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Cosmetic dentistry_beauty & science

31dentistry 3_2014 cosmetic l’opinione _ manufatto protesico Il piatto… Perde Autore_A. Puntoni, Italia _Prefazione «Lo scopo di questo articolo è quello di risve- gliare l’anima nobile che risiede in noi, per applicarla nel nostro campo professionale, che non vuole es- sere soltanto una produzione tecnica, ma include anche sentimenti che suscitano le emozioni come crescita dinamica, spesso relegata a protocolli stan- dardizzati dogmatici e privi di sensibilità». (La cre- azione dentale e l’armonia di un insieme. Il viaggio, di Giorgio Talarico e Ezio Morgante, Edizioni Quin- tessenza). _Il piatto… Perde Sguardo fisso, fiero, labbra che assaporano il dolce del successo estetico. Decido di seguire il ma- nufatto fino alla consegna, ho bisogno di stimoli im- portanti, un po’ di soddisfazione non è male! Per dirla con Paulo Coelho «non è importante la meta, ma il cammino» (Il cammino di Santiago). Il viaggio è un apoteosi di sensazioni positive, tra- slucenze e opacità che si contrastano, assorbimenti e riflessioni che creano il gioco di luce che ha preso vita ed è nato proprio dalle mie mani. Il sorriso stampato sul mio volto è il buongiorno appena varcata la soglia dello studio odontoiatrico. Chiara è già in poltrona e mi scruta incuriosita dalla mia strana eccitazione. Scorgo soddisfazione anche negli occhi e nella postura di Francesco, il clinico, che muove l’articolatore appena estratto dal contenitore etichettato.Ilprovvisorioèstatorimosso,glielemen- ti dentali residui preparati già detersi e pronti ad ac- cogliere la nuova situazione estetica, in un attimo la protesi definitiva è al suo posto. La percezione visiva mi accompagna, mano nella mano verso il baratro. Sottile avorio sapientemente levigato solcato da splendide venature, nasconde fibre legnose di tasti intervallati da diesis e bemolle che imitano le zone interdentali che si aprono verso le papille retratte. Eh sì, una splendida tastiera appare non appe- na si solleva il coperchio e ci si sbarazza del feltro rosso di un magnifico Steinway and sons, peccato che il palcoscenico della chiostra dentale abbia di si- mile soltanto i colori e il peso della coda di questo pianoforte non è altro che il grande fardello che mi opprime mentre esco dalla sala operativa. Dove sono finite tutte le straordinarie traslu- cenze che vedevo, i chiaro scuri che mi apparivano muovendo il modello master sormontato dall’indice nella consueta veste odontotecnica, la riflessio- ne della luce era buona, segno di una mappatura superficiale eseguita con cura, il colore appariva gradevole, ma che cosa ho sbagliato di cosi decisa- mente importante? Pian piano mi tornano alla mente le parole di Lanfranco, Paolo, Hitoshi, Shigeo, Makoto, Yoshimi, ma anche di Klaus, Michael, Roberto e Cristiano – «la forma è il colore» –, scorro mentalmente tutti quei dettagli anatomici che ho tralasciato, trascinato da quell’entusiasmo che trasferivo al pennello e dalla voglia di sentirmi l’artista che invece non sono. Fortunatamente non serve esserlo, nel nostro lavoro è solo un valore aggiunto, abbiamo un model- lo da copiare, dobbiamo conoscerlo molto bene per cercare di realizzare un falso più vero possibile. «La forma è il modo di manifestarsi della mate- ria». (Hegel) A questo punto mi chiedo, mi serve per fare una riflessione: “Perché di fronte a un’opera scultorea in marmo come il Mosè di Michelangelo Buonarroti non si percepisce come elemento di di- sturbo la mancanza del colore?” (Fig. 1). Fig. 1_Il Mosè, opera in marmo di Michelangelo Buonarroti 1513-1515 c.a. Chiesa S. Pietro in Vincoli Roma. Fig. 1 Andrea Puntoni, Laboratorio odontotecnico Via Rodolfo Berretta 84 56023 Navacchio (PI) laboratorio@puntoniandrea.com Tel.: +39 050 760530 _autore

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