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Lab Tribune Italian Edition

20 Lab Tribune Italian Edition - Maggio 2014L’Intervista Storia di Odontoiatria e Odontotecnica Viaggio all’interno dell’unico Museo Italiano dedicato esclusivamente all’Odontoiatria << pagina 1 Mi domandavo quali problemi il viag- giatore del passato si trovasse ad af- frontare nella ricerca di terre e luoghi sconosciuti, non esistevano mappe o cartine geografiche perché per dise- gnarle era necessaria una precisa mi- surazione. Il navigatore doveva posse- dere uno strumento come l’astrolabio puntato verso i corpi celesti, unico rife- rimento tangibile. Iniziai a collezionare questi strumenti oltre ad altri quali la bussola, la clessidra, il cannocchiale e le antiche mappe geografiche dap- prima documentandomi e visitando i musei e in seguito acquistandoli dagli antiquari e nei mercatini di cose vec- chie. Frequentando questi ambienti è facile trovarsi di fronte ad altri ogget- ti misteriosi e da questo l’immediata necessità di informarsi per conoscerne l’uso. Il primo degli oggetti curiosi ri- guardanti l’odontoiatria che acquistai fu una chiave inglese o di Garengeot, strumento utilizzato sin dalla metà del XVIII secolo per l’estrazione dei denti. Da questo prese il via la mia collezione oltre una trentina di anni fa. Tra i pri- mi oggetti ricordo con estremo piacere una splendida stampa donatami da mia moglie che da sempre mi ha so- stenuto condividendo con me questa passione; questa riproduce una delle tele eseguite da Giandomenico Tiepolo nel 1754 e raffigura scenograficamente un cavadenti con il braccio alzato, nel- la mano una pinza che stringe il dente estratto. Venni in seguito contattato, tramite un antiquario, dal prof. Marco Galloni, attuale Presidente dell’Archivio Scientifico Tecnologico dell’Università, che stava allestendo presso l’Archivio di StatodiTorinolamostra“StrumentiRi- trovati”, mi chiese di esporre alcuni dei miei già numerosi oggetti e io accettai con entusiasmo: la passione aumentò sempre più finché ebbi la fortuna di visitare nel 1992, in occasione del cente- nario del diploma di chirurgo dentista a Parigi, “Des dents et des Hommes”, una delle più importanti esposizioni retrospettive di Odontoiatria; il fascino che essa seppe trasmettermi contribuì ad accrescere la mia curiosità di ama- tore di cose antiche. Da collezionista esordiente, rimasi impressionato dal modo con il quale quel tipo di oggetti venne esposto, la cura delle luci, le sce- nografie, le vetrine, ma soprattutto la qualità eccezionale dei materiali pre- sentati. Come maturò la sua esperienza che la portò a dirigere il Museo di Odontoiatria? La visita a Parigi fu molto utile per l’or- ganizzazione della mia prima esposi- zione che avvenne durante l’incontro congressuale svoltosi nel gennaio 1993 “Convegno Dentale Città di Torino”. Questa mostra mi fu richiesta dai col- leghi del Cultural Odonto Club, associa- zione torinese di odontotecnici, attiva dal 1968, ai quali era stato concesso un grande spazio espositivo. Negli anni successivi organizzai altre esposizioni, sia nel contesto cittadino, con il COC, sia durante i congressi nazionali a Sie- na e Milano della SISOS, Società Italia- na di Storia dell’Odontostomatologia. Queste esperienze contribuirono ad accrescere sostanzialmente la mia competenza nel settore. Negli anni precedenti frequentai con assiduità la biblioteca della Clinica Odontoiatri- ca di Torino in quanto interessato ad approfondire la conoscenza storica. Durante un’esplorazione mi imbattei in scatole ormai dimenticate. Venne alla luce il materiale appartenente al “Museo Archivio di Storia della Stoma- tologia curato dal prof. Luigi Casotti” recante la data 1948. Misi al corrente l’allora direttore prof. Giulio Preti che dimostrò grandissimo interesse per la rivalutazione del patrimonio storico lasciato da Casotti, tanto che fu possi- bile