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Implant Tribune Italian Edition

6 Implant Tribune Italian Edition - Novembre 2013L’Intervista Il termine “implantologo” è definito male e spesso usato in modo improprio Mentre l’implantologia dentale ha visto una crescita enorme negli ultimi vent’anni, l’educazione di base per il settore, soprattutto a livello universitario, è ancora carente. Un recente consensus workshop europeo sull’istruzione in implantologia, che si è tenuto a Budapest in Ungheria, ha discusso in merito alle vie possibili da perseguire per assicurare qualità e istruzione efficace in implantologia. Dental Tribune online ha incontrato il dottor Nikos Mattheos – uno degli organizzatori del workshop e relatore all’EAO per conto dell’Università di Hong Kong, facoltà di Odontoiatria –. Ne è nata una discussione riguardo agli standard d’istruzione in implantologia e il motivo per cui il settore stenta a essere riconosciuto come una specialità indipendente. Dental Tribune online – Gli impianti dentali hanno guadagnato di recente un’immagine negativa in paesi come il Giappone. Questa percezione è causata dai media o in qualche modo è dovuta alla mancanza di istruzione e di competenze nel posizionare gli impianti dentali? Dr. Nikos Mattheos – È vero, un’onda- ta di pubblicità negativa ha di recen- te investito l’intero settore dell’im- plantologia in Giappone. Alcuni casi, di alto profilo, di complicazioni avvenute dopo il posizionamento di impianti dentali sono stati presi dal- la stampa e gonfiati a dismisura, con l’aiuto di alcune statistiche negative. Questo ha avuto un impatto diretto e molto duro, anche sul numero di trattamenti con impianti dentali, che sono diminuiti drasticamente in un lasso di tempo molto breve. È davvero un peccato che, a seguito di una pubblicità negativa, molti pazienti, che potrebbero trarre bene- fici in modo significativo da un trat- tamento implantare, siano sempre più restii a chiedere o a ricevere un impianto. Da un altro punto di vista, si tratta anche di un’opportunità per tutti noi di fermarsi per un attimo e riflettere sul modo in cui l’implan- tologia dentale è praticata oggi. Nel caso del Giappone, è vero che il modo in cui i media hanno scelto di presen- tare l’argomento potrebbe aver con- tribuito allo scoppio improvviso di pubblicità negativa, ma è anche vero che l’implantologia non viene prati- cata sempre con i più alti standard, e il Giappone non è diverso dal resto del mondo in questo senso. Dopopiùdi30annidiricercaesvilup- po, l’implantologia ha oggi raggiun- to tecnologie e protocolli in grado di garantire risultati di trattamento altamente predicibili e sostenibili per un’ampia fascia di popolazione. Allo stesso tempo, stiamo assistendo alla tendenza crescente di deteriorare gli standard che hanno portato a questo successo; questo avviene, molto pro- babilmente, a causa della pressione da parte delle forze del mercato e alla necessità di ridurre i costi o, più semplicemente, per una mancanza di formazione adeguata. Questo tipo di danno può assumere molte forme: può esserci un deterioramento nella qualità della formazione e nelle abili- tà degli operatori del settore, oppure un deterioramento nella selezione dei pazienti, nei protocolli seguiti o, di frequente, nella qualità dei mate- riali e dei dispositivi utilizzati. Un cedimento di questo tipo è una bomba a orologeria non solo per l’implantologia, ma anche per i professionisti del dentale nel loro insieme. Gli ospedali e le cliniche odontoiatriche specializzate sono spesso i destinatari finali di casi con complicazioni su impianti dentali, poiché sono le strutture più adatte a recepire i pazienti dopo trattamenti implantari falliti. A questo proposito, posso già affermare che il numero di complicazioni che vediamo nelle cliniche specializzate è superiore di molto a quello che ci si aspettereb- be in base a ricerche che sono state pubblicate. Pertanto, è un imperativo garantire un’istruzione di qualità e il rispetto rigoroso di protocolli eviden- ce based per tutti coloro che pratica- no implantologia. In caso contrario, i rischi sono alti e riguarderanno tutti noi. Come accaduto in Giappone, la fiducia dei pazienti è il nostro investi- mento più prezioso e basta veramen- te poco per metterla a repentaglio. Secondo alcuni studi, incluse le raccomandazioni emerse dal primo workshop sull’educazione in implantologia in Europa da lei co-coordinato nel 2008, vi è una grande discrepanza nella formazione universitaria in materia di implantologia. Si trova ancora d’accordo con quella dichiarazione, e quali sono le conseguenze per la qualità del posizionamento di un impianto? Per essere più precisi, vi è una discre- panza tra quello che un dentista ge- nerico dovrebbe conoscere/eseguire in implantologia e quello che l’attua- le formazione offre nella maggior parte delle scuole. Al giorno d’oggi, un professionista generico dovrebbe essere in grado di discutere con i suoi pazienti, quando indicato, l’opzio- ne di trattamento per un impianto dentale, indipendentemente dal fat- to che eseguirà il posizionamento di un impianto o solo il ripristino degli impianti. Inoltre, un dentista deve essere in gra- do di curare i pazienti con impianti dentali e prevenire o diagnosticare le complicanze biologiche e tecniche precoci. Vi è un numero crescente di pazienti con impianti dentali e il den- tista generico ha un ruolo chiave nel mantenere la salute a lungo termine. Purtroppo, i percorsi di studio nel set- tore dentale non sono stati sviluppati in modo da offrire ai laureati le ca- pacità e le competenze in implanto- logia, che sono ormai necessarie per la