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implants - international magazine of oral implantology

391_2014 l’intervista _ Myron Nevins Nevins si spiega meglio: «Quand’ero giova- ne, mi dava emozione, professionalmente, dover ipotizzare un piano di trattamento. Con il passa- re degli anni mi accorsi invece che in realtà era- vamo carenti di informazioni ben organizzate sul lungo termine. Quando vado ai congressi sento infatti parlare, di solito, di follow-up varianti da 4 ai 12 mesi. Ma se io fossi un paziente la prima cosa che chiederei sarebbe: “Quale sarà il mio follow-up tra tot anni?”». L’interrogativo è diventato per Nevins domi- nante al punto da fargli ridurre la pratica clinica, lasciando lo studio nelle mani di fidati collabo- ratori: «Stavo dando troppo tempo ed energie ai miei impegni. Di qui, la mia decisione di sottrarre loro del tempo all’attività privata, per dedicarmi allo studio e alla ricerca». Al Congresso di Viareggio, dove il professore ha parlato di impianti post-estrattivi nella pratica quotidiana, ha anche accennato a un follow-up “monstre” di oltre cinquant’anni: «Naturalmente, giovane com’ero, non fui io a iniziare quel trat- tamento. Trovai quel paziente già acquisito nello studio di Boston [la città dove si laureò nel 1967 e dove iniziò l’attività a fianco del professore del Dipartimento di Parodontologia, nda]. Un inizio veloce, rapido – ricorda –. Lavorare con gli acca- demici mi consentì di portare avanti più tardi an- che la mia attività privata con criteri universitari. Tradotto nella pratica di tutti i giorni, significava radiografie tutte ben organizzate, anamnesi e record ben schedati, che consentivano di tenere d’occhio nel tempo i vari follow-up. Trattamenti che, diventando sempre “più vecchi”, consentiva- no di valutarne meglio il prosieguo». Accennando alla relazione svolta a Viareggio, Nevins sottolinea che uno degli aspetti chiave da trattare è sempre la scelta di quale sia la mi- glior opzione per il paziente: se trattare uno o più denti di quella o altre arcate, tenendo sem- pre presente che «i pazienti tendono sovente a mantenere i loro denti». Molti sono gli impianti cui Nevins ha posto mano, avendo cominciato l’attività implantare sin da giovane. Parlando del futuro, «il più grande interesse verrà dalla possibilità di risolvere il genoma uma- no – dice il professore –. Saremo allora in grado di capire esattamente le proprietà delle protei- ne che intervengono nella fase di guarigione». Grande oggetto di interesse, a questo proposito, è l’utilizzo sia dei fattori di crescita ricombinanti sia delle proteine morfogenetiche in terapia ri- generativa. In chiusura di intervista, un pensiero deferen- te all’odontoiatria italiana: «Molti sono i profes- sionisti di valore in questo paese. Alcuni hanno studiato con me in America e quindi li conosco bene. Non hanno nulla da invidiare a nessuno». _Dental Tribune Scopri la sezione VIDEO del sito www.dental-tribune.com Aggiornamenti in chirurgia parodontale ed implantare Myron Nevins, D.D.S. è l’editor dell’International Journal of Periodontics & Restorative Dentistry e Professore Associato presso la Clinica di Parodontologia della Harvard School of Dental Medicine.