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implants - international magazine of oral implantology

291_2014 expert article _ chirurgia cranio-facciale traverso diverse tecniche secondo la sede di ristenosi: rimodellamento fronto-orbitario, pi greco modificato, rimodellamento orbitario e riposizio- namento di “spring”; _ le lacune ossee sono state trattate mediante cranioplastica; in un caso Craniostenosi N. % Scafocefalia 3 (247) 1,20% Trigonocefalia 2 (159) 1,30% Plagiocefalia 3 (239) 1,30% Multisuturarie non sindr. 7 (31) 23% Sindrome di Crouzon 3 (22) 14% Sindrome di Apert 1 (17) 6% Sindrome di Pfeiffer 3 (6) 50% Sindorme di Jackson-Weiss 1 (1) 100% Sindrome di Antley-Bixler 1 (1) 100% Totale 24 3% Tipo di intervento N. Rimodellamento fronto-orbitario con bandeau fronto-orbitario 11 Rimodellamento fronto-orbitario con bandeau fronto-orbitario + stripping della sutura sagittale 2 Rimodellamento fronto-orbitario con bandeau fronto-orbitario + rimodellamento “π modificato” 1 Rimodellamento completo della volta cranica 2 Suturectomie multiple + posizionamento di spring 2 Suturectomia singola + posizionamento di spring 1 Stripping della sutura sagittale 2 Rimodellamento “π modificato” 1 Le Fort 3 2 Totale 24 Margherita di Torino e l’Ospedale Meyer di Fi- renze, tra il 1995 e il 2012. Attraverso il nostro database divisionale abbiamo effettuato un’a- nalisi completa di 791 casi su 1188 (Tab. 1). Le tecniche chirurgiche utilizzate variano notevolmente a seconda del tipo di stenosi e del numero delle suture coinvolte, passando da interventi molto complessi – come il rimo- dellamento totale della volta cranica o alcune procedure combinate con i colleghi maxillo- facciali – ad approcci mini invasivi con l’ausi- lio dell’endoscopio. Nel nostro studio abbiamo considerato come reintervento solo i casi in cui la secon- da procedura chirurgica non rientrava nella pianificazione iniziale (ad esempio, esclusio- ne degli approcci multi-step). _Risultati 24 pazienti su 791 (16 maschi e 8 fem- mine, 3% del totale) sono stati sottoposti ad almeno una seconda procedura che non era stata pianificata. L’età media al primo inter- vento era di 7 mesi e mezzo. Le craniostenosi trattate che hanno avuto bisogno di reintervento sono elencate nella Tab. 2 (tra parentesi il numero delle cranio- stenosi totali per ciascun tipo). È evidente una netta differenza tra le forme sindromiche rispetto a quelle non sin- dromiche (15% rispetto al 2%). Il tempo me- diamente trascorso tra il primo e il secondo intervento è stato di 2 anni e 4 mesi (3 giorni, 11 anni e 8 mesi). Nella Tab. 3 sono indicate le diverse tipo- logie di intervento a cui erano stati origina- riamente sottoposti i 24 pazienti che hanno poi necessitato di reintervento. I 24 pazienti sono stati sottoposti a 30 procedure secondarie non pianificate; infatti, in quattro casi è stato necessario un secondo reintervento, e in due casi un terzo. Come già detto, il rischio di essere sotto- posti a un secondo intervento è, nella nostra casistica, pari al 3%; ben più alta è invece la frequenza di ulteriore intervento una volta sottoposti a una seconda procedura non pia- nificata: 4 su 24 (17%). La Tab. 4 illustra le varie problematiche che hanno posto indicazione al secondo intervento. Le diverse complicanze sono state trat- tate attraverso differenti tecniche e talvolta con approccio combinato con i colleghi ma- xillo-facciali: _ le recidive di craniostenosi compor- tanti inestetismo erano trattate at- Tab. 2 Tab. 3