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Lab Tribune Italian Edition

8 Lab Tribune Italian Edition - Novembre 2014Clinica & Tecnica << pagina 7 Immaginiamo di avere un solo flash posizionato a ore 12 rispetto alla su- perficie del dente: ne risulta una su- perficie piatta (Figg. 8, 9). Spostando la fonteluminosaaore1,sicomincianoa intravedere la tessitura di superficie e lecracklinedellosmalto;questosucce- de perché non abbiamo più due fonti di luce che si annullano, ma una sola che crea ombre, quindi l’effetto è con- trario (Figg. 10, 11). In posizione a ore 2, emergono ancora maggiormente le ruvidità superficiali (Figg. 12, 13). Con il flash posizionato a ore 3 – siamo versoilcrepuscolo–lalucediminuisce ancora ed emergono chiaramente le macrodepressioni anatomiche (Figg. 14, 15). La stessa cosa può essere ese- guitamuovendoilflashinsensonaso- mentale (Fig. 16), dove il flash spostato rispetto all’asse ottico di 20° produce un effetto come in Figura 17. Notiamo come, nonostante si tratti della stessa bocca, a seconda di come cambiamo il modo di fotografare, vengano rivo- luzionate totalmente le immagini che diamo delle caratteristiche di super- ficie. È comunque fondamentale ca- pire che queste fotografie da sole non sono sufficienti per l’odontotecnico; bisogna mantenere in ogni caso uno status di base di foto volto-buccali, la corretta centratura dell’esposizione- bilanciamento del bianco, foto con denti di scala ceramica-resina di riferi- mento e schermi tarati. Senza dubbio questa tecnica, insieme alle sopracci- tate,puòessereunvaloreaggiuntoper cogliere il parametro tessiturale, che spesso è sottovalutato, ma che ha un enorme valore nel goal finale; un er- rore di valutazione, il mancato reperi- mento di questo o la sua mancata tra- smissione comportano sicuramente un fallimento cromatico di cui spesso non capiamo il motivo. L’articolo è già stato pubblicato su COSMETIC DENTISTRY, Anno III, vol. I, febbraio 2014. Fig. 15 Fig. 17 Fig. 16 Guido Picciocchi, laureato con diritto di pubblicazione all’Università di Genova. Socio attivo ESCD e membro dell’Extendend Board. Collabora presso l’Oral Design Center di Milano. Responsabile Smile Design della clinica White Lisbona. Specialista nella protesi estetica e relatore in ambienti nazionali ed internazionali. Daniele Rondoni, professore a.c. in Odontoiatria restaurativa, Università di Chieti-Pescara. Membro del corpo docente nel Master universitario in “Endodonzia e Odontoiatria restaurativa”, Università di Siena. Membro attivo EAED, European Academy of Esthetic Dentistry. Membro attivo EAED, European Academy of Esthetic Dentistry. Socio e relatore SICED. Istruttore internazionale per la Noritake Dental Materials, Japan. autori Genetica e morfologia degli sherpa del Nepal Allo studio tramite saliva ed impronte dentali L’Explora, nata nel 2007, ha lo scopo di apprende- re e diffondere, tramite le individuali esperienze, la conoscenza del sapere umano e il migliora- mento della vita nei luoghi estremi della terra e la condivisione e conoscenza delle aree selvagge del nostro pianeta. Questa è la sfida. Nell’ambito del progetto Earth Mater in Hi- malaya, intrapreso nel 2011 nella regione del Rolwaling in Nepal, abbiamo dato vita a uno studio genetico e morfologico sulla popolazio- ne sherpa, attraverso la raccolta di campioni salivari e impronte dentali. Il progetto è svi- luppato in collaborazione con il Laboratorio di antropologia molecolare del dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Bologna, rappresentato dalla prof.ssa Donata Luiselli (responsabile del Labo- ratorio) e dal direttore del dipartimento stesso, il prof. Davide Pettener, e dal dott. Stefano Be- nazzi del dipartimento Beni culturali dell’Uni- versità di Bologna. Gli sherpa rappresentano la popolazione che maggiormentehaevolutomoltepliciadattamen- ti fisiologici e genetici, a causa delle durissime condizione di vita e stress ambientali a cui è, ed è stata, sottoposta nel passato. Tali adattamenti permettono loro di vivere nell’ambiente della valle di Rolwaling. Lo studio che si vuole con- durre intende affrontare queste problematiche al fine di una migliore comprensione dell’adat- tamento dell’uomo all’alta quota e alle abitudini alimentari. Il team in Himalaya negli anni 2011-2013 è stato composto da: – Davide Peluzzi, capospedizione e odontotec- nico,ideatoredelprogettoepresidenteExplo- ra; – Paolo Trentini, medico odontoiatra team Ex- plora, Università di Chieti; – Giorgio A. Marinelli, vice capo spedizione, di- rettore Explora; – Marco Di Marcello, biologo, team Explora. Tale sfida rappresenta la più alta lotta all’adat- tamento all’ambiente estremo che la nostra specie abbia affrontato nel corso della sua breve storia evolutiva. Nella colonizzazione di nuove aree geografiche l’uomo ha affrontato innumerevoli sfide, superando le difficoltà che di volta in volta incontrava e adattandosi alle nuove condizioni climatiche, nutrizionali e in risposta ai patogeni con diverse strategie. Spesso la risposta è stata di tipo culturale e/o socioculturale, ma allo stress ipossico non è possibile rispondere con “la cultura”. Per questa ragione lo studio dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente d’alta quota rappresenta un eccezionale laboratorio per comprendere aspetti importantedeiprocessievolutivicheriguardano la nostra specie, quali l’adattamento al freddo e all’alta quota dal Neandertal ai nostri giorni. La robusta corporatura dell’uomo di Neandertal sembra rappresentare una risposta adattativa al clima freddo. Nell’evoluzioneumana,sembrachel’adattamen- to alle alte quote sia avvenuto solo con Homo sapiens. Attraverso lo studio genetico ed epigene- tico della popolazione sherpa si cercherà di dare un contributo importate a questa affascinante tematica. Attraverso lo studio morfologico e ge- netico delle impronte dentali sarà possibile ag- giungere informazioni sia di tipo evolutivo che legate ad aspetti nutrizionali della popolazione della Rolwaling. Per quanto riguarda il connubio morfologia dentale e analisi genetiche, la valu- tazione anche dei caratteri dentali non metrici dovrebbe fornire risultati simili a quelli genetici, dato che essi vengono definiti “epigenetici”, ov- vero presentano un forte background genetico. A tali studi si accompagneranno anche quelli di macro-usura nei canini, dei molari ecc., al fine di valutarefenomenidimalocclusioneedeventual- mente la correlazione tra la dieta e macrowear. In una prima analisi di studio, dopo aver svilup- pato i modelli in gesso (in Italia), scannerizzati con ArticaScan Kavo, si effettueranno compara- zioni dei rilievi morfologici con quelli di specie arcaiche. Oltre ai denti a paletta (shovel shape, termine per descrivere questa morfologia negli incisivi), ci sono altri caratteri che hanno altissima fre- quenza nell’uomo di Neandertal. Ad esempio il “mid-trigonid crest” con “anterior fovea” nei mo- lari inferiori, asimmetria del secondo premolare inferiore,taurodontismoneimolari,ecc.chesarà interessante valutare. Questa è la direzione della nostra ricerca di an- tropologia genetica e odontoiatria nelle terre estreme d’Himalaya, per una migliore compren- sione e adattamento e miglioramento della vita dell’uomo sul pianeta Terra. Questa è la sfida. Davide Peluzzi, Donata Luiselli, Stefano Benazzi

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