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Dental Tribune Italian Edition

5Ortho Advanced Ortodonzia 3.0 Il clinico esperto è molto più che un bravo ortodontista La filosofia Negli ultimi anni il mondo della medicina e, quindi, anche dell’or- todonzia è radicalmente cambiato. Tutto si è modificato nella forma e nella sostanza. Sono avvenute pro- fonde trasformazioni nelle proce- dure, nei processi e nei rapporti con il paziente, che sotto alcuni aspetti oggi si è trasformato in “cliente”, diventando in un certo qual modo un target di mercato. È cambiato il modo di comunicare con il pazien- te, di proporre le varie tipologie di servizi che l’ortodonzia è in grado di offrire, anche grazie a un accesso facilitato alle tecnologie disponibili. Più che in passato le prestazioni pro- fessionali non possono essere eroga- te senza che vi sia una sempre più stretta collaborazione tra medico e paziente, per quanto riguarda sia la condivisione degli obiettivi di tera- pia sia le modalità per il raggiungi- mento degli stessi e non solo per la gestione dei casi più complessi. La corresponsabilizzazione del pa- ziente/cliente parte innanzitutto dalla comprensione da parte dell’or- todontista delle sue esigenze, aspet- tative e necessità, che potranno così tradursi, dopo un adeguato inqua- dramento e analisi del problema, in un piano di cura quanto più aderen- te, se possibile, ai bisogni espressi inizialmente e a quelli successi- vamente evidenziati. Fino a pochi anni fa valeva quella che potremmo chiamare la “regola del monologo”. Tanto per intenderci, quella dove il medico con un messaggio unidire- zionale diceva al paziente a quale trattamento si sarebbe dovuto sot- toporre dato il suo problema, senza minimamente preoccuparsi della sua risposta. Era appunto un mo- nologo, in cui il medico parlava e il paziente ascoltava. Il paziente era comunque e sempre disponibile ad ascoltare secondo lo schema di una comunicazione unidirezionale. Ma ai pazienti non è più sufficiente un approccio di questo tipo. Se aggiungiamo quelli che erano, e ancora oggi restano in qualche caso, gli strumenti tradizionali di diagno- si e comunicazione in ortodonzia, ovvero le radiografie tradizionali su fogli di acetato, i tracciati cefalome- trici fatti a mano libera, i modelli in gesso, il set-up in laboratorio e lo sviluppo e stampa di fotografie, po- tremmo definire questa ortodonzia, prendendo in prestito la terminolo- gia informatica, come “ortodonzia 1.0”. Grazie all’innovazione tecnolo- gica è nata successivamente la pos- sibilità di sfruttare nuove modalità di dare informazioni al paziente, che non è più disposto a fare l’ap- plauso al monologo, accettando incondizionatamente il piano di cura ma richiede un dialogo. Chi ha capito l’importanza di questa evo- luzione, adattandosi alle necessità diverse dei pazienti, ha iniziato ad applicare la “regola del dialogo”. Questo è stato reso possibile e più semplice dall’utilizzo di strumenti derivanti dall’ICT (information and communication technology) ov- vero: un complesso di scienze, me- todologie, criteri, tecniche e stru- menti, atti a potenziare le attività relative alla raccolta, trasmissione ed elaborazione dei dati, alla cre- azione di informazioni e di cono- scenza, all’assunzione di decisioni ecc. L’utilizzo della tecnologia compute- rizzata per diagnosi, pianificazione del trattamento e una comunicazio- ne più efficace al paziente del piano di cura, oggi è la realtà. Non si tratta più, quindi, di una comunicazio- ne monodirezionale, ma a due vie, mettendo il paziente nelle condizio- ni di capire più facilmente cosa gli stiamo proponendo (con immagini e video proiettati su schermi, com- puter portatili o tablet di ultima ge- nerazione) e di darci dei feedback, a cui potrà seguire un nuovo messag- gio e una nuova risposta, per una comprensione più consapevole da parte sua. Il completamento di questa muta- zione tecnologica dell’ortodonzia è passato attraverso la progettazione virtuale e la produzione computer guidata di apparecchiature, fisse e rimovibili, e/o sistemi di applicazio- ne. Il mondo del virtuale che si tra- sforma in reale, quello della tecno- logia al servizio del dialogo e di una maggior sintonia con il paziente, possiamo definirla “ortodonzia 2.0”. In informatica si indica come web 2.0 l’insieme di tutte quelle appli- cazioni online che permettono un elevato livello di interazione tra il sito web e l’utente, come i blog, i forum, le chat, le piattaforme di condivisione di media e i social network, in contrapposizione al cosiddetto web statico o web 1.0. Il web 2.0 costituisce anzitutto un approccio filosofico alla rete, che ne connota la dimensione sociale, della condivisione, rispetto alla mera fruizione. L’evoluzione è oggi Philip Kotler, guru mondiale della comunicazione, molto attento a tutti i mutamenti del sistema ma- croeconomico e delle interazioni con la società, considera sorpassato il 2.0 e ha iniziato a parlare di un ulteriore cambiamento: «Il com- portamento e i valori delle impre- se sono sempre più sotto la lente dell’opinione pubblica, questo fa sì che i consumatori possano scam- biarsi con grande facilità opinioni su aziende, prodotti, marche e di- scutere tra loro delle performance funzionali e sociali. La nuova generazione di consuma- tori è molto più attenta ai problemi e alle preoccupazioni di natura so- ciale. È dunque ora di cambiare! Le imprese devono reinventarsi e ab- bandonare il più rapidamente pos- sibile