Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Perio Tribune Italian Edition

26 Speciale Perio Tribune Italian Edition - Ottobre 2014 Terapia parodontale non chirurgica con approccio “One-Stage Full-Mouth Disinfection” Daniele Cardaropoli, Monica Ravera, Alessandro Roffredo, Lorenzo Tamagnone PROED – Institute for Professional Education in Dentistry, Torino. < pagina 25 Vari studi hanno suggerito che i polimorismi nei geni del cluster IL1 e TNFa potrebbero predispor- re i soggetti a elevati livelli di IL1 e TNFa; tali mediatori immunologici hanno come proprietà la stimola- zione del riassorbimento osseo. La presenza di gravi forme di ma- lattia parodontale non trattata può provocare infezioni sistemiche in seguito alla diffusione nel circolo ematico di microrganismi parodon- tali4 , con la comparsa di infezioni cardiache; inoltre, i soggetti affetti da infezioni parodontali possono presentare, rispetto ai soggetti sani, elevati livelli di granulociti neutro- ili e di proteina C reattiva. La malattia parodontale è una pato- logia complessa in cui sono coinvolti sistemi di difesa innati e adattattivi. Il principio secondo il quale le cel- lule epiteliali e endoteliali siano cellule strutturali non coinvolte in reazioni immunitarie è stato smen- tito; infatti, i recettori TOLL LIKE RECEPTOR (TLR), strutture che indi- viduano sollecitazioni batteriche, sono presenti su tutte le cellule umane, incluse quelle epiteliali ed endoteliali. I TLR riconoscono gli LPS batterici e le strutture accesso- rie come il lagello batterico attra- verso il mamp (microbe-associated molecular pattern), considerato come un “codice a barre” che, attra- verso i TLR, attiva determinate cel- lule della difesa, attuando così una difesa più personalizzata. Grazie a questo sistema i batteri commen- sali vengono tollerati anche se in possesso di lagelli. Gli obiettivi della terapia parodonta- le sono l’eliminazione dell’infezione, la correzione delle sequele anatomi- che e il mantenimento della salute parodontale nel lungo periodo. Il controllo dell’infezione avviene mediante la terapia non chirurgica. Le modalità di approccio terapeuti- co possono essere: 1. strumentazione convenzionale a quadranti; 2. strumentazione eseguita in 24 ore di entrambe le arcate con l’utilizzo di antisettici locali, ovvero con la One-Stage Full- Mouth Disinfection (OSFMD) oppure senza l’ausilio di anti- settici locali, ovvero con la Full- Mouth Scaling and Root Planing (FMSRP). Entrambi gli approcci possono es- sere associati al trattamento laser assistito. L’ausilio del laser permet- te di avvalersi di un’azione batte- ricida eliminando anche i batteri, che con la loro capacità invasiva colonizzano l’epitelio interno della tasca. In fase inale di strumenta- zione si può eseguire la biostimo- lazione laser assistita dei tessuti Fig. 3 - Radiograie periapicali iniziali. Fig. 4 - 1.6 PPD: 10 mm distale. Fig. 7 - 3.6 PPD: 7 mm mesiale. Fig. 8 - 4.6 PPD: 6 mm mesiale. Fig. 9 - Situazione orale alla rivalutazione dopo 1 mese dalla OSFMD. Fig. 5 - 1.5 PPD: 6 mm mesiale + BoP. Fig. 6 - 2.5 PPD: 8 mm mesiale + BoP. dell’area trattata5 . Il protocollo della OSFMD proposto da Quirynen nel 1995 trova il suo razionale nel drastico abbattimen- to della carica microbica in tutto l’ambiente orale da eseguirsi in 24 ore; questo permette di ridurre il rischio di cross-contamination o di intra-oral traslocation, intenden- do per entrambi il meccanismo di ricolonizzazione dei siti trattati da parte di batteri provenienti dai siti non ancora trattati. Mediante l’approccio OSFMD si veriica un miglioramento statisticamente si- gniicativo della riduzione/elimi- nazione dei microrganismi paro- dontopatogeni, sia sottogengiva sia nelle nicchie ecologiche6 . Le nicchie ecologiche – come le membrane mucose, le cripte tonsil- lari, la saliva, il tartaro – risultano essere reservoirs di microrganismi. La riduzione dei microrganismi pa- togeni può variare, dopo 1 mese dal trattamento, da una completa era- dicazione (100%) di Eikenella corro- dens, al 92,8% del Porphyromonas gingivalis, e all’80% del Fusobacte- rium nucleatum7 . Dati di letteratu- ra dimostrano come mediante l’ap- plicazione del protocollo OSFMD si ottengano miglioramenti dei parametri clinici e microbiologici nell’arco dei successivi 8 mesi, sia nei casi di parodontite cronica sia nei casi di parodontite a insorgen- za precoce8 . La parodontite aggressiva (AgP) è caratterizzata dalla presenza di lo- ra batterica virulenta unitamente a una suscettibilità individuale alla malattia parodontale di alto livello. Gli aspetti principali che contrad- distinguono le AgP sono: anamnesi medica del paziente priva di rile- vanza, ovvero assenza di patologie sistemiche che possono inluire sul corretto funzionamento delle dife- se dell’ospite, rapida perdita di at- tacco e distruzione ossea, presenza di aggregazione di casi in famiglia. > pagina 27

Sito