mangiare o bere nelle 8 ore pre- cedenti al test. Si può solamente bere acqua 3 ore prima dell’esame. Astenersi da appli- care manovre di igiene orale domici- liare la mattina del test, come anche non utilizzare cosmetici in quanto le loro fragranze potrebbero disturba- re la percezione degli odori da parte dell’operatore. Per la misurazione organolettica viene chiesto al paziente di tene- re la bocca chiusa per un minuto e successivamente di espirare l’aria dalla bocca attraverso una pipetta, quest’ultima consente una maggiore intensità dell’aria esalata. L’operato- re si pone a distanza di 20 cm esami- nando con l’olfatto l’espirazione del paziente e annotando il corrispet- tivo score percepito11 (Tab. 1). La mi- surazione dell’alitosi con la gascro- matografia risulta essere a oggi lo standard di riferimento in quanto è un metodo oggettivo, preciso, ripro- ducibile e attendibile; tuttavia è una modalità diagnostica costosa e non è utilizzata comunemente nell’ambito di uno studio professionale12 . L’apparecchiatura per eseguire la ga- scromatografia è OralChroma™ che permette la misurazione digitale dei tre principali VSC (metilmercaptano, idrogeno solforato, dimetilsolfuro) da un campione di aria espirata. I ri- sultati vengono forniti visivamente sotto forma di grafici attraverso l’in- terfaccia di un computer. Per l’esecuzione pratica del test Oral- Chroma™ si chiede di inserire una siringa monouso da 10 ml (privata dell’ago) nel cavo orale senza toccare con la lingua la sua estremità (non deve entrare saliva), si chiede di te- nere le labbra serrate per 30 secondi poi l’operatore tira lo stantuffo pre- levando l’aria dal cavo orale stesso. A questo punto, si collega l’ago alla siringa e si immette l’aria contenu- ta nell’apposito foro presente sul gascromatografo. Dopo 8 minuti di elaborazione dati vengono forniti i Valore Categoria Descrizione 0 Assenza alitosi Assenza di odore 1 Alitosi dubbia Odore presente, ma non come alitosi 2 Alitosi lieve L’odore supera la soglia di rilevazione dell’alitosi 3 Alitosi moderata Alitosi rilevata con certezza 4 Alitosi forte Alitosi forte, ma tollerata dall’esaminatore 5 Alitosi grave Alitosi forte non tollerata dall’esaminatore che si ritrae istintivamente 1. Socransky, S.S & Haffajee, A.D. (2005). Periodontal microbial ecology. Periodonto- logy 2000 38, 135-187. 2. Cortelli JR, Barbosa MD, Westphal MA. Halitosis: A review of associated factors and therapeutic approach. Brazilian oral research 2008; 22:44-54. 3. Soder B, Johansson B, Soder PO. The re- lation between foetor ex ore, oral hygiene and periodontal disease. Swedish dental Journal. 2000;24:73-82. 4. Nakano Y, Yoshimura M, Koga T,. Correla- tion between oral malodor and periodontal bacteria. Microbes and infection/Institute Pasteur 2002;4:679-83. 5. Nanchnani S. Oral malodor: Causes, asses- sment, and treatment. Compend Contin Educ Dent 2011; 32:22-24, 26-28. 6. Scully C, Porter S, Greenman J. What to do about halitosis. BMJ. 1994-01-22 00:00:00 1994;308:217-18. 7. Controllo dell’alitosi, Edwin G. Winkel. Parodontologia Clinica e Implantologia Orale. Jan Lindhe V ed. 8. Takeuchi H, Machigashira M, Yamashia D, et al. The association of periodontal di- sease with oral malodour in a Japanese po- pulation. Oral disease 2010; 16:702-6. 9. KoshimuneS,AwanoS,GoharaK,Kurihara E, Ansai T. Low salivary flow and volatile sulfur compunds in mouth air. Oral Surgey, Oral Medicine, Oral Pathology, Oral Radio- logy and Endodontology. 2003;96:38-41. 10. Kleinberg I, Wolff Ms, Codipilly Dm. Role of saliva in oral dryness, oral feel and oral malodour. International dental journal 202;52:236-40. 11. Yaegaki K, Coil JM. Examination, clas- sification, and treatment of halitosis; cli- nical perspectives. J can Dent Assoc. May 2000;66:257-61. 12. Murata T, Yamaga T, Iida T, Miyazaki H, Yeagaki K. Classification and examination of halitosis. International dental journal 2002;52:181-6. 