le prassi dei vecchi e confor- tevoli sistemi di comunicazione e promozione, per avventurarsi nel mondo del 3.0». Il web 3.0, o semantico, è quello che risponde a domande complesse con maggior attenzione alle esi- genze personali. Leggendo le linee guida approvate recentemente dalla FnomCeo rela- tivamente all’ICT, emerge come il medico, nell’uso di questi strumen- ti informatici e tecnologici debba at- tenersi a determinate precauzioni e prescrizioni, nonché avvalersi delle innovazioni disponibili nell’inte- resse del paziente e per il progresso della medicina. Nel box seguente citiamo alcuni dei punti salienti di questo docu- mento. Estratto linee guida FnomCeo sulle ICT – Ogni utilizzo per qualsiasi fine degli strumenti dell’ICT dovrà tener conto della proporziona- lità, necessità e sicurezza degli interventi, nonché dell’eticità delle prestazioni e della deon- tologia dei comportamenti, al fine di conseguire la massima appropriatezza clinica e ge- stionale. – Il medico dovrà favorire l’uso delle tecnologie ICT al fine del- la gestione della complessità propria della medicina moder- na, della attuazione dei criteri della medicina sistemica e del- la “precision medicine” e per il miglioramento degli strumen- ti di prevenzione individuale e collettiva. – L’uso delle tecnologie ICT è vol- to al miglioramento dei pro- cessi di comunicazione inter- professionale, alla più idonea gestione dei percorsi diagno- stici, terapeutico assistenziali e al miglioramento della comu- nicazione con e per i cittadini. Fig. 1 - Diagramma di compatibilità con la RMN: la Zirconia, cerchiata in rosso, si comporta all'incirca come i tessuti molli. Il medico dovrà avvalersi delle tec- nologie ICT per il miglioramento dei processi di apprendimento anche utilizzando sistemi di simulazione per la diminuzione degli errori me- dici e per la sicurezza del paziente. Tutto ciò si sposa con quelli che pos- sono essere considerati gli obiettivi o la mission di una nuova odontoia- tria, l’odontoiatria digitale e quindi dell’ortodonzia digitale: – maggior precisione diagnostica; – standardizzazione delle proce- dure terapeutiche; – eliminazione dei gap tra le diver- se capacità degli operatori; – utilizzo di soli materiali biocom- patibili, estetici, di sintesi, biolo- gicamente sicuri e privi di possi- bili conseguenze negative per la salute dell’uomo; – compatibilità dei materiali con esami strumentali che il pazien- te potrà eseguire in futuro o a cui periodicamente si sta sotto- ponendo. Prima di pensare a tutto ciò, già in occasione del primo incontro con il paziente, è importante innanzi- tutto ascoltarlo, sentire i suoi pro- blemi, magari la sua storia clinica pregressa, percepire le sue emozio- ni a riguardo, quando ci chiede di aiutarlo, di dargli delle risposte. Fondamentale è annotare, anche in maniera sintetica, tutte queste in- formazioni, che saranno utilissime per formulare una corretta diagno- si e un piano terapeutico “cuciti su misura”. La visita e l’inquadramento diagno- stico del paziente dovrebbero, quin- di, procedere con una preliminare valutazione clinica, senza buttarsi a capofitto nel cavo orale ma con un approccio più globale, mettendo al centro delle nostre attenzioni il pa- ziente e non i suoi denti o l’apparec- chio che potremmo applicargli. «Una recente ricerca rivela che i pa- zienti italiani non sono soddisfatti del rapporto con il proprio medico. Il medico ha fretta, si dirige subito verso la ricerca della malattia per fornire la cura, dimenticando che si trova di fronte a una persona». La necessità odierna di individua- lizzare sempre più la soluzione te- rapeutica da proporre ai pazienti, che tenga conto non solo di esigenze cliniche oggettive ma anche e so- prattutto soggettive, correlate a si- curezza, assoluta biocompatibilità, estetica e, non ultimo, ai costi, non può non considerare le recenti inno- vazioni tecnologiche digitali. L’utilizzo di metodiche digitali in odontoiatria e quindi anche in or- todonzia, dall’acquisizione dei dati mediante TC Cone Beam o scanner intraorali, alla progettazione tridi- mensionale e produzione di protesi e dispositivi ortodontici CAD/CAM può consentire, oltre che una mag- gior precisione diagnostica, una miglior standardizzazione e pre- cisione delle procedure cliniche, nonché una riduzione dei tempi di lavorazione e applicazione, a van- taggio anche di una diminuzione dei costi finali. L’ortodonzia digitale si deve porre l’obiettivo di eliminare le problema- tiche o i limiti di un approccio tra- dizionale, ancora troppo operatore dipendente, a partire dalla diagnosi, passando per la progettazione e la produzione individualizzata (cu- stom made) per il paziente, fino ad arrivare all’applicazione clinica del prodotto finito, dopo un adeguato controllo di qualità, sfruttando il massimo della tecnologia oggi di- sponibile nel settore odontoiatrico. Compatibilità con esami strumentali Si può iniziare da qui, andando in- dietro di qualche anno e leggendo il lavoro di John F. Shenck, The role of magnetic susceptibility in magnetic resonance imaging: MRI magnetic compatibility of the first and second kinds, pubblicato nel 1996 sulla ri- vista della American Association of Physicists in Medicine, che analizza la suscettibilità magnetica di alcuni materiali utilizzati in medicina e chirurgia, valutandone la compati- bilità con la RMN (Fig. 1). <> pagina<6 Ortho Tribune Italian Edition - Marzo 2014 Matteo Beretta WEB ARTICLE WWW.DENTAL-TRIBUNE.COM