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Dental Tribune Italian Edition

23SpecialeLaser Tribune Italian Edition - Maggio 2014 << pagina 22 Al T1, è emerso che la carica microbica media risulta ridotta per tutti i mi- crorganismi isolati sia nel gruppo test che nel gruppo controllo. Nello speci- fico, lo Streptococcus spp. e Porphiro- monas gingivalis e la Veillonella spp. sono risultati i microrganismi pre- senti con cariche più elevate, mentre la Prevotella intermedia è risultata la specie meno rappresentata (70 CFU nel gruppo di controllo e 25 CFU in quello test). Nelgruppocontrollo,imicrorganismi che hanno mostrato la riduzione per- centualedicaricabattericapiùelevata sono stati: Porphiromonas gingivalis (62.4%), Streptococcus spp. (51.8%) e Prevotella intermedia (50%). Nel gruppo test, invece, riduzioni di carica più significative si sono osservate per Veillonella spp (95%) e Actinomyces israelii (76%), mentre la percentuale più bassa di abbat- timento, si è osservata per Strepto- coccus spp. (…). Nel 66% delle specie prese in maggiore considerazione, l’utilizzo della tecnica combinata ha evidenziato una riduzione della ca- rica, rispetto allo SRP. In particolare, specie come Fusobacterium nuclea- tum, Actinomyces israelii, Veillonel- la spp., Prevotella intermedia sono risultate maggiormente sensibili al trattamento combinato (Tab. 2). Discussione La parodontite è una patologia in- fiammatoria dei tessuti molli di soste- gno dei denti che riconosce un’ezio- logia multifattoriale essenzialmente batterica con l’interazione di tre co- fattori principali: suscettibilità dell’o- spite, fattori ambientali e comporta- mentali. La colonizzazione delle superfici den- tali da parte di numerose specie bat- teriche è riconosciuta come il fattore eziologico chiave per lo sviluppo della parodontite13 . Gli elementi dell’appa- rato parodontale, dopo essere stati co- lonizzati dai batteri, smettono di eser- citare la propria funzione di sostegno causando mobilità dentale. Studi epidemiologici14 hanno inoltre evidenziato l’associazione tra la pa- rodontite e un aumento del rischio di sviluppare alcune patologie sistemi- che, come: a. malattie cardiovascolari ische- miche; b. complicanze ostetriche (nascita di bambini prematuri e/o sotto- peso); c. controllo metabolico insufficiente del paziente diabetico non-insuli- no dipendete; d. malattie polmonari. Una tecnologia emergente anche nel campo della parodontologia non chirurgica è rappresentata dal laser a diodi, che emette una radiazione nel- lo spettro dell’infrarosso, a 808 nm di lunghezza d’onda. Utilizzato secondo i protocolli di letteratura scientifica internazionale, tale dispositivo ha un effetto battericida e detossificante della superficie radicolare, in quanto inattiva le tossine batteriche15 , provo- ca emostasi, non produce smear layer e, pertanto, in ambito parodontale Fig. 3 - Irradiazione laser. Fig. 4 - Coni sono stati posti in provette sterili. Diagnosi precoce del cancro orale Dr. Gaeta Giovanni Maria www.dtstudyclub.it www.dtstudyclub.it ll cancro del cavo orale è una patologia che potenzialmente può colpire tutti gli adulti. I dispositivi che utilizzano la fluorescenza diretta rappresentano una metodica utile ai clinici al fine di facilitare il riconoscimento precoce di lesioni potenzialmente maligne e neoplastiche del cavo orale e il management di lesioni clinicamente non evidenziabili. La presentazione si propone l’obiettivo di fornire le conoscenze di base fondamentali per un corretto inquadramento diagnostico mediante le metodiche cliniche, strumentali e molecolari utilizzabili per il riconoscimento precoce delle lesioni neoplastiche o potenzialmente tali da parte dell’operatore. Negli ultimi anni l’odontoiatria si è trovata a dover gestire una serie di problematiche cliniche (le richieste di pazienti sempre più esigenti e informati sulla disponibilità di tecniche innovative) ed economiche (la necessità di contenere i costi, in relazione alla crisi economica e al dilagare di offerte low-cost). L’introduzione di protocolli