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today Amici di Brugg Rimini 2014

2357° Amici di Brugg • Rimini Parlare non significa comunicare Helga Mediavilla*, Mario Utrilla** *Fondatrice e direttrice di “Psicodent”, psicologa e autrice di numerosi libri tra cui “Bienestar Profesional en la Clínica Dental”. **Dentista con MBA in Gestione Sanitaria e direttore del Master in Gestione e Direzione di Cliniche Odontoiatriche presso l’Università Juan Carlos di Madrid (Spagna). L’Odontoiatria è una professione nella quale si instaura un rapporto di comunicazione con tutti i tipi di persone: ansiosi, sottomessi, depressi, scettici, esigenti. È quindi importante conoscere l’arte della comunicazione – tutti sappiamo parlare, ma è indi- spensabile imparare a comunicare, come descritto in questo articolo. La comunicazione include sempre la comunicazio- ne verbale (contenuto) e la comunicazione non verba- le (forma), di cui scriviamo di seguito. La comunicazione non verbale È la forma di comunicazione che completa il con- tenuto espresso nella comunicazione verbale. Il lin- guaggio non verbale trasmette lo stato d’animo della persona: disinteresse, rifiuto, paura, illusione, motiva- zione. Trasmette un maggior numero di informazioni e in una forma più sincera. Per questo bisogna essere attenti ad alcuni gesti. Le forme di comunicazione non verbale includono: 1. la presenza fisica; 2. il look; 3. l’espressione del viso e degli occhi; 4. il sorriso; 5. le mani; 6. i movimenti della testa. 1. La presenza fisica L’immagine fornisce molte informazioni, per questo motivo bisogna fare attenzione all’immagine che si dà di sé e all'immagine proiettata dai pazienti. Immagine propria - cura della persona; - viso scoperto e non troppo truccato; - bella presenza; - buon odore; - mani pulite; - camice pulito e stirato. Immagine del paziente Se il paziente non è molto curato e ha un aspetto trasandato: - è probabile che sia poco rispettoso; - è probabile che abbia una scarsa igiene orale; - potrebbe essere una persona depressa (un paziente che si è sempre presentato ordinato e ben vestito e che ora ha un aspetto trasandato, potrebbe attraversare un brutto periodo; bisogna tener presente che se assume farmaci, questi possono influenzare la sua salute orale); - la persona è pulita ma vestita umilmente (in questo caso è necessario offrire tutte le opzioni di trattamento eseguibili e, se possibile, fornire un’alternativa più economica). 2. Il look Se eccessivo, trasmette: - superiorità; - mancanza di rispetto; - atteggiamento minaccioso. Se scarso, invece, può voler dire: - mancanza di interesse e attenzione; - mancanza di sincerità; - insicurezza. Rivolgere uno sguardo veloce all’interlocutore e poi abbassarlo è un segno di sottomissione. Una persona guarda negli occhi un’altra quando: - si parla di temi semplici e impersonali; - è interessata all’interlocutore e alle sue reazioni; - si trova bene con l’altra persona; - intende dominare o influenzare l’altro; - vuole parlare con l’altro ma non riceve segnali di risposta; - è estroversa. Una persona non rivolge lo sguardo all’interlo- cutore quando: - vuole discutere una questione intima e compli- cata; - non è interessata a ciò che l’altro sta dicendo; - non si trova bene con l’interlocutore; - è introversa; - mantiene uno stato di superiorità. Il contatto visivo più efficace con un’altra persona è: - alternare proporzionalmente il contatto visivo; - rivolgere lo sguardo al triangolo facciale, non solo agli occhi; - mantenere lo sguardo vivido. 3. L’espressione del viso e degli occhi Il volto è la prima zona a cui si rivolge lo sguardo in un’interlocuzione e, all’interno del viso, gli occhi. Viso e occhi occupano quindi il primo posto per importanza di ciò cui si riferisce l’espressione verbale. Di seguito alcune espressioni del volto e degli occhi che si utilizzano per trasmettere determinate emozioni. - Felicità/allegria: si è soliti esprimerle con il sor- riso. Gli angoli delle labbra si ritirano puntando verso l’alto, la bocca può essere aperta o meno; le guance rimangono sollevate; compaiono pic- cole rughe alla base delle palpebre (zampe di gallina). - Tristezza: di solito si esprime con la mancanza di espressione. Gli angoli delle labbra si abbas- sano, le labbra a volte tremano; gli occhi sono semichiusi e le palpebre chiuse. - Ira/collera: le sopracciglia rimangono basse e contratte allo stesso tempo e appaiono piccole rughe verticali tra le sopracciglia; lo sguardo è duro, gli occhi possono sembrare gonfi; le labbra possono essere serrate oppure ben aperte, tese. - Paura: le sopracciglia sono alzate e contratte e compaiono piccole rughe al centro della fronte; la palpebra superiore è alzata, la bocca aperta con le labbra tese e contratte verso l’interno. 