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Dental Tribune Italian Edition

14 Dental Tribune Italian Edition - Novembre 2014Personaggi Giuseppe Cozzani, 50 anni d’amicizia nel ricordo di Maso Caprioglio ConobbiGiuseppeCozzaninelsettem- bre 1964, al congresso di Berna della European Orthodontic Society. In quell’occasione conobbi pure Ma- gnieTenti,equestofuilprimogruppo di amici di ortodonzia che dall’estero progettarono di riunirsi e di ritrovarsi periodicamente, accomunati dal pro- fondo entusiasmo e passione verso l’ortodonzia. Mi colpì subito di Cozzani l’entusia- smo e la determinazione di voler cre- scere e progredire in questa materia. Ci ritrovammo al Beretta, dal profes- sor Maj, e l’amicizia immediatamente si accrebbe spontanea profonda since- ra giorno per giorno e poi ai congressi EOS e SFOD. Allora vi erano solo le let- tere e poche telefonate. Si deve alla caparbietà e alla determi- nazione di Giuseppe Cozzani se il 7 di- cembre1967riuscìaradunareilprimo gruppo di amici di ortodonzia e creare il GISO (Gruppo italiano di studio di ortodonzia). In quell’occasione si lega- rono poi, oltre a Magni, Tenti e il sotto- scritto, gli altri soci e cioè Peduzzi Pog- gio, Garino, Giorgetti, Falconi, di Gioia, Genone, Ragazzoni. Lo scopo era quello di creare scambi di esperienze, di prime ricerche, di scam- biarsi testi di ortodonzia, incontri fre- quenti, volontà di promuovere utili scambi scientifici. Il GISO si riuniva con tutti i soci in date precise presta- bilite ogni tre mesi ospiti, a rotazione, del socio che riceveva. Si stabilivano due tematiche prescelte, la discussio- ne dei casi, le recensioni dei libri e con- gressi sempre con i familiari. L’attività delGISOdurò10anni,con60incontri, 100 temi di relazione e furono invitati altri studiosi italiani e stranieri. Il GISO preparò con Cesare Luzi la fon- dazione della SIDO e preparò con il professor Paolo Falconi la prima scuo- la di specializzazione in ortodonzia a Cagliari, e Giuse fu tra i primi specia- lizzandi e poi proseguire per decenni come docente. Fu socio fondatore del- la Angle European Society nel lontano 1972, percorrendone tutti i faticosi e impegnativi gradini fino a esserne no- minato presidente nel biennio 1994- 1995, e senza mai mancare una sola volta alla mitica settimana della riu- nione invernale della Società. Seppe creare il giusto stimolo, via via nei migliori clinici ortodontisti italia- ni, a impegnarsi con sacrifici e inten- sità di studio per riuscire ad essere accolti in questa prestigiosa Società, che raccoglie il Gotha dell’ortodonzia europea. Giuse, da buon trascinatore e animatore, era sempre disponibile a dare, a consigliare, a cercare di stimo- lare i giovani. Sulla scia della storia di Edward Angle, che nel 1900 fondò la prima scuola mondiale di ortodonzia, ebbe il corag- gio di iniziare anche una scuola priva- ta italiana, il Centro Studi di Ortodon- Nella foto Cozzani (primo a destra) “campione” anche nello sport. Qui tra colleghi e amici in un momento di allegria. zia a La Spezia, che per molti anni fu veramente un faro importante in Ita- lia per la preparazione dei giovani stu- diosi in questa disciplina. Nel tempio i suoi due figli, Mauro e Paolo, hanno saputo prendere il testimone e porta- re il centro in alto. A loro va il mio più profondo cordoglio e affettuosa parte- cipazione al loro dolore. Amava ripetere che aveva sempre de- siderio di crescere, di confrontarsi di lanciare l’ortodonzia italiana. Lo contraddistingueva la sua sem- plicità, la sua amabilità, il suo essere sempre vicino a ognuno, non solo per quanto riguardava i problemi di studio, ma anche molte volte vicino umanamente ad allievi che avevano bisogno di un aiuto particolare. Mi piace anche ricordare come Giuse Cozzani frequentò dall’inizio tutti i congressi della fondazione degli Ami- ci di Brugg, prima nelle varie sedi ita- liane, poi sempre a Rimini nel mese di maggio. Era grande amico del fon- datore, Augusto Biaggi, e diverse volte portò Biaggi alle riunioni del gruppo di studio. Aveva una visione eclettica dell’orto- donzia, la vedeva sempre all’interno di un aspetto olistico del paziente e in un rapporto inter e multidisciplinare. Fufraiprimiaoccuparsisindaglianni Sessanta della gnatologia. Era grande amico del professor Mario Martigno- ni, e si occupò a fondo dei problemi dell’articolazione temporo-mandibo- lare, tanto da restare ancora un suo leitmotiv per tutta la vita anche negli ultimi anni e in diverse nostre ultime conversazioni. Ci sentivamo sovente, civedevamomolto,anchenegliultimi anni, scambiandoci idee e program- mi. Mi ha sempre meravigliato e stu- pefatto la sua grande schiettezza e l’o- nestà intellettuale nella presentazione dei suoi casi. Insieme a Paolo Falconi, è stato sicura- mentepermeunodegliamicipiùcari, sinceri, profondi, con il quale ho con- diviso momenti importanti gioiosi e anche tanti momenti difficili. La sua schiettezza e la sua franca de- terminazione forse lo rendeva non simpaticoaunapartedelmondoacca- demico, ma lui amava la verità e aveva sempre la tenacia e la determinazione di pretenderla e vederla esposta in ogni occasione. L’accademia italiana di ortodonzia lo volle premiare alcuni anni fa con il tributo del premio alla carriera e di socio onorario. Così pure l’Università degli Studi di Ferrara, tra- mite il professor Giuseppe Siciliani, e la sua scuola lo vollero onorare dedi- candogli con alcuni altri maestri e pa- dri dell’ortodonzia una tesi di specia- lizzazione e una discussione nell’aula magna della tesi stessa, ricordandone i momenti salienti delle sue ricerche e pubblicazioni. Alcuni anni fa, per i suoi ottant’anni, mi invitò con un gruppo ristretto di amici italiani e stranieri per tre gior- ni nella sua bella casa a La Spezia, e fu occasionediincontriscientificimaan- che di grande amicizia. L’amicizia fu il motivo ricorrente di tutta la sua vita e il legame al quale te- neva maggiormente. Amava la ricerca della verità, la schiet- tezza dei rapporti, la franchezza della discussione anche se a volte poteva es- sere vivace o anche un po’ accesa. Certamente ora, come dice Sant’Ago- stino, starà già godendo il sabato sen- za tramonto avendo avuto in premio quanto lui ha saputo dare con le sue opere buone in vita. Spero che possa essere di esempio ai giovani, che ne sappiano copiare l’entusiasmo, la tenacia, il desiderio di conoscere e sapere superare molte difficoltà per tendere sempre verso la verità. Caro Giuseppe grazie per quan- to mi hai dato in oltre cinquant’anni di amicizia, mai turbata dal minimo screzio ma rafforzata anno dopo anno d’affetto e profonda e sincera stima e gratitudine. Riposa in pace Maso Caprioglio

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