esporre il materiale nell’ottobre del 1993, durante le VI Giornate di Aggior- namento di Clinica Protesica al Museo dell’Automobile di Torino, con la mo- stra “L’eredità storico-scientifica di Lui- gi Casotti”. Lo storico materiale venne in seguito permanentemente esposto (dal 1993 al 2007) all’interno di grandi vetrine presso la Biblioteca della Clinica Odontostomatologica. Il prof. Giulio Preti, divenuto direttore della Clinica in quello stesso anno, ini- ziò una importante opera di riorga- nizzazione interna, grazie alla quale si raggiunse uno standard qualitativo elevatissimo, tanto da diventare punto di riferimento per l’Odontoiatria Italia- na e internazionale. Nel 2003, il prof. Preti, mi chiese di fare una valutazione relativa ad una possibile donazione di materiale d’epoca, composto in pre- valenza da poltrone e riuniti, fattagli da parte dei dottori Adriano e Paola Amoretti di Imperia. Mi mise inoltre al corrente della possibilità di destina- re un’area esclusiva a museo, presso i locali destinati alla nuova sede della Clinica Odontoiatrica al Lingotto e, su sua iniziativa, fui nominato dal di- partimento dell’Università curatore e conservatore della Collezione Storica di Odontoiatria. Il materiale si rivelò mol- to interessante e la donazione venne acquisitadall’università.Granpartedel materiale giunto al Lingotto si presen- tava in discreto stato di conservazione, ancora funzionante benché inutilizza- to per lungo tempo. L’allestimento fu seguito dall’architetto Massimo Vene- goni. Furono necessari alcuni mesi di incessante lavoro per allestire il museo, ma riuscimmo ad ultimarlo in tempo per l’inaugurazione della Dental Scho- ol che fu il 15 febbraio 2008. La Collezione Storica è inserita nell’e- lenco dei musei universitari dell’ateneo torinese ed è stata visitata da moltissi- me persone in occasione di congressi e convegni odontoiatrici. Sono orgoglio- so che sia l’unico Museo Italiano dedi- cato esclusivamente all’Odontoiatria, un vero gioiello. Da dove proviene tutto il patrimonio contenuto nel Museo? Ilnucleoprincipaledelmuseoècostitu- ito dalle donazioni Casotti e Amoretti. Il prof. Casotti, docente di Odontoiatria presso la Clinica Odontostomatologica tra gli anni ’30-’50, donò a essa parte della sua collezione e creò un percorso didattico per gli studenti mediante la realizzazione di schede idonee a spie- gare l’evoluzione dell’odontoiatria nei secoli. La seconda importante dona- zione si deve alla famiglia Amoretti, odontoiatri da più generazioni molti dei quali laureati a Torino, costituita da poltrone, riuniti e apparecchi ra- diografici dalla fine dell’Ottocento agli anni ’50. Altri oggetti provengono da numerosesingoledonazioninonmeno importanti. Attualmente possiamo contaresucircaunmigliaiodioggettie libri antichi tra quelli in mostra e quelli non esposti. La Collezione Storica vanta una completa ricostruzione di un laboratorio odontotecnico; sono presenti addirittura attrezzature utilizzate tra la fine dell’Ottocento e gli anni ’40. Cosa c’è di curioso e interessante tra questi reperti? Tutti i reperti sono importanti perché testimoniano l’evolu- zione della lavorazione prote- sica in base allo strumentario a disposizione nelle varie epo- che. Considero il banco su cui sono posti gli strumenti l’oggetto più raro, fa parte della mia collezione pri- vata, l’ho atteso per molti anni e alla fine sono riuscito ad ottenerlo. È un bancosimileaquellidestinatiagliorafi, venne costruito verso la metà dell’800 in legno di castagno; destinato quindi ad una lunga durata è fornito di due cassetti per ogni posto di lavoro su tre lati, il quarto lato è cieco e destinato ad essere posto di fronte ad una finestra in modo da poter ricevere la luce diurna. Un altro reperto molto importante per il museo è rappresentato dalla presen- za dei denti in porcellana detti “terro- metallici” inventati da Giuseppangelo Fonzi. La