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Implant Tribune Italian Edition

19Speciale RegenerationImplant Tribune Italian Edition - Marzo 2015 SR << pagina 18 Le suture, in monofilamento non riassorbibile in e-PTFE, vengono rimosse a distanza di 14 giorni dall’intervento. Un accorgimento è quello di lasciare il filo dei ma- terassai un po’ più lunghi rispetto ai punti singoli. Questo permette di meglio distinguerli, e di ma- neggiarli più comodamente in fase di rimozione vista la tenden- za a invaginarsi per la tensione dei lembi. Pre- e post-operatorio La procedura chirurgica viene eseguita in ambiente localmente sterile, opportunamente prepara- to. La preparazione pre-operatoria del paziente consiste nell’esecu- zione di sciacqui con clorexidina 0,2% (Corsodyl, GlaxoSmithKline) per 2 minuti in aggiunta a una disinfezione dei tessuti cutanei peri-orali mediante soluzione a base di iodopovidone (Betadine, Viatris). Prima dell’intervento viene som- ministrata al paziente una pre- medicazione sedativa con diaze- pam (20-30 goc, Valium-2, Roche). Il paziente deve iniziare la terapia antibiotica con amoxicillina e aci- do clavulanico (Augmentin, Gla- xoSmithKline) un giorno prima dell’intervento, proseguendola ogni 12 ore per una settimana. Il controllo del dolore post-ope- ratorio è delegato a farmaci anti- infiammatori non steroidei, con somministrazione un’ora prima dell’intervento e successivamen- te al bisogno. Viene inoltre effettuata un’infil- trazione di cortisone intramusco- lo (Soldesam 4 mg, Laboratorio Farmacologico Milanese) per ri- durre edema e gonfiore miglio- rando il discomfort post-ope- ratorio. Al fine di ridurre la contaminazione della ferita, si prescrivono sciacqui con clorexi- dina 0,12% eseguiti due volte al giorno per la settimana successi- va l’intervento. Il paziente viene infine inserito in un regime di controlli mensili. Una valutazione radiografica vie- ne eseguita sia alla fine dell’inter- vento sia al momento della rimo- zione della membrana. Rimozione della membrana La membrana in e-PTFE, essendo non riassorbibile, rende neces- sario un nuovo intervento per la rimozione. I tempi di rientro si aggirano intorno ai 6-8 mesi in relazione alla dimensione del di- fetto da rigenerare. La procedura di rimozione della membrana ha inizio con un’incisione crestale, seguita da due incisioni verticali di rilascio mesiali e distali. Succes- sivamente si eleva un lembo a tut- to spessore vestibolare e linguale, al fine di localizzare e rimuovere Fig. 1 - Ortopantomografia pre-operatoria. Fig. 4 - Alla riapertura, una volta rimossa la membrana, si evidenzia il volume osseo rigenerato. Fig. 2 - La vite di sostegno lasciata esposta in relazione all’entità di rigenerazione verticale desiderata. Fig. 3 - La membrana non riassorbibile dopo essere stata fissata. Fig. 5 - L’ortopantomografia post-operatoria con le rigenerazioni verticali e gli impianti posizionati. le mini-screw. La membrana vie- ne infine dissecata delicatamente dall’osso sottostante. Solitamente, nei casi di rigenera- zione verticale, si può riscontrare la presenza di un tessuto molle simil-connettivale al di sopra dell’osso neo-formato. Questo tessuto, spesso 1 mm circa, può essere utilizzato qualora fosse necessario incrementare la quan- tità di mucosa cheratinizzata, ese- guendo un riposizionamento api- cale del lembo vestibolare. Inserimento degli impianti Il timing d’inserimento degli im- pianti può variare in base alla si- tuazione clinica pre-operatoria. Nel caso l’osso residuo presenti un’altezza ≥ 6 mm, tale da po- ter garantire una buona stabilità primaria, trova indicazione l’in- serimento degli impianti con- testualmente alla procedura di rigenerazione verticale. Qualora non fosse possibile questo tipo di approccio, l’inserimento de- gli impianti avverrà al momento della rimozione della membrana, dopo un minimo di 6 mesi di gua- rigione. Discussione e conclusioni La rigenerazione ossea verticale eseguita mediante la tecnica GBR, appare ad oggi una procedura in grado di dare risultati clinici ed estetici soddisfacenti20. Una corretta programmazione terapeutica, associata al massi- mo impegno e sforzo profusi sia dall’équipe medica sia dal pazien- te, è essenziale al fine di ottenere buoni risultati clinici. La tempi- stica chirurgica bifasica e i lunghi periodi di guarigione fanno sì che la compliance del paziente risulti determinante per il successo del caso. La rigenerazione verticale a mez- zo di tecnica GBR è una delle procedure per incremento osseo maggiormente “operatore dipen- dente”. Tecnica ed esperienza chirurgica rappresentano quindi fattori chiave per la predicibilità e il successo della rigenerazione ossea verticale. L’articolo è stato pubblicato la prima volta su Implants Italian Edition, gennaio 2015.

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