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Implant Tribune Italian Edition

11Implant Tribune Italian Edition - Marzo 2014 Clinica & Pratica www.tepe.com · infoitalia@tepe.com · tel. +39 02 93291475 · fax +39 02 93594980 AD130083IT I giusti strumenti per un’adeguata pulizia degli impianti. 1 paziente su 5 dopo 10 anni sviluppa perimplantite. Il successo della terapia implanto-protesica dipende da alcuni fattori, primo tra cui l’igiene orale. Proprio per questo TePe, insieme ad esperti dentali, ha realizzato prodotti dedicati alla pulizia degli impianti. Le speciali caratteris- tiche di TePe Implant Care e TePe Implant Brush, insieme allo scovolino TePe, semplificano la pulizia delle aree più critiche. Pulizia linguale e palatale Implant Care™ Implant Brush™ Pulizia vestibolare Prodotti in Svezia, usati in tutto il mondo. www.tepe.com · infoitalia@tepe.com · tel. +39 02 93291475 · fax +39 02 93594980 AD130083IT_advert_156x185mm_IT.indd 1 2013-10-11 14:10:03 1. Tan WL, Wong TLT, Wong MCM, Lang NP. A systematic review of post-extractional al- veolar hard and soft tissue dimensional changes in humans. Clin Oral Implants Res. 2012 Feb;23 Suppl 5:1-21. 2. Buser D, Martin W, Belser UC. Optimizing esthetics for implant restorations in the anterior maxilla: anatomic and surgical considerations. Int J Oral Maxillofac Implants. 2004;19:43- 61. 3. Funato A, Salama MA, Ishikawa T, Garber DA, Salama H. Timing, positioning, and se- quential staging in esthetic implant therapy: a four-dimensional perspective Int J Periodon- tics Restorative Dent. 2007; 27:313-23. 4. Grunder U, Gracis S, Capelli M. Influence of the 3-D bone-to-implant relationship on esthe- tics. Int J Periodontics Restorative Dent. 2005;25:113-9. 5. Lin GH, Chan HL, Wang HL. The Effect of Currently Available Surgical and Restorative Interventions on Reducing Mid-facial Mucosal Recession of Single-Tooth Immediate Pla- ced Implants: A Systematic Review. J Periodontol. 2014;85:92-102. 6. Keough BE and Kay HB: Postsurgical prosthetic management. In: Rosenberg MM, Kay HB, Keough BE, Holt RL. (Eds). Periodontal and prosthetic management for advanced cases. Chicago: Quintessence Publishing Company; 1988. p. 323-408. 7. Du JK, Li HY, Wu JH, Lee HE, Wang CH. Emergence Angles of the Cementoenamel Jun- ction in Natural Maxillary Anterior Teeth. J Esthet Restor Dent. 2011;23:362-9. 8. Wilson TG Jr. The Positive Relationship Between Excess Cement and Peri-Implant Disease: A Prospective Clinical Endoscopic Study. J Periodontol 2009;80:1388-1392. bibliografia << pagina 10 Fatta una valutazione radiografi- ca attraverso una CBCT a basso do- saggio, si esegue una conseguente pianificazione al computer (Fig. 2) prevedendo il posizionamento di un impianto, in modo tale che l’asse lungo corrisponda al margi- ne incisale dei denti adiacenti. L’elemento 21 viene così estratto e, attraverso l’ausilio di una ma- scherina chirurgica, si procede all’inserimento dell’impianto (Figg. 3a, 3b). In questo modo è possibile costruire un pilastro (in ossido zirconio) che disegni con la corona provvisoria un angolo di emergenza assolutamente fisio- logico (Fig. 4). Questo garantisce una migliore stabilità dei tessuti e previene il rischio di infiltrazione di residui di cemento, che sono un fattore di acclarato rischio per le perimplantiti8 . Osservando il pi- lastro si nota anche come sia stato realizzato senza alcuna linea di finitura (Fig. 5). Bisogna infatti considerare che le linee guida convenzionali sono state concepite e adottate per un pilastro con un margine di chiu- sura orizzontale (spalla o cham- fer), per cui nel caso in cui si pre- ferisca utilizzare delle geometrie verticali ( feather edge), si renderà necessario un posizionamento leggermente più vestibolare per garantire la creazione di profili e angoli del restauro protesico che siano quanto più simili a ciò che esiste in natura. Se l’impianto su cui è previsto un pilastro con linea di finitura su parete verticale fosse posizionato seguendo le linee guida conven- zionali (e quindi al cingolo), si de- terminerebbe la realizzazione di un restauro con un ampio angolo d’emergenza e conseguenti diffi- coltà nella rimozione del cemento e di mantenibilità igienica, con potenziale perdita dell’impianto (Figg. 6a-6c). Questi principi, uniti al rispetto dello spessore di osso buccale, che non deve essere inferiore a 1.5-2 mm, garantiscono l’ottenimento di un AE fisiologico, una facile rimozione del cemento e una mi- gliore stabilità dei tessuti molli. Il tutto concorre a un ottimo risul- tato finale in termini di funzione ed estetica, come dimostra la foto finale del caso con la corona defi- nitiva in disilicato di litio cemen- tata (Fig. 7). Conclusioni Sono molti gli accorgimenti che devono essere presi quando si decide di riabilitare un settore estetico con impianti. Il rischio di complicanze è infatti molto elevato, amplificato dall’ormai altissima richiesta estetica dei pazienti che vengono trattati con impianti. L’approccio proposto in questo articolo prevede il rispetto dei principi anatomici e, tramite la modifica della posizione dell’im- pianto, l’utilizzo di un pilastro senza linee di finitura, che per- mette di ottenere un restauro che replica la preesistente situazione fisiologica. L’esperienza clinica con questo approccio sembra sostenere que- sta tecnica, ma sono necessari ulteriori studi per dare maggiore validità alle teorie sostenute. Fig. 4 - Il provvi- sorio in posizione sul pilastro. Si noti il fisiologico angolo di emer- genza ottenuto. Figg. 6a-6c - Si evidenzia come più l’impianto è palatale, più l’angolo di emergenza aumenta, discostandosi di fatto da quello fisiologico. Fig. 7 - Restauro definitivo in disilicato di litio cementato. Fig. 5 - Pilastro in ossido di zirconio senza linea di finitura.