digitali offre l’opportunità di migliorare la comunicazione con i pazienti e la loro percezione di qualità, per soddisfare l’esigenza sempre più pressante di coniugare qualità, innovazione e riduzione dei costi: l’incontro presenta l’esperienza pratica della Clinica dentale Cappellin nella gestione clinica ed extraclinica delle nuove possibiltà tecnologiche. WEBINAR REGISTRATOWEBINAR REGISTRATO CORSO GRATUITOCORSO GRATUITO HOME CORSI ONLINE EVENTSCORSI ONLINE Odontoiatria generale HOME CORSI ONLINE EVENTSCORSI ONLINE Digital dentistry - Cad/Cam CORSO SPONSORIZZATO DA Chirurgia protesicamente guidata e nuove tecnologie. Dalla TC al CAD-CAM, spunti pratici di applicazione per semplificare pianificazione, comunicazione e trattamento (1a parte) Dr. Mario R. Cappellin non chirurgico, la sua applicazione ri- sulta particolarmente efficace16 . Interagendo con cromofori endoge- ni come la melanina e l’emoglobina, provoca la vaporizzazione del tessuto di granulazione, che fuoriesce dalla tasca sottoforma di coaguli, associato a un ridotto sanguinamento grazie all’effetto emostasi. Per tale ragione, nel presente studio è stata valutata la carica microbica parodontale di pa- zienti trattati sia con normali metodi- che strumentali che con laser a diodi in aggiunta a tali tecniche. Alla luce dei limiti del protocollo “Split mouth” e considerando che il cavo orale può essere considerato un sistema aperto, con le numerose inte- razioni e trasposizioni batteriche che si verificano, raggiungere un livello di carica batterica prossima allo zero ri- sulta essere molto difficile, se non im- possibile, e a ogni modo ancora lonta- no come risultato da raggiungere. La diversa sensibilità delle specie batte- riche è stata attribuita da Folwaczny18 alla diversa morfologia e al contenuto di acqua dei batteri. Inoltre, ricordan- do l’importanza che i cromofori rico- prono nella specificità del laser, non va sottovalutata l’importanza del livello di pigmentazione delle pare- ti batteriche. In ogni caso, sono stati numerosi gli studi condotti riguardo le potenzialità delle apparecchiature laser nella parodontologia non chi- rurgica e, tutt’oggi, l’applicazione del laser in parodontologia risulta essere uno degli argomenti dibattuti in tutte le Consensus Conference, assieme agli spinosi argomenti riguardanti le stru- mentazioni, le tecniche rigenerative, gli antisettici e le terapie antibiotiche topiche o sistemiche18 . Conclusioni Kreisler et al (19), nel 2000, utilizzan- do un laser a diodi per 1W in modalità continua nel trattamento non chiru- gico delle tasche parodontali, hanno concluso il loro studio affermando che tale metodica può fornire solo benefici se aggiunta alle tecniche con- venzionali di SRP, accompagnandosi inoltre, all’assenza di nessun effetto collaterale se tutti i parametri sono rispettati. Romeo et al (20) nel 2010 hanno potuto constatare che il laser KTP, in aggiunta alle tecniche meto- diche classiche, può determinare un netto miglioramento dei parametri clinici di BOP, CAL e PPD in maniera statisticamente significativa rispet- to al gruppo controllo trattato senza irradiazione laser. Ciò nonostante, i dati in letteratura sono ancora poco chiari per la mancanza di un nume- ro di trials clinici sufficiente a fornire informazioni certe, pertanto, se da un lato l’esperienza dei singoli studi dimostra l’assoluta efficacia dell’ir- radiazione laser nel determinare una più accurata disinfezione della tasca parodontale, dall’altro esiste una non congruità di dati (parametri di uti- lizzo, scelta dei pazienti, modalità di controllo) che rendono la maggior parte degli studi non confrontabili tra loro (21). È necessario, quindi, che gli incoraggianti risultati finora ottenuti spingano le singole Scuole Universi- tarie ad effettuare studi multicentrici che permettano, da un lato, di rag- giungere numeri elevati in termini di numerosità del campione e, dall’altro, di poter fornire protocolli fissi di uti- lizzonelrispettodiunelevatorappor- to beneficio/danno. La bibliografia è disponibile presso l’Editore.