pratica moderna. Inoltre, vi è una grande difformità nelle conoscenze e nelle competenze che le università offrono nei loro cor- si di laurea. La nostra ultima ricerca, in preparazione del secondo consen- sus workshop di Budapest di questa estate, ha dimostrato che questa dif- ferenza persiste ancora tra le scuole europee, benché siano state adottate importanti misure di miglioramento rispetto a quanto emerso nel prece- dente workshop tenutosi a Praga nel 2008. Tutte le dental school hanno aumentato la quantità di ore d’inse- gnamento nel campo dell’implanto- logia negli ultimi cinque anni, e sono stati introdotti molti casi pre-clinici e clinici con una componente edu- cazionale. Tuttavia, è chiaro che vi è ancora spazio per migliorare. Diverse iniziative volte a standardizzare le norme e le linee guida in materia di educazione in implatologia esistono già. Quali sono i principali ostacoli alla loro attuazione? Nel 2008 a Praga, siamo riusciti a tro- vare un consenso sulle conoscenze e competenze che un dentista generico deve possedere oggi in implantolo- gia. Senza ombra di dubbio, i profes- sionisti devono avere una conoscen- za approfondita e possedere alcune competenze, indipendentemente dal fatto che sceglieranno di inserire o ripristinare impianti dentali. Ciò che abbiamo compreso nel 2013, tuttavia, è che anche se è relativa- mente facile identificare ciò che un dentista ha bisogno di sapere, si è dimostrato che attuare questa cono- scenza all’interno del piano di studi è un esercizio molto difficile per la maggior parte delle scuole odonto- iatriche. La mancanza di tempo nel programma di studi, la mancanza di risorse o di personale, nonché la frammentazione in dipartimenti, rendono l’attuazione dell’implanto- logia un compito impegnativo per le scuole dentali. Sono stati compiuti comunque dei progressi. La pianificazione implantare virtuale e l’implantologia guidata rappresentano un’enorme possibilità per migliorare in modo significativo gli esiti di un trattamento con impianto. Queste tecnologie costituiscono un reale beneficio per la formazione in implantologia o la rendono ancora più difficile? La tecnologia ha offerto molte solu- zioni ai problemi clinici, e la pianifi- cazione computer aided in combi- nazione con la tecnologia CAD/CAM ha aperto la possibilità per un tratta- mento efficace e veloce di casi piut- tosto complessi. Anche se tali tecno- logie sono sicuramente promettenti, ci sono ancora sfide legate alla loro applicazione. Molti clinici vedono erroneamente tali tecnologie come qualcosa che può compensare la mancanza di esperienza clinica, poi- ché sono spesso portati a credere che con il supporto della chirurgia gui- data anche un clinico relativamente inesperto può eseguire trattamenti complessi con sicurezza; questa è una pericolosa illusione. Un’altra limitazione è costituita dall’elevato costo di questa tecno- logia, che rende il valore dell’inve- stimento solo nel momento in cui si intraprendono trattamenti rico- struttivi relativamente importanti. Tuttavia, non vi è dubbio che il sup- porto clinico, adeguatamente for- mato, di una chirurgia guidata da computer, combinata con tecnologia CAD/CAM, possa migliorare la quali- tà del servizio offerto al paziente e in- trodurre numerose nuove possibilità. Il Dental Council d’Irlanda attualmente non riconosce il termine “specialista di impianto” (implant specialist). L’implantologia dentale ha bisogno di essere riconosciuta come specialità indipendente? Si tratta di un tema molto caldo, che è stato anche ampiamente dibattuto nell’ultimo consensus workshop di Budapest. In effetti, il Dental Council irlandese non è da solo in questa scel- ta, come la stragrande maggioranza di board dentali non ha riconosciuto l’implantologia come specialità den- tale indipendente. L’American Dental Association, per esempio, ha più vol- te respinto le richieste da parte di vari organismi di riconoscere l’implanto- logia come una nuova specialità. Anche il consensus workshop ha adottato questa posizione e non rav- vede alcuna necessità di considerare l’implantologia come una nuova specialità. Non posso svelare dettagli, dal momento che si potrà conoscere la posizione del gruppo di lavoro nel position paper che sarà pubblicato all’inizio del 2014, ma ci si è trovati d’accordo circa il fatto che l’implan- tologia dentale è un trattamento multidisciplinare che, al momento, non soddisfa molti requisiti critici per essere riconosciuto come specia- lità indipendente. Purtroppo, la verità è che molti me- dici e molte società si autoprocla- mano implantologi o specialisti di impianti, e questo implica lo status di specialista. Uno specialista ricono- sciuto, ad esempio un paradontolo- go, è qualcuno che ha completato un programma di studi a tempo pieno accreditato di tre anni, ha raggiunto specifiche conoscenze e competenze, così come sono state identificate da organismi scientifici e di governo, è in grado di eseguire una vasta gam- ma di trattamenti, per i quali è stato formato in modo adeguato Tuttavia, il termine “implantologo” è definito male e spesso usato in modo improprio e fuorviante, in quanto non esiste una descrizione ampia- mente accettata di ciò che è un im- plantologo (competenze, ambito di pratica ecc.), né è stato definito un percorso formativo strutturato per chiunque voglia conseguire un simile ruolo. Ritengo quindi che il consensus tra docenti universitari di implantologia si troverà d’accordo con il Dental Council irlandese e la tendenza sarà quella di scoraggiare l’uso di termini come “specialista di impianto” e “implantologo” in qual- siasi contesto. Grazie mille per l’intervista. Daniel