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implants - international magazine of oral implantology

1_201430 si procedeva inoltre a rimodellamen- to fronto-orbitario. Le cranioplastiche sono state effettuate con diversi ma- teriali: osso autologo, metilmetacrila- to, matrice ossea demineralizzata (Fig. 1) e cemento; _ le recidive di craniostenosi associate a lacune ossee mediante rimodellamen- to fronto-orbitario e in un caso si ese- guiva inoltre una cranioplastica; _ le recidive di craniostenosi che si ma- nifestavano con un aumento della pressione intraparenchimale (PIC) era- no rioperate con l’intento di espandere la volta cranica per ridurre la PIC. In tutti i casi si è proceduto al monito- raggio intraparenchimale della PIC. Ottimi risultati sono stati ottenuti mediante il rimodellamento completo della volta cranica in un caso, la tec- Tipo di complicanza N. Restenosi di sutura/deformità estetica 8 Lacuna ossea 7 Restenosi di sutura/ipertensione endocranica 5 Restenosi di sutura/difetto osseo 3 Dislocamento di spring 2 Growing fracture 2 Infiammazione in sede di placca 1 Dislocamento del Blue Device 1 Infezione + fistola durale 1 Tab. 4 LACUNe ossee MAtrICe osseA DeMINerALIZZAtA nica pi greco modificata in due casi e il rimodellamento fronto-orbitario nei restanti due casi; _ i dislocamenti delle “springs” (Fig. 2) e del “Blue Device” (Fig. 3) sono stati affrontati mediante il loro riposizio- namento. Nel caso del Blue Device si associava inoltre una frattura con ne- crosi cutanea; si è dunque proceduto anche a revisione di ferita e riduzione della frattura; _ l’infezione della placca è stata tratta- ta mediante courettage e riposiziona- mento della placca; _ l’infezione sottocutanea in sede di di- strattori mascellari associata a fistola liquorale è stata risolta mediante la revisione della ferita e la rimozione dell’hardware, con risoluzione sponta- nea della fistola tramite applicazione di medicazioni compressive. Nelle ul- time due complicanze elencate è sta- ta impostata una prolungata terapia antibiotica mirata a completamento dell’atto chirurgico; _ le “growing fractures” (Fig. 4) sono state trattate mediante plastica durale e cranioplastica con osso autologo. _Conclusioni Il verificarsi di complicanze nella chirur- gia cranio-facciale è un evento comune. Nel nostro studio ci siamo focalizzati sugli even- ti avversi che hanno portato a un secondo intervento non programmato. La percentuale che abbiamo riscontrato analizzando la no- stra casistica è del 3% (24 casi su 791). Nei pazienti sindromici il tasso di compli- canze è rimarcabilmente più elevato rispetto Fig. 1 expert article _ chirurgia cranio-facciale