7Dental Tribune Italian Edition - Ottobre 2014 Speciale Giovani << pagina 6 Dall’estetica del viso alle apnee del sonno, dalla postura all’or- todonzia invisibile, l’odontoia- tra ha visto il suo raggio d’azio- ne allargarsi notevolmente. Da un paradigma chirurgico ci si sta inevitabilmente spostan- do verso un paradigma medi- co. Ma si è pronti anche per il cambiamento? Applicare nuovi approcci cli- nici con vecchi paradigmi di comportamento (come dice Luigi Paglia) potrebbe generare grandi illusioni nel dentista e nuove insoddisfazioni nel pa- ziente. Lo scenario attuale ha drasticamente ridotto la capa- cità di spesa, rendendo il pa- ziente molto sensibile ai costi, ma anche alla prevenzione, che può giocare molto su un rispar- mio futuro. Investire tempo ed energie nell’educazione a cor- retti stili di vita può aiutare a mantenere saldo il rapporto di fiducia e a ridare valore all’atto medico: dall’igiene orale a una sana alimentazione, dalla ces- sazione del fumo di sigaretta a una equilibrata attività sporti- va, alla gestione dello stress psi- cologico, gli spunti per aiutare il paziente a prendersi cura di sé non mancano. È evidente – commenta Giulia Borromeo – che le istituzioni giocano, oggi più che mai, un ruolo da prota- goniste per la tutela della pro- fessione: la battaglia per debu- rocratizzare, per contrastare la pubblicità ingannevole, soste- nere i giovani e promuovere la prevenzione sociale (giusto per fare qualche esempio) è ardua ed è tutta da combattere. Noi – conclude Giulia – siamo pronti a scendere in campo. E voi?». Un impegno per il futuro: reintrodurre il tariffario minimo e la minima remunerazione dell’odontoiatra collaboratore Nel corso dell’ultimo decennio, in Italia sembra essersi diffusa la tentazionemediaticadimercificarelaprofessionemedicae,inpar- ticolare,quellaodontoiatrica.Leggendoungiornaleoascoltandola radio, è facile accorgersi che nell’ambito della pubblicità sanitaria nessuno parla più di qualità delle terapie né di professionalità delle prestazioni. Andrea Senna, segretario culturale di ANDI Milano- Lodi, anch’egli candidato della Sezione alle prossime elezioni della CAO milanese, avanza al proposito alcune considerazioni. «Fino a non molto tempo fa – dice – sarebbe stato assurdo parago- nare la prestazione di un medico all’acquisto di un qualsiasi oggetto oservizio,lacuiunicavariabiledecisivapotevaesserequelladelprez- zo o dello sconto. Ora il paradosso è che i pazienti (reali o potenziali) hanno tutti i mezzi per percepire la differenza tra una Fiat 500 e una Ferrari, ma hanno meno strumenti conoscitivi utili a distinguere tra otturazione e otturazione, tra impianto e impianto. Unico argomento reclamizzato con sempre maggior insistenza è il costo di cure e interventi – osserva Senna. La corsa al ribasso, però, si cavalca a discapito della salute dei pazienti e purtroppo sminuisce – se non addirittura annulla – ogni altro discorso più serio sulla vera qualitàdellaprestazionemedica.Unfattorescatenantediquest’iper- bolica comunicazione sanitaria è sicuramente stata l’abrogazione del divieto di svolgere pubblicità sulle specializzazioni e i servizi me- dici e soprattutto sul prezzo delle prestazioni (Decreto Bersani 2006). L’intenzione iniziale della legge era probabilmente far conoscere al cittadino il tipo di prestazioni effettuate e quindi la sua qualità, ma questo è passato ben presto in secondo piano. Anzi, è quasi sempre scomparso per dar spazio invece a una pubblicità che punta sull’im- mediatezza di risultati e sul prezzo estremamente ridotto a scapito della qualità, sicurezza e durata della prestazione medica svolta. Conseguenze negative per i pazienti – ricorda il giovane – sono state prodotte anche dall’abolizione, sempre del 2006, di un tariffario mi- nimonazionaledelleprestazionimedicheeodontoiatrichealdisotto delqualeèmoltodifficilegarantireunlivelloadeguatodiprestazione terapeuticaottimale.Seunacuraviene“venduta”auncostoinferiore della tariffa minima necessaria per eseguirla in modo corretto, signi- fica che, per forza di cose, non potrà avere i requisiti imprescindibili di qualità e sicurezza, mettendo così a rischio la salute dei pazienti. È necessario, quindi, che l’Ordine sensibilizzi il mondo politico e le istituzioni sul pericolo per la salute pubblica di lasciare il “mercato sanitario” senza regole e sulla necessità della reintroduzione di un tariffario minimo prestazionale regionale tarato sulla realtà econo- mica territoriale. Occorre un cambio di rotta e di atteggiamento per difendere la serietà dei medici odontoiatri che tengono alla qualità delle prestazioni, che non speculano sulla salute dei pazienti. È quello cheinsiemealmiogruppo,candidatoallaCAOmilanese,cercheremo di fare! Infine – dice Senna – vorrei sottolineare un problema emergente che riguarda la remunerazione minima degli odontoiatri collaboratori, problema sempre più sentito da giovani dentisti che collaborano in strutturetipofranchising.Oggièsemprepiùarduoaprireemantene- re uno studio professionale in proprio, soprattutto in una città come Milano, con costi elevati, una burocrazia infinita e la concorrenza dei grossi franchising dell’odontoiatria insostenibile. Molti colleghi, quin- di,sonocostrettiacollaborazionispessoconstrutturecheoffronoun