4. Il sorriso È importantissimo, può rendere una situazione più sopportabile e permette di potersi rilassare creando un ambiente più naturale e piacevole, più comodo e familiare, cosa estremamente importante per una cli- nica dentale. Il contagio emozionale è una forma di rilassamento della tensione, per la quale un sorriso produce un altro sorriso. 5. Le mani Alcuni segnali aiutano a riconoscere vari tipi di comportamento. Mostrare i palmi della mano Alzare le mani verso l’esterno, verso l’interlocutore, mostrando i palmi della mano, è un segnale di onestà, la persona sta dicendo il vero. Al contrario, se par- lando si mostra il dorso della mano, è indice che non si sta dicendo la verità. Ad esempio se si dice «sono sincero» e al tempo stesso si espone il palmo della mano, si può pensare che lo sia davvero. Viceversa, se pronunciando tali parole si mostra il dorso della mano, si può sospettare che non sia onesto. a. Palmo in posizione sottomessa: - portare il palmo verso l’alto è un gesto non minaccioso che denota sottomissione, obbe- dienza o sincerità; il significato può variare a seconda del contenuto verbale; - ricorda il gesto supplicante del mendicante che chiede elemosina. b. Palmo in posizione dominante: - quando il palmo è rivolto verso il basso, si acqui- sisce immediatamente autorità; la persona che riceve la richiesta capisce subito che si tratta di un ordine; - può inoltre denotare poca sincerità, a seconda del contenuto verbale. c. Palmo in posizione aggressiva: puntare il dito può essere uno dei gesti più irritanti che una persona possa fare mentre parla, soprattutto quando segue il ritmo delle parole pronunciate. Stretta di mano È la prima informazione che viene data e ricevuta dal paziente; l’informazione trasmessa varia a secon- da di come si stringe la mano. a. Stretta dominante: - il dominante tende la mano mostrando il dorso, non il palmo, lasciando il ricevente con il palmo della mano rivolto verso l’alto; - quando si riceve questo saluto si potrebbe pen- sare: «Questa persona cerca di sottomettermi, devo fare attenzione»; - è un gesto che denota aggressività e superiorità. b. Stretta sottomessa: - il sottomesso stringe la mano con poca forza, lasciandola molle oppure tendendo la mano ver- so l’alto; - quando si riceve questo saluto è facile pensa- re: «Si può fare quello che si vuole con questa persona». Bisogna però tenere conto di alcune eccezioni, come le persone affette da artrite o che lavorano con le loro mani (ad esempio pit- tori, musicisti, chirurghi e odontoiatri); in que- sti casi è bene fare attenzione nel stringere la mano. c. Stretta equilibrata: - si tratta di una stretta di mano proporzionata, entrambe le mani sono verticali e parallele; - quando si riceve questo saluto è inteso: «È come me, andremo d’accordo»; - trasmette rispetto e simpatia. Il dentista dovrebbe stringere la mano del paziente mantenendo il palmo in posizione ferma e verticale; la stretta deve avvenire senza troppa forza, se si desidera trasmettere simpatia, vicinan- za, rapporto di parità ma anche fiducia in se stesso e nel lavoro che svolge. 