Please activate JavaScript!
Please install Adobe Flash Player, click here for download

Dental Tribune Italian Edition

3Dental Tribune Italian Edition - Febbraio 2014 L’Intervista Giano Ricci, un amore per la parodontologia intatto dopo 40 anni Novità Editoriale << pagina 1 Una buona capacità diagnostica con- sente di formulare una prognosi affi- dabile, che fa guadagnare la stima e la riconoscenzadeipazienti. Leihadichiaratocheanalizzare adistanzairisultatisignifica valutarecasitrattatialmenodieci anniprima. Ineffettisololeterapiechegarantiscano una buona risposta nel tempo hanno significato. Un risultato analizzato dopo qualche decina di mesi non ha valore scientifico o clinico: dieci anni sono il periodo minimo necessario per valuta- re l’efficacia delle nostre terapie. Troppo spesso vengono invece mostrati risultati immediati o a poca distanza di tempo. Questo non interessa nessuno o, perlo- meno,l’interesseèmoltolimitato. Oggil’obiettivodellaterapiaè salvareidentinaturali,cosaavolte benpiùcomplessacheestrarlie sostituirliconimpianti.Proporsidi conseguirequestoobiettivorende laprofessionepiùimprontata all’eticaprofessionale. Indubbiamente la mission dell’odonto- iatra è salvare la dentatura naturale del paziente. Oggi troppo spesso vengono estratti denti che invece potrebbero es- sere salvati con cure appropriate, indub- biamente più complesse, più lunghe, e magari più costose. La spiegazione va ricercatanelfattocheestrarreidentiepo- sizionareimpiantisonoprocedurepiùra- pide, più semplici e più remunerative dal punto di vista economico rispetto a sal- vare denti compromessi da un punto di vista parodontale. Il know-how parodon- tale è inoltre estremamente più difficile da acquisire. L’odontoiatra ha, tuttavia, il preciso dovere di informare il paziente sulle diverse opzioni terapeutiche e, dopo averlo adeguatamente informato, lascia- realuilasceltasucosafare.Insostanza,il piano di terapia non può essere proposto soloperchépiùfacile,rapidoeremunera- tivo.Ognicomportamentochesidiscosta da questo approccio va considerato pro- fessionalmentescorretto. Lacosapiùdifficileinterapia parodontaleèarrivareaformulare unaprognosi.Dallasuarelazione sievincecheèfondamentalela comunicazioneconilpaziente. Compitodelclinicoèdareuna rispostaeun’informazione esaustivaatuttiidubbidi chisisottoponeallecureper lasciarliberamentedeciderea luil’approccioterapeuticopiù consonoallesueesigenze. Lefasidellaterapiaparodontalesonodi- verse e tutte fondamentali. Si inizia dal- la diagnosi, per poi passare a un piano di trattamento corretto e a una precisa esecuzionedellediverseprocedure.Tutto questo si può apprendere abbastanza facilmente, ma la parte più comples- sa, che richiede maggior preparazione scientifica, conoscenza della letteratura e grande esperienza clinica, è la capaci- tà di formulare una prognosi corretta. In sostanza, si tratta di essere capaci di prognosticare se un dente compro- messo parodontalmente, ma trattato, sarà in grado di durare più a lungo di un impianto. A questo proposito, come presidente dell’European Academy of Esthetic Dentistry, organizzerò nel 2016 un Congresso dal titolo: “La prognosi in terapiaodontoiatrica”. Perchéritienebasilareillavoro delteamodontoiatricoel’analisi interdisciplinaredeicasi? Negliultimiannileconoscenzeincampo odontoiatrico si sono allargate in modo esponenziale, con miglioramenti incre- dibili. Oggi è praticamente impossibile rimanere aggiornati su tutto. Il tuttolo- go è praticamente scomparso dal pano- rama terapeutico. Per garantire ai pa- zienti un trattamento adeguato occorre chepiùspecialistifaccianounadiagnosi corretta del caso e arrivino a formulare piani terapeutici alternativi condivisi da tutti i membri del team. Il che richiede moltotempoextrapoltrona:icasi,infat- ti, vanno analizzati con l’ausilio di tutti i mezzi a nostra disposizione, compresi foto e film. Seguire questa procedura ri- chiede,soprattuttoall’inizio,unnotevole impegno, ma garantisce le migliori pro- babilità di successo e rappresenta anche laparteculturalmentepiùstimolanteed eccitantedellaprofessione. Larecessionedeitessutidurie mollidopoleterapieimplantarie protesicherappresentalamaggior