rapporto lavorativo non congruo sotto tutti gli aspetti, sia economi- co sia etico-professionale. La mia proposta pertanto è che l’Ordine stabilisca un tariffario minimo di retribuzione, in linea con la dignità professionale, tarato sul costo della vita nel territorio di Milano, cui devono fare riferimento le strutture presso le quali operano colleghi odontoiatri non titolari. So che può sembrare una proposta “ forte” – ammette il giovane professionista – ma, nelle nostre intenzioni, deve trovare una risposta dalle Istituzioni». Sensibilità dentinale Voce ai giovani esperti L’ipersensibilità dentinale viene definita come una “sensazione di dolore, breve e intensa, evocata da stimoli fisici o chimici non riconducibili ad altre patologie dentali”. Si manifesta come un dolore evocato da stimoli termici, tattili, osmo- tici o chimici in assenza di altre patologie odontostomatologiche. L’attrito, l’ero- sione e l’abrasione riescono a rimuovere lo smalto o il cemento creando, di fatto, un contatto tra ambiente esterno intraorale e tessuto pulpare dentale. Partico- larmente soggetti a tale patologia sono i pazienti sottoposti a scaling profondo, root planing e chirurgia parodontale. Addy nel 2002 ha pubblicato uno studio nel quale attesta che la percentuale di pazienti che riferisce esperienze di iper- sensibilità dentinale supera il 50%, mentre altri autori riportano valori dall’8% al 30% in pazienti dai 25 ai 45 anni. Abbiamo incontrato il dottor Giulio Pavolucci e la dottoressa Francesca Zotti, due giovani ricercatori rispettivamente dell’Univer- sità di Siena e dell’Università di Brescia, che ci hanno parlato della loro esperienza clinica nella soluzione dell’ipersensibilità dentinale. Ipersensibilità dentinale: un giovane ricercatore su cosa basa le proprie scelte rispetto a soluzioni e trattamenti da adottare? Dr. Pavolucci – Le scelte operative sono basate sulla letteratura scientifica, ma anche sulla pratica quotidiana. Sempre più spesso i pazienti richiedono rimedi veloci, efficaci e poco invasivi per il problema dell’ipersensibilità dentinale; sta all’odontoiatra saper scegliere la soluzione più adatta alla situazione tra quel- le preposte dall’evidence based dentistry. Dr.ssa Zotti – Ciò che inizialmente interessa è la sintomatologia clinica del paziente. Ciò che egli ci riferisce va poi corroborato con un’accurata anamnesi e un esame obiettivo. Individuare le cause di questa patologia è essenziale per poterla minimizzare e risolvere, utilizzando presidi pro- fessionali alla poltrona e consigliando mantenimenti domiciliari assolu- tamente necessari. Quanto è importante conoscere e saper gestire l’ipersensibilità dentinale nell’approccio con il paziente? Dr. Pavolucci – L’ipersensibilità dentinale è un problema molto diffuso e molto spesso sottovalutato; possiamo andare dai casi più lievi, nei quali costituisce un ostacolo alle normali terapie odontoiatriche (in primis l’igiene professiona- le), a casi decisamente più importanti, con dolori che ostacolano la vita quoti- diana del paziente. Anche nei frequenti casi di pazienti odontofobici, rappre- senta un grande ostacolo alla collaborazione. Diagnosticare l’ipersensibilità dentinale diventa sempre più importante, così come saper scegliere la terapia migliore per il paziente e saperlo guidare nel corretto mantenimento con i pro- dotti domiciliari. Dr.ssa Zotti – La conoscenza dello spettro di segni e sintomi di questa patologia è essenziale. I nostri pazienti spesso riferiscono di sentire molto dolore e ciò li allontana dalle procedure odontoiatriche, anche semplici, che per loro sono causa di sofferenza. Evitare che il dolore si ripresenti alla poltrona e istruirli alle corrette procedure domiciliari e ai prodotti indicati è di fondamentale im- portanza per non far allontanare il paziente dalle cure odontoiatriche anche routinarie. Come si può gestire l’ipersensibilità dentinale? Dr.ssa Zotti – Fino ad oggi l’ipersensibilità dentinale è stata curata per mezzo di prodotti capaci di desensibilizzare le terminazioni nervose e quindi di dimi- nuire la sensazione dolorosa da esse trasmessa. Un prodotto innovativo come Pro-Argin® di elmex (GABA), invece, ha la capacità di sigillare i tubuli dentinali scoperti e di ricreare una morfologia simile a quella naturale, dove gli stimoli termici, meccanici o chimici non arrivano neppure alle terminazioni nervose. Questo prodotto rivoluziona così sia i trattamenti professionali sia il manteni- mento domiciliare. Esiste una solida evidenza scientifica sui principi attivi in commercio? Dr. Pavolucci – Il tema dell’ipersensibilità dentinale è stato ampiamente trat- tato in letteratura; cercando “dentin hypersensitivity” su PubMed si ottengono ad oggi 2913 risultati. Cercando invece “dentin hypersensitivity arginine” i ri- sultati sono 64. In uno studio multicentrico del 2013 si evidenzia una maggiore efficacia dell’arginina comparata ad altri prodotti; in una revisione della let- teratura, inoltre, viene dimostrata la superiorità di materiali contenenti argi- nina comparati con placebo e con altri prodotti non contenenti arginina. A questi dati si uniscono gli ottimi risultati facilmente riscontrabili nella pratica clinica quotidiana. Francesca ZottiGiulio Pavolucci