sua invenzione ottenne il ri- conoscimento ufficiale l’anno 1808 da parte dell’Ateneo delle Arti e dell’Acca- demia di Medicina di Parigi. L’opera del Fonzi risultò di importanza fondamen- tale nella storia dell’odontoiatria. Il Museo conserva un raro filmato degli inizi del Novecento che riprende il prof. Alfred Gysi di Zurigo durante una visita nel proprio studio, inoltre una impor- tante collezione di articolatori donati dalprof.GiulioPreti.Lasimulazionedel rapporto tra la mandibola e la mascel- la è stata a lungo oggetto di ricerca nel campo dell’odontoiatria. Qual è il rapporto tra il Museo e i giovani delle scuole? I musei devono rivolgersi ai giovani e alle scuole per trasmettere loro la no- stra eredità culturale, che è la base del nostro futuro. La finalità di un museo è quella di conservare e valorizzare il patrimonio culturale e in questo le istituzioni educative rappresentano gli interlocutori privilegiati. Il primo approccio al museo è un momento de- licato perché occorre vincere una serie di luoghi comuni sulla sua “seriosità”, deve inoltre essere un luogo di stimoli, di curiosità e di scoperte. Naturalmente i primi fruitori del Mu- seo sono stati gli studenti del Corso di Laurea di Odontoiatria e di Igiene che frequentanolaDentalSchool.Hoanche avuto il piacere di ospitare numerose scolaresche, per lo più ragazzi che fre- quentano il 4° o il 5° anno dell’Istituto Professionale per Odontotecnici e che si sono dimostrati entusiasti e interessati alla storia dell’odontoiatria, ma anche bambini delle scuole elementari che mi hannosubissatoconiloroperchédinu- merose e interessanti domande. Vista la sua profonda esperienza da odontotecnico e da storico, che importanza ha il materiale nella realizzazione dei manufatti protesici? I materiali sono sempre stati di fon- damentale importanza per il pro- gresso dell’umanità. La ricerca sui materiali è altrettanto antica sin da quando il primo uomo iniziò a cerca- re e a manipolare consapevolmente materiali che la natura offriva a por- tata di mano per renderli idonei a usi particolari. In campo protesico i materiali impiegati sin dai tempi più antichi provengono dal mondo ani- male, come i denti di diversi animali (l’avorio), le ossa, il corno, la seta, le conchiglie, il carapace della tartaru- ga, i fanoni di balena. Da quello vege- tale, come il lino, il legno, la gomma, la guttaperca. Dai minerali, come le pietre e i metalli, tra questi l’oro, l’ar- gento e il platino. Poco a poco, nel corso dei secoli, l’uomo si rese con- to in modo empirico, talvolta con il concorso di ritrovamenti accidentali, che poteva modificare la natura delle sostanze fruibili allo stato naturale e fabbricare nuovi materiali e produrli in varie forme. La scelta di un mate- riali e il processo per ricavarne un prodotto ha visto un’enorme svilup- po dai tempi primitivi in cui i manu- fatti erano il risultato in gran parte di “un’arte”. Tra i materiali artificiali che hanno concorso alla costruzione della protesi troviamo lo smalto, la porcellana, la vulcanite, la celluloide, la resina acrilica e le leghe metalliche. Oggi la maggior parte dei materiali che usiamo sono artificiali, e molti processi sempre più sofisticati sono disponibili per manipolarli e forgiarli nelle forme desiderate. La scienza dei materiali come oggi la conosciamo nasce dai contributi di varie discipline tradizionali (chimica, fisica, ingegneria, ma anche metal- lurgia, cristallografia, matematica). In definitiva, l’evoluzione nelle tecni- che e lo sviluppo della nuova scienza dei materiali è andata di pari passo con lo sviluppo tecnologico, portan- do alla fabbricazione di materiali impensabili solo qualche decina di anni fa. Qual è la sua opinione, da appassionato della Storia, in merito all’evoluzione tecnologica del settore del laboratorio negli ultimi anni? <> pagina 21 WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM