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Dental Tribune Italian Edition

8 Ortho Tribune Italian Edition - Ottobre 2014Clinica & Pratica L’epilessia nel bambino: aspetti odontoiatrici e ortodontici Elisabetta Bricchi, Francesca Nolet, Lucia Miggiano Scuola di specializzazione in Ortognatodonzia (direttore: prof. G. Farronato), Università degli Studi di Milano, IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena. Introduzione In neurologia pediatrica l’epi- lessia rappresenta una delle più comuni condizioni riscontrabili. L’incidenza di questa patologia è più alta nella prima decade di vita, periodo delicato durante il quale il bambino completa parte del suo sviluppo sociale e educa- tivo1 . Comprendere e conoscere gli aspetti di tale disturbo aumenta da parte dell’odontoiatra pediatri- co la consapevolezza sull’impatto che questa malattia ha sulla salu- te psicofisica del piccolo paziente, sulla condizione e comprensione della situazione clinica, sui suoi aspetti e manifestazioni principa- li e i conseguenti comportamenti e precauzioni da conoscere per poterla gestire2 . È necessario quindi approfondire la tematica focalizzando l’atten- zione sull’approccio al paziente pediatrico (e/o adulto) che soffre di tale patologia, sulle manifesta- zioni cliniche che anche in ambito odontoiatrico possono presentar- si, sulle terapie e sul trattamento delle situazioni di emergenza in studio. Scopo di questo lavoro di revisione è l’esposizione e l’ana- lisi di questi aspetti, concentran- dosi in particolare sul paziente pediatrico e sugli aspetti pedo- ortodontici che, sebbene in mi- nima parte, vengono affrontati e approfonditi nella letteratura in- ternazionale. Materiali e metodi È stata effettuata una revisione della letteratura dal database elet- tronico Medline (www.ncbi.nlm. nih.gov/pubmed). Le key words della ricerca sono state epilepsy, dentistry, orthodontics, paeditric patient. Gli articoli selezionati sono solo quelli scritti in inglese, dal 1991 al 2012. Nei criteri di inclu- sione sono stati selezionati articoli che analizzavano le caratteristiche principali delle manifestazioni ge- nerali e orali nei pazienti con epi- lessia, con particolare riferimento alle problematiche ortodontiche. Discussione Oggi la neurologia definisce l’epi- lessia come una patologia croni- ca con ricorrenza di convulsioni, manifestazioni caratterizzate da un’alterazione spontanea improv- visa temporanea delle funzioni del sistema nervoso, conseguenza di scariche neuronali abnormi. Le convulsioni, in particolare, sono forme che coinvolgono soprattut- to il paziente in età pediatrica e che fortunatamente spesso esita- no in guarigione3 . L’ILAE (League Against Epilepsy) nel 2010 defini- sce l’epilessia «una disfunzione cerebrale caratterizzata da una predisposizione duratura a gene- rare crisi epilettiche e di conse- guenze neurobiologiche, cogniti- ve, psicologiche e sociali di questa condizione»5 . L’epilessia colpisce circa 50 milio- ni di persone nel mondo: di que- sti, circa il 75% con eziopatogenesi ignota, sebbene in letteratura, in questi casi, venga associata an- che la predisposizione familiare genetica, e il 25% riconducibile a danni, lesioni, infezioni cerebrali, traumi alla nascita o problemati- che cerebrovascolari4 . L’epilessia può svilupparsi in alcuni sindro- mi genetiche come la sindrome di Down o la sindrome di Sturge- Weber8 . Si differenziano, da un punto di vista clinico, l’epilessia “attiva” e quella “in remissione”. Se il pa- ziente manifesta una crisi negli ultimi 5 anni, con o senza trat- tamento, l’epilessia si definisce “attiva”; viceversa, se le crisi non sono presenti negli ultimi 5 anni, è definita epilessia “in remissio- ne”6 . La prevalenza dell’epilessia attiva è compresa tra le 5 e le 10 persone su 1000 nella popolazio- ne7 . Da un punto di vista fisiologico, la crisi epilettica è caratterizzata da un’attività abnorme di una popo- lazione di neuroni cerebrali, cau- sata da oscillazioni del potenziale elettrico, registrabili sul cuoio ca- pelluto. Classificazione delle crisi epilettiche Le crisi epilettiche sono state classificate per la prima volta nel 1989, suddivise principalmente in due gruppi: • le crisi parziali o focali, con convulsioni che hanno origine focale; • le crisi generalizzate, con con- vulsioni che iniziano simulta- neamente nei due emisferi sen- za apparente origine focale. Di entrambi i gruppi esistono ulteriori suddivisioni a seconda dell’età di esordio e a partire dal periodo neonatale9 . Le crisi epilettiche generalizzate si manifestano con una transi- toria perdita di coscienza in cui vengono coinvolti centri talamici con diffusione della scarica a tut- ta la corteccia cerebrale10 . Si sud- dividono principalmente in due sottogruppi: • le assenze (“piccolo male”), tipiche dell’età pediatrica e dell’adolescenza, caratteriz- zate da episodi di perdita del contatto con l’ambiente cli- nicamente manifestati con arresto delle attività da parte del soggetto (per circa 10-30 secondi), sbarramento degli occhi, assenza di movimenti patologici13 ; si possono mani- festare diverse volte nell’arco della giornata12 . Possono essere ulteriormente differenziate in semplici o complesse a seconda della presenza (complesse) o meno (semplici) di mioclonie leggere periorali o periopalpe- brali o addirittura di automa- tismi gestuali11 . • Le crisi tonico-cloniche (“grande male”), tipiche inve- ce dell’adulto, caratterizzate da una fase iniziale definita “tonica” in cui, per qualche secondo, il soggetto perde im- provvisamente i sensi e cade a terra, con conseguente irri- gidimento della muscolatu- ra. Dopo questa prima fase in cui il paziente rimane privo di coscienza, subentra una fase definita “clonica”, in cui il pa- ziente manifesta delle scosse muscolari, dapprima lievi e ravvicinate, che diventano poi meno frequenti ma più impo- nenti. Spesso la contrazione muscolare porta al frequente serramento della mandibola che determina il tipico morsus da morsicatio della lingua; è inoltre possibile che fuoriesca bava striata di sangue dalla bocca. Il paziente può anche presentare cianosi dal mo- mento che il respiro si arresta e incontinenza sfinterica, più frequentemente urinaria. Epilessia e manifestazioni orali: problematiche odontoiatriche e ortodontiche È possibile riscontrare diversi quadri clinici con lesioni, talvolta gravi, che coinvolgono il cavo ora- le, conseguenti alle crisi epiletti- che o alle terapie farmacologiche ad esse associate. Durante delle crisi di convulsio- ni possono verificarsi traumi che portano a lesioni della bocca, frat- ture facciali, avulsioni, e sublussa- zioni dell’ATM15 . >> pagina 9

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