13. A Guentsch, W Pfister, G Cachovan, G Ra- schke. Oral prophylaxis and its effects on halitosis associated and inflammatory pa- rameters in patients with chronic periodon- titis. International Journal Dental Hygine 2014- 12:199-207. 14. Klokkevold PR. Oral malodor: A periodon- tal prospective. Journal of the California dental Association 1997;25:153-9. 15. Seemann R, Kison A, Bizhang M, Zimmer S. Effectivness of mechanical tongue clea- ning on oral levels of volatile sulfur com- pounds. J Am Dent Assoc 2001;132:1263-7. 16. Kuo YW, Yen M, Fetzer S, Lee JD. To- othbrushing versus toothbrushing plus tongue cleaning in reducing halitosis and tongue coating: a systemic review and me- ta-analysis. Nurs Res.201362:422-9. 17. Fedorowicz Z, Aliufairi H, Nasser M. Mouthrinses for the treatment of halitosis. Chocrane Database Syst Rev. 2008 (;(4): CD006701. 18. Liu J, Ling JQ, Wu CD.Cetylpyridinium chloride suppsses gene expression asso- ciated with halitosis. Arch Oral Biol. 2013 58(11):1686-91. 19. Blom T, Slot DE, Quirynen M, Van der Weijden GA. The effect of mouthrinses on oral malodor: a systematic review. Int J Dent Hyg. 2012 Aug; 10:209-22. 20. Stookey GK, Beiswanger B, Mau M. A 6-month clinical study assessing the safety and efficacy of two cetylpyridinium chlo- ride mouthrinses. Am J Dent. 2005 Jul;18 Spec No:24A-28A. bibliografia Fig. 7a - Raschietto linguale. Tab. 1 – Valori per la misurazione organolettica. Fig. 8a - Superficie linguale ricoperta da una spessa patina. Fig. 8b - Utilizzo del raschietto linguale. Fig. 8c - Il raschietto aderisce correttamente alla superficie linguale. Fig. 7b - Profilo del raschietto linguale. dell’alitosi, inibendo la crescita dei microrganismi e sopprimendo l’e- spressione dei geni specifici relativi alla produzione di VSC in patogeni parodontali anaerobi18,20 . La condizione di alitosi nelle sue va- rie forme (intraorali, extra orali, più o meno severe) può risultare alta- mente invalidante per la vita di rela- zione dell’individuo che ne è affetto, fino a portare a un vero e proprio iso- lamento sociale con conseguente ri- percussione sulla salute psico-fisica del soggetto stesso. L’odontoiatra e l’igienista dentale sono le figure professionali che pos- sono maggiormente intervenire nel riportare, con le loro terapie, la salute del cavo orale restituendo al pazien- te una gratificante vita di relazione. risultati sotto forma di grafici ripor- tanti le concentrazioni dei vari VSC. Altro esame strumentale è il moni- toraggio dei solfuri mediante l’ap- parecchio portatile Halimeter™, estremamente sensibile all’idroge- no solforato ma meno sensibile al metilmercaptano e dimetilsolfuro. Quest’ultimo è un VSC da alitosi ex- traorale7 . Con il test strumentale Ha- limeter™ si può analizzare sia l’aria espirata dal naso sia quella espirata dalla bocca. La cannuccia monouso viene porta- ta verso la narice del paziente e gli viene chiesto di soffiare lentamen- te. Viene dunque registrato il valore in ppb. Successivamente si chiede al paziente di chiudere la bocca per un minuto, poi di aprirla sporgendo la lingua. Si colloca la cannuccia sul- la porzione medioposteriore della lingua e la si lascia fino a quando la registrazione è ultimata. I valori di riferimento in caso di as- senza di alitosi possono variare da 80 a 110 ppb. In caso di alitosi i valori superano i 160 ppb7 . Trattamento professionale Una corretta diagnosi è essenziale per il raggiungimento del succes- so terapeutico. Qualora il paziente presenti forme più o meno severe di malattia parodontale, oppure di gen- givite, il primo approccio è sempre la terapia parodontale modulata in base alla gravità della malattia stes- sa. Con la terapia parodontale si van- no a rimuovere i fattori eziologici della distruzione tissutale, microrga- nismi come il Porphyromonas gingi- valis che vive in tasche profonde ed è uno dei maggiori produttori di MM. Nell’ambito delle procedure tera- peutiche vengono rimossi i patogeni parodontali e il tartaro. La presenza logy 200038, 135-187. about halitosis. BMJ. 1994-01-2200:00:00

Sito