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Dental Tribune Italian Edition

3Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2015 l’intervista < pagina 1 Tale fi losofi a – cioè l’ottimizzazione del risultato estetico e funzionale – è un obiettivo consolidato da molti anni in svariati ambiti della chirurgia maxillo- facciale. In particolare, parlando di chi- rurgia ortognatica, la semplice corre- zione dei rapporti occlusali in paziente con deformità dento-mascellare oggi non è più accettabile. Infatti, per defi - nizione l’obiettivo è quello di ottenere sì una correzione di rapporti occlusali, ma nel contempo anche la migliore estetica del viso con un armonico rap- porto tra le tre componenti, che sem- pre sono in gioco in questi trattamenti, vale a dire denti, ossa e tessuti molli. Il messaggio che dovrebbe essere rece- pito dai colleghi odontoiatri è quindi duplice: da un lato, cioè, i parametri di estetica del viso che vengono comu- nemente utilizzati nella programma- zione dei casi di chirurgia ortognatica (linea del sorriso, defi nizione del profi lo, esposizione labio dentale ecc.) possono e devono valere anche nella program- mazione di riabilitazioni implanto- protesiche di pazienti totalmente o parzialmente edentuli, per ottimizzare anche in questi casi l’armonia del volto, e dall’altro che il successo di un tratta- mento odontoiatrico (ortodontico o implantare) non può unicamente esse- re misurato dal “buco della serratura”, cioè guardando il paziente in bocca, ma deve essere valutato globalmente. Il paziente non va in giro con i suoi denti o con la sua lastra, ma con la sua faccia. Dunque il ruolo più importante, sia in ambito ortognatico che implantoprotesico, è del chirurgo maxillo-facciale che, con il suo intervento, può modificare in modo anche drammatico l’estetica del volto? Al contrario, il ruolo sia dell’ortodonti- sta che del chirurgo implantare, oggi più che mai, è fondamentale. Infatti, per prima cosa, sia nella riabilitazione implantoprotesica che in chirurgia or- tognatica, non è possibile raggiungere un buon risultato se non vi è un vero approccio multidisciplinare sin dall’i- nizio, con la discussione collegiale del caso e la defi nizione dei tempi e della priorità dei vari trattamenti speciali- stici. Ad esempio, se in chirurgia orto- gnatica l’ortodontista non fi nalizza in modo corretto la fase di decompenso degli incisivi, per quanto il chirurgo possa fare, non verrà mai ottenuto un buon rapporto labio-dentale sia superiormente che inferiormente. In implantologia spesso è presente nei pazienti totalmente edentuli un’atro- fi a del mascellare superiore con defi cit della dimensione verticale anteriore e conseguente pseudoprognatismo per l’anterotazione mandibolare; di volta in volta, bisognerà valutare se è possi- bile correggere tale condizione soltanto con il confezionamento di una suppor- to protesico oppure con un intervento fi nalizzato al ripristino tridimensionale dei rapporti intermascellari. In altre pa- role, il collega odontoiatra deve sapere che anche i suoi trattamenti ortodonti- ci o implantari condizionano nel bene e nel male l’estetica del III inferiore del viso, e in particolare dei tessuti molli periorali, che al termine di ogni terapia dovrebbero raggiungere un adeguato sostegno garantito sia dall’osso che dalla componente dentaria. Nella pratica clinica, quindi, cosa significa affrontare un caso con un Total Face Approach? Vuol dire essere consapevole che la richiesta del paziente parte dai denti (malocclusioni o edentulie), ma spesso sottintende anche e soprattutto mo- tivazioni che vanno oltre l’elemento dentario. Cerchiamo di non essere at- tenti esclusivamente alla componente dentaria del caso; per dirla con Tiziano Testori, non guardiamo solo alla micro- estetica o miniestetica del dente, della protesi, della gengiva o della papilla, ma guardiamo anche e soprattutto alla macroestetica, a come cioè il lavo- ro odontoiatrico si inserisce nel viso del paziente. Questo approccio, che ovvia- mente è multispecialistico, oltre a mi- gliorare la qualità del risultato fi nale, potrà essere un elemento distintivo del professionista che è in grado di offrire un servizio completo e differente al suo paziente. In ogni trattamento odonto- iatrico ci sono dei risvolti di estetica, non solo dentaria, ma anche facciale, importantissimi che devono essere pri- Il “Total Face Approach” nell’approccio di Aldo Bruno Giannì, Giovanna Perrotti e Tiziano Testori ma conosciuti e quindi previsti. In altre parole, non è sufficiente – soprattutto nelle riabilitazioni più complesse – un bagaglio tecnico, ma bisogna programmare in dettaglio come l’estetica facciale cambierà? Esatto, anche se spesso ai congressi ven- gono mostrate situazioni di edentulia brillantemente risolte con riabilitazioni implantoprotesiche non buone, ma ad- dirittura ottime; però ci viene mostrato solo il dettaglio della protesi, tuttavia nella realtà bisogna vedere come quelle protesi si inseriscono nell’economia di quel viso. Ad esempio, bisogna preve- dere se il sostegno protesico dei tessuti molli del labbro è corretto o defi citario, oppure se la linea del sorriso consente una buona esposizione labio-dentale che normalmente al sorriso scopre i denti incisivi fi no a far vedere il colletto, oppure se permane un antiestetico sor- riso gengivale o al contrario un’ipoe- sposizione dentaria. La stessa cosa vale in ortodonzia, quando spesso vengono discussi casi di malocclusioni ottima- mente risolti, ma mostrando soltanto una documentazione fotografi ca dei rapporti occlusali fi nali, senza una vi- sione del volto in toto. Nelle edentulie totali, o quasi totali, e nelle malocclusioni suggerisce sempre la necessità di un approccio multidisciplinare? Direi che questo oggi dovrebbe essere il gold standard, perché esistono per defi - nizione competenze diverse che devono integrarsi (implantoprotesiche, chirur- giche, maxillo-facciali, ortognatodon- tiche) e il caso, sin dall’inizio, dovrebbe essere discusso con i vari specialisti che, senza desiderio di prevaricare, ma con il giusto spirito di gruppo e nel pieno rispetto delle rispettive competenze, possono raggiungere risultati fi no a qualche anno fa impensati, anche nei casi apparentemente più “disperati”. Ma tutto questo accade veramente nella realtà clinica o è solo un sogno ancora difficile da realizzare? No, è già realtà. Abbiamo creato sul campo un team multidisciplinare che Corso di ortodonzia pre-chirurgica 26/27 giugno 2015 Relatore: Giovanna Perrotti Corso di chirurgia ortognatica 03/04 luglio 2015 Relatore: Aldo Bruno Giannì Corso di chirurgia ricostruttiva ossea pre-implantare ed implantare, chirurgia senza ricostruzioni ossee, 18/19 Settembre 2015 Relatori: Tiziano Testori, Aldo Bruno Giannì Corso di ortodonzia pre-chirurgica, chirurgia ortognatica e chirurgia implantare Corso teorico-pratico con live surgery Il corso è indirizzato agli ortodontisti e ai specializzandi di ortodonzia e chirurgia maxillo-facciale che desiderano aumentare il loro livello di conoscenza dell’ortodonzia pre-chirurgica. Il corso aiuta ad incrementare le fasi di comunicazione fra ortodontista e chirurgo in quanto fornisce un protocollo ben dettagliato della fase diagnostica e dei passaggi terapeutici ortodontici. Il modulo di “Chirurgia rico- struttiva ossea pre-implantare ed implantare, chirurgia senza ricostruzioni ossee” è rivolto a tutti i chirurghi orali ed implantologi. Sede

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