6. I movimenti della testa È molto importante conoscere il significato dei “movimenti” della testa, perché un movimento fatto nella manie- ra corretta aiuta a instaurare fiducia e, di conseguenza, rende la comunicazio- ne più facile; al contrario, può influen- zare immediatamente e in maniera negativa l’interazione. Cenni di assenso Possono significare: affermazione, accordo, approvazione, accettazione, costante attenzione e comprensione e, soprattutto, ascolto. Questo movimento: - se è più intenso indica l’accordo; - quando è leggero denota che chi proferisce viene compreso; - incoraggia l’interlocutore a continuare a parlare; - annuire durante il discorso permette di dare par- ticolare enfasi a determinate parole o frasi; se è esagerata però, l’enfasi perde il suo effetto. Ascolto L’ascolto deve essere accompagnato da corret- ti movimenti della testa. Chi ascolta con interesse mantiene la testa inclinata verso la persona che parla, guardandola e annuendo col capo. Quando si ascolta da seduti solitamente si tende ad appoggiare la testa tra il pollice e l’indice. Se invece si posa il capo nel palmo della mano, può essere inter- pretato come un segno di noia o disinteresse. Non basta ascoltare il paziente, ma bisogna far intendere che si ascolta ciò che dice. La comunicazione verbale Quando si parla ai propri pazienti si deve tenere conto del fatto che non sono a conoscenza di che cosa li aspetta, quanto tempo occorrerà, se farà male, se il dentista è un professionista, se è una persona onesta o se lo sta imbrogliando. Pertanto, è neces- sario creare un buon clima attraverso una comunica- zione adeguata. Una corretta comunicazione verbale deve attenersi alle seguenti indicazioni: Utilizzare messaggi chiari Non bisogna utilizzare termini tecnici, perché possono causare ostilità o confusione, ma nemme- no troppo semplici, poiché può sembrare che non si abbia conoscenza della professione. È importante comunicare in entrambi i modi – verbale e non ver- bale – in modo che il paziente possa comprendere e vedere che si è a conoscenza di ciò di cui si par- la, creando così un rapporto di fiducia tra dentista e paziente. Inoltre, bisogna sapersi adattare al linguaggio di ogni persona. - comunicazione non chiara: presenta fistola nel 26 e dalla radiografia si nota un disturbo a livello della radice mesio-vestibolare con dolore esacerbato dagli stimoli fisici e grave danneggia- mento della corona dentale, tutti segni di pulpite acuta e sarà necessario un trattamento endo- dontico con perno di colata e intarsi di corona. - comunicazione chiara: è presente una carie che ha raggiunto il nervo, c'è del pus e il trattamento prevede la rimozione del nervo e una copertura. Utilizzare messaggi che esprimono interesse Tra questi messaggi vi sono: «Capisco perfetta- mente», «Quello che succede è che...», «Vedo che sente ...». Se il paziente si sente capito aumenta la probabilità che sia più motivato a seguire il tratta- mento proposto. Per farsi capire bisogna esprimere le informazioni sia verbalmente sia non verbalmente. Utilizzare messaggi che non causino comporta- mento difensivo Bisogna utilizzare messaggi che non esprima- no giudizio, una critica o una valutazione, che non attacchino o insultino l’interlocutore. Alcuni esempi di domande e risposte che aumentano il comporta- mento difensivo: «Sa cos’è uno spazzolino da denti?», «Non spazzola come le ho insegnato io», «Ha dei resti di cibo tra i denti», «Lei non è mai andato dal dentista nella sua vita, vero?». Utilizzare messaggi assertivi Il dentista dovrebbe dire al paziente tutto ciò che è necessario, senza però risultare sottomesso o aggressivo; il dentista dovrebbe essere assertivo. - Assertivo: significa dire ciò che si pensa in un modo rispettoso per produrre attenzione nell’in- terlocutore e la possibilità di una negoziazione. - Sottomesso: non osa esprimere quello che pen- sa e dice sì a tutti. - Aggressivo:hailcoraggiodidireciòchepensama lo esprime con tono minaccioso, offensivo, provo- cando nel ricevente una reazione difensiva. Inoltre, è importante l’intonazione, il volume e l’in- flessione della voce, poiché diversi toni di voce posso- no dare significati diversi a una stessa frase. Conclusioni La comunicazione, sia verbale sia non verbale, richiede studio per imparare a saper distinguere i segni che permettono di decifrare l’atteggiamento e il carattere dei pazienti. Poiché l’accettazione del trat- tamento dipende più dalla comunicazione che dalle competenze professionali del clinico, è essenziale conoscere le tecniche della comunicazione verbale e non verbale. Comunicare in modo efficace può ridurre l’ansia che provoca la visita e aumentare l’accettazio- ne del trattamento.

Vista generale