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Dental Tribune Italian Edition

9Dental Tribune Italian Edition - Novembre 2014 Odontoiatria & Legge << pagina 8 A seguito dello Tsunami che colpì la Tailandia nel 2004 – altro disastro di massa – la Danimarca, uno dei pochi Paesi dotati di una banca dati odon- toiatrica, fu in grado di identificare più del 70% delle proprie vittime, grazie alla comparazione dentale e senza necessità di altre metodiche. Purtroppo, però, ancor oggi l’Ita- lia non è dotata di veri e propri DVI team con professionisti esperti, re- clutati necessariamente fra i “civili”, non essendovi fra militari e forze dell’ordine alcune specializzazioni reperibili. L’estate ha portato all’attenzione del- la cronaca l’incidente fra due aerei Tornado, avvenuto nei pressi di Asco- li Piceno, che ha causato la morte di 4 piloti dell’aeronautica militare. L’e- vento, per certi versi e su scala assai ridotta, può essere equiparato a un DVI. In generale, un disastro aereo rende spesso il corpo carbonizzato e/o frammentato, pertanto difficil- mente riconoscibile de visu e com- porta un’identificazione più lunga e complessa. Tuttavia, rispetto alla popolazione civile, i militari sono dotati di una notevole quantità di materiale radiografico d’immediato reperimento. In questi casi la presen- za di un esperto odontologo forense risulta necessaria a partire dal so- pralluogo, essendo in grado di recu- perare i resti utili dispersi nel territo- rio (compresi frammenti di elementi dentali e protesici), salvaguardando le fragili strutture corporee prima del trasporto del corpo, nonché di eseguire un’accurata autopsia den- tale e procedere a un confronto im- mediato tra i dati dentali rilevati con quelli ante mortem. Tutti atti esegui- bili in poche ore. Purtroppo ancor oggi le istituzioni, anche le più blasonate, sembrano mostrare scarsa sensibilità per la ti- pologia di approccio identificativo. Se da un lato i DVI team italiani del- le forze dell’ordine non includono al loro interno l’odontologo forense, o non sono assistiti da specialisti civili, dall’altro la stessa autorità giudizia- ria non sembra sentire la necessità di una simile presenza e, di conseguen- za, nella maggioranza dei casi questa figura manca, e clamorosamente. Non a caso il rogo sotto il Monte Bian- co fu gestito interamente dai france- si. Tale evento non è stato sufficiente per sensibilizzare il sistema italiano, giacché sulla scena di disastri nazio- nali, più o meno estesi, ancor oggi, ma troppo raramente, gli odontologi forensi vengono chiamati. In realtà i denti sono l’elemento più resistente e quasi sempre utilizzabi- le, mentre le impronte digitali hanno solitamente una permanenza limi- tata nel tempo o potrebbero essere distrutte dall’incidente (dalla car- bonizzazione per esempio). Anche il DNA presenta criticità tecniche: si degrada rapidamente ad alte tempe- rature e la presenza di commistioni e deprezzamenti di corpi proiettati nell’ambiente comporterebbe un maggior numero di analisi e misture di difficile interpretazione; il tutto si riassume in tempi e costi nettamen- te più elevati, fattore non trascurabi- le in tempi di spending review. In realtà i protocolli internazionali prevedono l’impiego della dattilo- scopia e dell’odontologia forense come primi approcci necessari e ri- corrono solo in ultima battuta alla genetica forense (determinante in moltissimi settori della criminali- stica), e comunque su un numero di campioni già filtrato, limitando l’esame del DNA solo ai soggetti cui le prime due discipline non abbiano potuto fornire risultati o garanzie sufficienti per un’identificazione o un’esclusione certa (riscontro altret- tanto importante). La prassi, recepita da molti Paesi, consente di snellire i processi identificativi senza intasare i laboratori di genetica forense (con conseguente aumento dell’arretra- to) da richieste superflue. L’augurio è che anche in Italia nei casi di DVI l’odontologia forense acquisti quella dignità che già ampiamente ricono- sciuta in molti Paesi del mondo. Chantal Milani Dopo l’attacco terroristico alle Torri gemelle di New York, medici legali e odon- tologi forensi furono a lungo impegnati nell’identificazione delle vittime.

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