Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

15Dental Tribune Italian Edition - Maggio 2014 Medicina Interdisciplinare << pagina 14 Ipnosi sul paziente: fase preoperatoria La fase preoperatoria è probabil- mente la più delicata per il pazien- te. Innanzitutto il professionista deve esporre il piano di trattamen- to e convincerlo della sua utilità. Molto valida risulta la formazione della cosiddetta “bolla ipnotica”, una sorta di stato mentale con prolifico scambio di idee e opinio- ni: il paziente si sente compreso e confortato e quindi più propenso ad accettare i consigli dello specialista. Il chirurgo impiegherà meno tempo per farsi capire, riuscirà a proporre terapie e preventivi adeguati, ridur- rà i tempi morti e le possibilità di ripensamenti. Un modo di opera- re chiamato “rapport”, alla base di tutti i rapporti professionali (oltre che umani): grazie a un particolare tono di voce, a un uso della comu- nicazione non verbale e a specifiche tecniche linguistiche si può portare il paziente, in modo dolce e indiretto, al nostro discorso. Un intervento orale, per quanto pic- colo, è spesso fonte di preoccupa- zione per chi lo deve subire. L’ipno- si, agendo su ansia, dolore e stress, rende i pazienti più collaborativi e consente allo specialista di opera- re meglio. Una ricerca condotta in interventi orali e maxillo-facciali rileva come pazienti trattati con ip- nosi prima della seduta mostrino – rispetto a un gruppo di controllo – riduzione dello stress. Ciò è evidente dal punto di vista comportamentale e dell’attivazione del sistema nervo- so simpatico. Si è infatti rilevato un miglior rilassamento e maggiore e più lungo benessere associati alle cure odontoiatriche Vale quanto ri- portato dalla letteratura scientifica, cioè che tecniche ipnotiche in am- bito odontoiatrico, migliorando la percezione del contesto dello studio e dell’odontoiatra stesso, abbassano l’ansia e favoriscono la frequenza alle visite. Ipnosi sul paziente: fase intraoperatoria Accompagnato il paziente con l’ip- nosi, la fase intraoperatoria è più scorrevole e rilassata. La metodica si inserisce in modo naturale nella seduta di chirurgia: il soggetto per- cepirà meno la durata dell’operazio- ne e il professionista ridurrà i tempi di lavoro, aumentando la qualità del suo operato. È possibile infatti, attra- verso l’ipnosi, controllare il dolore che il paziente prova durante le pro- cedure. Uno studio recente ha reclu- tato dei pazienti con ipersensibilità dentaria, condizione che caratterizza persone che provano dolore intenso quando i denti vengono esposti a stimoli termici, osmotici, chimici o tattili. Confrontando soggetti che seguivano diverse terapie desen- sibilizzanti, si è trovata nell’ipnosi un’ottima alternativa ai protocolli correntemente utilizzati – come la fluorizzazione o il trattamento con sostanze desensibilizzanti – ottenen- do, sin dalla prima settimana dopo l’applicazione, una ridotta sensibilità al dolore. L’efficacia dell’intervento si è rivelata indipendente dai livelli di stress del paziente, essendo associa- ta a livelli più alti di soddisfazione per il trattamento. Con l’ipnosi si dà una ottima desensibilizzazione, fino a una completa anestesia della zona da trattare: il chirurgo può quindi fare interventi di implantologia ed estrattiva anche sui pazienti allergici agli anestetici. Ipnosi sul paziente: fase postoperatoria Finito l’intervento, il peggio è pas- sato. Il paziente viene istruito sulle norme domiciliari e rassicurato sul- la riuscita dell’operazione. L’ipnosi viene utilizzata anche per favorire il recupero postoperatorio. Esempio? A dei pazienti è stata proposta l’ipnosi per fronteggiare il dolore successivo alla rimozione di molari: in confron- to ad altri trattati secondo procedure standard, i soggetti esposti all’ipnosi hanno riportato notevole abbassa- mento dell’ansia all’intervento e una forte riduzione di analgesici dopo l’operazione. L’ipnosi può essere uti- le per ridurre il sanguinamento, le infezioni, la velocità di guarigione e la permanenza in ospedale in inter- venti complessi. Autoipnosi sul chirurgo Il dentista è un lavoro complesso, spesso logorante e con notevoli re- sponsabilità. Il chirurgo può lavo- rare, oltre che sul paziente, anche su se stesso: con l’autoipnosi si può raggiungere la trance in modo volon- tario, per eliminare le condizioni ne- gative emozionali. L’autoipnosi può essere di ausilio prima e dopo l’inter- vento, in modo da essere sempre pre- parati al meglio per ogni paziente. Possono essere utili le tecniche con le submodalità per pazienti “proble- matici”, con i quali ci sono difficoltà di rapporto, o per svolgere al meglio un lavoro particolarmente comples- so. Dopo la seduta, l’autoipnosi può essere utile per recuperare energie, superare eventuali insuccessi, “tira- re giù la saracinesca” e dedicarsi alla vita privata senza portarsi dentro i problemi di lavoro. Conclusioni L’odontoiatra ha perso parte del- l’“autorità” che un tempo contrad- distingueva la sua figura. Ora il pa- ziente si aspetta, oltre al trattamento tecnico, anche (e soprattutto) sup- porto psicologico. L’uso dell’ipnosi ericksoniana nella chirurgia non presenta nessuna controindicazione: la metodica può essere proficuamen- te applicata con qualsiasi paziente, con patologie sistemiche rilevanti, psichiatrici, disabili o pediatrici. Non prevede tempi operativi aggiunti- vi ed è di facile apprendimento. Questo modo di intendere la pro- fessione può portare solo vantag- gi: soddisfazione del malato, mag- giore compliance, ottimizzazione di tempi e costi, esclusività sulla piazza e passaparola positivo, au- mento della soddisfazione econo- mica e morale. Aspetti d’influenza eccezionale sul professionista, che gestirà meglio lo stress, interagirà efficacemente con il personale e troverà nuove motivazioni in pe- riodi di crisi.