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Dental Tribune Italian Edition

22 Speciale Laser Tribune Italian Edition - Maggio 2014 < pagina 19 Quasi costantemente l’infezione è sostenuta da una popolazione polimicrobica, nella quale potenti sinergismi patogenetici possono innescare eventi difficili da ripro- durre in vitro. I siti gengivali coin- volti non hanno un sincronismo di espressione anatomopatologica per cui il campionamento micro- biologico di una zona può fornire risultati culturali completamente diversi. In ogni caso, il quadro or- mai accettato è che alte cariche di patogeni orali vengono, nelle lesio- ni, ad associarsi agli usuali consor- zi esistenti nel biofilm normale. I microrganismi virulenti sono in grado di produrre fattori chimici assai differenziati, che sollecitano la comparsa di profondi fatti in- fiammatori locali, accompagnati dall’induzione di alti livelli anti- corpali specifici. La progressione della malattia è arrestata o rallen- tata, alla stregua di quanto accade in altre infezioni, solo dall’elimi- nazione o riduzione del numero di questi batteri2 . I microrganismi più frequente- mente coinvolti nella eziologia della parodontite sono: Aggrega- tibacter actinomycetemcomitans (Aa), Porphyromonas gengivalis (Pg), Prevotella intermedia (Pi), Tannerella forsythensis (Tf), Trepo- nema denticola (Td) e Fusobacte- rium spp. La terapia causale non chirurgica, basata sul controllo e sulla rimozione della placca muco- batterica e del tartaro sopra e sotto gengivale, è alla base della preven- zione della malattia parodontale4 e del mantenimento dei pazienti parodontopatici, sebbene le at- tuali tecniche non risultino però efficaci nel rimuovere il 100% del- le specie microbiche presenti, che hanno la possibilità di riprodursi in un tempo più o meno breve5 . Il grande paradosso del trattamento delle parodontopatie risiede nel fatto che, malattie con una dichia- rata eziologia microbica continua- no ad essere affrontate principal- mente sulla base di procedimenti meccanici. Pertanto, si è optato per presidi che avessero un marca- to potere antibatterico (antisettici, antibiotici), utilizzati sotto varie forme più o meno facili da gesti- re sia a livello professionale che domiciliare. Il problema di questi presidi, tuttavia, sta nel fatto che, difficilmente, essi raggiungono adeguate concentrazioni a livello delle tasche parodontali e di zone più anguste come formazioni e fondo della tasca stessa, sia per problematiche anatomiche che per la presenza dei fluidi orali che rimuovono facilmente l’agente antimicrobico. L’antibiotico tera- pia, inoltre, poco efficace a livello locale per la difficoltà sopra citata, è stata proposta per uso sistemico ma ha, come intuibile, il problema degli effetti collaterali legati alle proprietà intrinseche del princi- pio attivo utilizzato. Infi ne, i feno- meni di resistenza batterica visto l’abnorme prescrizione di farmaci antibiotici suggerisce di utilizzare gli stessi con molta cautela e solo in caso di effettivo bisogno e alto rap- porto benefi cio/potenziale danno. Negli ultimi anni, l’interesse del- la comunità scientifica si è lenta- mente spostato verso gli effetti dell’utilizzo della luce laser in alternativa o in aggiunta alle me- todiche convenzionali. L’effettivo potere battericida di questa radia- zione luminosa è stato di recente riportato in letteratura, sia attra- verso studi in vitro che in vivo6 . Nello specifico, il laser a diodi nei trattamenti parodontali, è stato proposto come strumento di au- silio alle tecniche standard dal momento che possiede un effetto antibatterico che è possibile otte- nere anche in tasche profonde e anguste attraverso fibre ottiche di diametro molto sottili (fino a 300 micron)7 . Lo scopo del lavoro è stato di monitorare i tipi di mi- crorganismi e i relativi valori di carica microbica in pazienti pa- rodontopatici trattati sia con tec- niche tradizionali (Fig. 1) che con laser a diodi (Fig. 2) in aggiunta a tali tecniche. Materiali e metodi La ricerca è stata condotta su 12 pa- zienti (6 uomini e 6 donne), di età compresa tra i 38 e 65 anni (uomini 55.3 ± 7.5; donne 55.4 ± 7.1) scelti in modo randomizzato tra gli utenti afferenti al reparto di Parodonto- logia del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo- Facciali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, secondo i se- guenti criteri di inclusione: 1. parodontite cronica dell’adul- to (Armitage GC: Development of a classification system for periodontal diseases and con- ditions. Ann Periodontol 1999, 4:1–6.); 2. assenza di malattie sistemiche; 3. non assunzione di terapia anti- biotica nei 6 mesi precedenti; 4. almeno due elementi denta- ri (appartenenti ad emiarcate controlaterali) con presenza di profondità di tasca tra i 4 e i 6 mm; 5. Full Mouth Plaque Score (FMPS), Full Mouth Bleeding Score (FMBS) ≥ 30%.9 Tutti i pazienti reclutati sono stati portati a conoscenza del raziona- le dello studio e hanno firmato il consenso informato al trattamen- La terapia parodontale non chirurgica mediante laser: studio microbiologico pagina 23 Tab. 2 - Carica batterica media rilevata nel gruppo di controllo e nel gruppo test (T0, T1, T2). WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM