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Dental Tribune Italian Edition

10 Endo Tribune Italian Edition - Giugno 2014Clinica & Pratica << pagina 9 Le minime modifiche occlusali sono state eseguite con frese diamantate fini sotto raffreddamento con acqua. La rifinitura e la lucidatura sono sta- te eseguite con il sistema Enhanse (DENTSPLY) (Fig. 16). Una volta eseguite la rifinitura e la lucidatura, è stato applicato un aci- do fosforico al 37% per 15 secondi per pulire la superficie del restauro e mordenzare lo smalto marginale. Dopo il lavaggio e l’asciugatura, è sta- to applicato un adesivo nanoriempito (Prime&BondNT, DENTSPLY) e lascia- to in situ per 10 secondi per permea- re la superficie e le fessure marginali create dalla procedura di rifinitura. L’adesivo è stato distribuito con aria e polimerizzato per 40 secondi (Fig. 17). Al controllo a 6 mesi, il dente era asintomaticoeilpazienteeracomple- tamente soddisfatto (Figg. 18, 19). Discussione Questo caso clinico illustra il ritratta- mento endodontico e l’onlay in com- posito come restauro definitivo per un dente compromesso con minima struttura coronale. I due fattori più importanti in termi- ni di prognosi del trattamento delle perforazioni sono l’età della lesione e il grado di contaminazione batte- rica.13 Nel nostro caso, Il trattamento endodontico precedente era stato fatto 4 anni prima. Il lungo periodo di tempo non è favorevole per la pro- gnosi, ma dato che la perforazione è nelterzoapicale,l’eventualecontami- nazione batterica è bassa. Dopo che il paziente è stato informato, ha scelto il ritrattamento endodontico retro- grado come modalità di trattamento. Il materiale d’elezione per la ripa- razione della perforazione è l’MTA (mineral trioxide aggregate). Data la dimensione piccola e la posizione apicale della lesione, abbiamo deciso di trattarla come un secondo canale e otturare con guttaperca e sigillante a base di MTA. L’assenza di un peggio- ramento delle condizioni periapicali nella radiografia a sei mesi (Fig. 19) supporta questo approccio e il pa- ziente è ancora sotto osservazione. Sebbene ancora in discussione, una recente metanalisi globale a cura di Gillen e collaboratori6 dimostra che un restauro finale preciso, a prova di batteri ha la stessa importanza per la prognosi a lungo termine del dente trattato endodonticamente di una te- rapia endodontica ben eseguita. Oltre Fig. 12 Fig. 13 Fig. 14 Fig. 15 Fig. 19Fig. 18 Fig. 16 Fig. 17 alla prevenzione della microinfiltra- zione coronale, un fattore chiave per la sopravvivenza a lungo termine di un dente ritrattato endodonticamen- te sembra essere la quantità di so- stanza dentale residua,14 che è deter- minata dalle dimensioni del restauro finale. Così, un’opzione di trattamen- to ideale per un dente ritrattato en- dodonticamente sembra essere un restauro adesivo che conserva il più possibile la struttura dentale. Un dente posteriore trattato endo- donticamente che presenta una carie estesa è molto più frequentemente restaurato con un perno e una coro- na. Questo è comprensibile in quanto le corone sono una modalità di re- stauro nota, ben accettata e clinica- mente provata e una certa quantità di ricerca va ancora in questa direzio- ne.15 D’altra parte, i restauri parziali estetici sono riconosciuti come valide alternative alle corone a copertura totale, e sorgono dubbi sul fatto che siano necessari perni intracanalari per denti trattati endodonticamente. Fin dalla loro introduzione del 1980,16 i compositi indiretti lavorati in la- boratorio sono stati continuamente migliorati per quanto riguarda le loro caratteristiche fisiche e meccaniche. Ora questa opzione di restauro offre un approccio adesivo biomimetico meno aggressivo delle corone e meno dipendente dalla tecnica delle cera- miche. L’ottenimento di una perfetta qualità marginale con gli onlay in composi- to, quando i margini gengivali sono localizzati nella dentina, continua a essere critica quando si usano nuove tecniche adesive e sistemi.17 L’applica- zione di una base in composito sotto restauri indiretti in composito rap- presenta un’alternativa non invasiva all’allungamento chirurgico di coro- na per ricollocare i margini di cavità da una posizione intra-crevicolare a una sopra-gengivale. Questo per- mette anche il posizionamento della diga di gomma per un isolamento as- soluto. L’allungamento chirurgico di corona può anche compromettere il supporto del tessuto parodontale dei denti adiacenti.18 Noi abbiamo esegui- to questa ricollocazione contempora- neamente con il build-up pre-endo- dontico con SDR. Questo materiale ha l’intima capacità di bagnabilità dei compositi a bassa viscosità e nello stesso tempo la contrazione da poli- merizzazione simile a quella dei com- positi a viscosità regolare. Per semplificare le procedure dei re- stauri adesivi indiretti, recentemente sono stati introdotti i cementi resi- nosi che sono stati promossi come autoadesivi; cioè, che non richiedono un’applicazione separata di adesivo. I produttori affermano che questi ce- menti sono idrofili una volta miscela- ti (fase acida), ma diventano idrofobi (pH neutro) quando reagiscono alla struttura dentale. Le forze adesive alla struttura dentale sono dubbie. Nel nostro caso, abbiamo deciso di mordenzare ulteriormente i margini di smalto della preparazione, anche se non consigliato dal produttore, in quanto la procedura è semplice e, come Duarte e collaboratori19 e de Andrade e collaboratori20 hanno di- mostrato, migliora la forza adesiva del restauro. Abbiamo preferito un’impronta con silicone per condensazione per la sua miglior capacità di riprodurre le ca- ratteristiche di superficie della resina a bassa viscosità a bassa riportata da Takano e collaboratori.21 La superficie e i margini del restauro sono stati sigillati con adesivo cari- cato. Questo trattamento migliora l’adattamento marginale,22 ed è stato dimostrato che gli adesivi sono supe- riori ai materiali resinosi di copertura specifici. La bibliografia completa è disponibile presso l’Editore. Questo articolo è stato pubblicato in Roots international magazine of endodontology, n. 3, 2013.