Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

7Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2015 il Consulente fiscale << pagina 6 ma vediamo perché questa rinnova- ta iniziativa, peraltro racchiusa solo in una frase sibillina, sia ora tanto si- gnificativa. È vero che la cifra sanata è in sé esigua, ma è altrettanto vero che parliamo del 70% delle posizioni ancora aperte nella riscossione loca- le. Una rivoluzione epocale. Questa sanatoria copre il periodo che va dal 2000 al 2013 (il pregresso risul- ta infatti già sanato dalla manovra monti) e permette a Equitalia di con- centrarsi sul recupero di somme più cospicue. All’origine non vi è certo un inten- to premiante in favore dell’evasore, quanto piuttosto un tentativo di ri- dimensionare l’operato di Equitalia. Sempre più invisa al grande pubbli- co e, soprattutto, sempre meno red- ditizia nel suo operato. Valgono circa 474,5 miliardi di euro che l’agente di riscossione deve ancora recupera- re relativamente all’arco tempora- le proposto dal condono. Quasi un quinto del PIl. Una cifra sbandierata opportunamente dai vari premier nell’intento di illudere le masse che la lotta all’evasione si sarebbe rivela- ta il miglior sistema per rimpingua- re le casse erariali. In realtà non parliamo di sole impo- ste evase. la somma affidata a Equi- talia assume quella portata abnorme in virtù di un sistema sanzionatorio estremamente gravoso che non di- stingue tra errore ed evasione, che indulge molto sull’errore erariale, ma punisce con determinazione quello del contribuente, e che con- templa a suo onere fino al 240% di maggiorazioni in caso di ritardi o omissioni nei versamenti. Percen- tuali cui si aggiungono oneri di ri- scossioni e interessi. Accade così che circa la metà di quei 474,5 miliardi sia in realtà composta di sanzioni e interessi. Si aggiunga che buona parte delle cifre contestate è in realtà frutto di accertamenti presuntivi piuttosto lontani dal reale operato del contri- buente e, spesso, dalle sue possibilità economiche. Cifre non evase, di fat- to, non possono essere state tesoriz- zate e quindi non potranno essere restituite. Una volta pignorati tutti i beni del malcapitato, Equitalia non potrà anelare a null’altro. Infine, come ha avuto modo di sot- tolineare il sottosegretario all’Eco- nomia, Enrico Zanetti, nel question time in Commissione Finanze alla Camera, un quarto dei debiti con il fisco – oltre 120 miliardi – è sostan- zialmente irrecuperabile, in quanto a carico di soggetti falliti. nel tentati- vo di razionalizzare il recupero delle somme, si è perciò optato per questa nuova soluzione il cui fine ultimo è quello di snellire il carico lavorativo degli addetti ai lavori. Una scelta grave, poiché – come è stato fatto rilevare – premia «miglia- ia di evasori seriali di multe e tributi comunali, che avevano accumulato decine di cartelle, ciascuna, però, sot- to i 300 euro». Sarebbe invece oppor- tuno che a queste scelte ne fossero preferite altre, più consone al princi- pio di giustizia tributaria e finalmen- te tese a rispettare il tanto vilipeso “statuto del contribuente”. Riaprire le posizioni scadute per decorrenza dei termini, permettere al contribuente di circostanziare gli eventi e dimo- strare la reale portata del proprio operato e concentrarsi sul recupero delle somme – fosse anche in misura rateale – anziché sulla punizione in sé. Sovente è la tempistica dei recu- peri, unita all’esosità delle sanzioni, che impedisce ai contribuenti di onorare le richieste erariali. Un atteggiamento similare giovereb- be all’Erario più che a chiunque al- tro, in quanto incasserebbe cifre re- ali anziché accumulare crediti fittizi. ma in tempo di crisi, il legislatore è interessato ai numeri da produrre sul bilancio più di quanto non lo sia al merito, perché i crediti accantona- ti sul bilancio di Stato potranno es- sere mostrati con successo, e ritiene che i maggiori costi derivanti dalla rinuncia alle piccole cartelle saran- no ampliamente compensati dalla riduzione dei costi stimati per il loro recupero. Una scelta, però, discutibile. Alfredo

Sito