preoccupazioneperilclinico, malagrandesfidaèlastabilità deitessutimolliintornoadenti naturalieimpianti. Per ottenere un’estetica adeguata una volta trattato correttamente il paro- donto profondo o posizionato in modo adeguato un impianto recuperando la funzione, occorre anche ritrovare una buona estetica, controllando in modo ottimale il livello dei tessuti molli sia ve- stibolare che interprossimale. Una sfida a volte complessa, impegnativa, perché occorre del tempo per la maturazione dei tessuti. Esistono infatti parametri per stabilire quale sarà la loro posizio- ne finale, ma la risposta è individuale e a distanza, può variare da caso a caso. Se vogliamo stare tranquilli che non ci saranno recessioni gengivali intorno a corone su denti naturali o su impianti, occorreaspettare. Recentementehapubblicatoun libro… Sì, dopo diversi anni di lavoro ho pubbli- catoconQuintessenzailvolumeDiagno- sieterapiaparodontale,chestauscendo ancheinlinguainglese.Neltesto,l’atten- zione è focalizzata sui pilastri della tera- pia fondamentali per il clinico: diagnosi, piano di trattamento e precisa esecuzio- ne delle diverse metodiche terapeutiche. Vengonodescritteinmodoparticolareg- giato le tecniche chirurgiche e non, che rappresentano l’attuale “gold standard” della terapia, consentendo i migliori ri- sultati a lungo termine. Basandosi sulla preparazione scientifica e sull’esperien- za clinica maturata in quarant’anni di attività specialistica parodontale, viene fatta chiarezza sull’utilizzo di biomate- riali proposti quotidianamente a decine e vengono condivisi suggerimenti clinici utilialclinicoespertoealgiovaneprofes- sionistachesiaffacciaperlaprimavolta allaterapiaparodontaleeimplantare. Leihapresentatotanticasirisolti diversamenteconpazientiche haincuraerivededapiùdiventi oventicinqueanni.Comefa amantenereneltempoisuoi pazienti,cosìportatiall’infedeltà terapeutica? Casi complessi trattati con passione e in sinergia con il paziente realizzando l’“alleanza terapeutica” indispensabile per eseguire trattamenti lunghi, com- plessi e costosi, comportano una perce- zione positiva da parte sua di quanto si faccia per salvare la dentatura naturale o, in caso di pregresse edentulie parzia- li o totali, per posizionare impianti in modo corretto da un punto di vista fun- zionale ed estetico. Attualmente sono in una fase della mia attività in cui vengo quotidianamentegratificatodapazienti chemidicono:«Dottore,lavoglioringra- ziare, venti o trent’anni fa mi avevano detto che avrei perso tutti i miei denti e dopo tutto questo tempo li ho ancora in bocca».L’impegno,lapassioneelecapa- cità professionali che il clinico mette nel trattamento creano un rapporto di sti- ma, fiducia e ammirazione nei pazien- ti, fidelizzati a tal punto da affermare: «Dottore, quello che lei mi dice di fare è quellochevogliofare».Apareremioque- stafraseèpiùgratificantediuncospicuo contoinbanca. Cosasuggerisceaigiovani parodontologi? A loro, come del resto a tutti i giovani odontoiatri, suggerisco di mettere pas- sione, impegno ed etica in quello che fanno. Di prepararsi nel miglior modo possibile e trattare il paziente come una persona bisognosa di aiuto. I pazienti lo “sentiranno”, acquisteranno considera- zione e fiducia nel giovane professioni- sta e desidereranno essere trattati pro- prio da lui, nonostante le mirabolanti offertedelsistemalowcostodelturismo dentale. La qualità della persona e delle metodiche utilizzate garantiscono sicu- ramenteilsuccessonellungoperiodo. Leihaaffermato:«Nonhoancora imparatotutto».Qualisonoisuoi nuoviinteressiesfideoggi? Ci sono molte cose che desidero impara- re.Lasoddisfazionepiùgrandeèspegne- re la luce la sera pensando “anche oggi ho imparato qualcosa”. “Chi smette di imparare comincia a invecchiare”, dice un motto che ho fatto mio. Per quanto riguarda le nuove frontiere e le sfide di oggi, sicuramente l’utilizzo di nuove metodiche, quali l’impiego di cellule staminali di cui si fa un gran parlare a tutti i livelli e di materiali e metodi che scientificamente dimostrino di favorire o stimolare la rigenerazione di tessuti duri e molli, costituiscono le nuove esal- tanti frontiere delle terapia parodontale eimplantare. Patrizia